Materiale pornografico e violenza sessuale, c’è un nesso?

Materiale pornografico e violenza sessuale, c’è un nesso?

Materiale pornografico e violenza sessuale

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Esiste un’associazione tra la visione di materiale pornografico e la violenza sessuale?

Molti studi hanno dimostrato un legame tra la visione di materiale pornografico e la violenza sessuale. In particolare, si è osservato che gli uomini che agiscono aggressivamente verso le donne sono in genere anche fruitori assidui di pornografia.

È facile immaginare che guardare un video pornografico possa incoraggiare l’uomo ad esprimere i propri desideri sessuali violenti, poiché nonostante ci sia molta pornografia che ritrae rapporti sessuali consensuali, c’è anche una grande fetta che mette in scena relazioni coercitive, umilianti e violente.
Nonostante vi sia un’associazione tra aggressione sessuale e pornografia, è importante tenere a mente che la correlazione non implica causalità. Potrebbe essere che guardare contenuti pornografici violenti porti ad atti violenti nella vita reale, o potrebbe essere che uomini già aggressivi per natura, usufruiscano di film e video a contenuto altrettanto violento.

Questo dilemma “uovo o gallina” è stato recentemente indagato dallo psicologo canadese Taylor Kohut e colleghi, prendendo come punto di partenza una importante teoria che mette in relazione la visione di materiale pornografico e la violenza sessuale, nota come modello di confluenza. Secondo tale modello, nessun singolo fattore può prevedere se un uomo sarà effettivamente sessualmente violento, ma è necessaria la compresenza di più fattori.

Nello specifico, il modello di confluenza identifica tre fattori di rischio per l’aggressione sessuale:

  • Mascolinità ostile: un desiderio sessuale narcisistico di dominare e controllare le donne, che maschera una sottostante insicurezza;
  • Sessualità impersonale: un atteggiamento promiscuo e distaccato verso le relazioni sessuali, in cui le donne sono viste esclusivamente come oggetti sessuali;
  • Utilizzo della pornografia: ciò spinge gli uomini con i primi due tratti a compiere effettivamente violenza sessuale, fornendogli un modello da seguire e una rassicurazione sulla accettabilità del comportamento.

In altre parole, il modello non prevede che guardare materiale pornografico, anche se con contenuti violenti, porti necessariamente a comportamenti sessualmente aggressivi. Tuttavia, la teoria fa supporre che la pornografia possa spingere gli uomini già inclini alla violenza, a commettere aggressioni sessuali.

Per dimostrare tale tesi si è reso necessario uno studio longitudinale che monitorasse il consumo di pornografia e l’aggressività sessuale nel tempo.

I ricercatori hanno utilizzato i dati di quasi 1.700 studenti maschi (16-18 anni) di scuole superiori croate, che avevano risposto a una serie di indagini somministrate per un periodo di 2 anni. Il sondaggio ha posto una vasta gamma di domande sull’attività sessuale, l’immagine del corpo, l’uso della pornografia, il benessere e la religiosità.

In particolare, Kohut e colleghi hanno esaminato le risposte alle domande riguardanti i seguenti argomenti:

  • Aggressione sessuale: le domande in questa categoria includevano: “Quante volte hai baciato, toccato o fatto qualcosa di sessuale con un’altra persona quando quella persona non voleva che lo facessi?”
  • Mascolinità ostile: gli intervistati hanno indicato il loro livello di accordo con affermazioni come: “Sento che molte volte le donne flirtano con gli uomini solo per stuzzicarli o ferirli” e “Le donne sono responsabili della maggior parte dei miei problemi.”
  • Sessualità impersonale: agli intervistati è stato chiesto se avessero mai avuto rapporti sessuali, e se sì, quanti partner sessuali.
  • Uso della pornografia: frequenza della fruizione di materiale pornografico, su una scala da “mai” a “più volte al giorno.”

Dei tre fattori di rischio iniziali, la mascolinità ostile, la sessualità impersonale e la visione di materiale pornografico, solo uno si è dimostrato debolmente correlato alla violenza sessuale.

In conclusione, sono scarse le evidenze a sostegno che la visione di video porno porti inevitabilmente alla violenza sessuale. Per capire perché questo sia il caso, forse dovremmo considerare un’analogia con i videogiochi e la violenza: il porno, come i videogiochi, fornisce un regno di fantasia in cui le persone possono esprimere i loro desideri più profondi e oscuri, anche se in pochi li trasporrebbero nella vita reale.

 

Riferimenti

  • Kohut T., Landripet I., Stulhofer A. (2021). Testing the confluence model of the association between pornography use and male sexual aggression: a longitudinal assessment in two indipendent adolescent samples from Croatia. Archives of sexual Behavior
  • Baer, J. L., Kohut, T., & Fisher, W. A. (2015). Is pornography use associated with anti-woman sexual aggression? Re-examining the confluence model with third variable considerations. Canadian Journal of Human Sexuality
  • Chang, F. C., Chiu, C. H., Miao, N. F., Chen, P. H., Lee, C. M., & Chiang, J. T. (2016). Predictors of unwanted exposure to online pornography and online sexual solicitation of youth. Journal of Health Psychology

Autore/i dell’articolo

Dott.ssa Rosetta Cappelluccio
Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale Docente e supervisore Istituto A.T Beck Roma e Caserta Conduttrice gruppi DBT adulti e adolescenti Consulente tecnico d’ufficio per trauma neglect e abuso Ha prestato la sua propria opera professionale come responsabile ambulatorio psicopatologia ospedale Buonconsiglio Fatebenefratelli Napoli, attualmente èConsulente esperto   presso l'Ufficio Garante per l'Infanzia ed Adolescenza Regione Campania. Titolare di incarichi consulenza specialistica DBT nelle scuole per trattamento dei ragazzi con comportamenti disregolati  presso varie sezione scolastiche della  Regione Campania .

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