Il segreto di un matrimonio felice? Gli stipendi
Un tempo i matrimoni erano una questione di soldi e le famiglie sposavano i propri figli per mantenere o aumentare il proprio prestigio, potere e condizione economica. Oggi, a quanto pare, la situazione non è totalmente cambiata anche se ha assunto contorni più… democratici.
Patrick Ishizuka, postdoc al Cornell Population Center, ha condotto il primo studio con evidenza empirica di quello che aumenta le probabilità di una coppia convivente di convolare a nozze: quando entrambi i coniugi guadagnano cifre simili. In più, questa condizione sarebbe correlata a minore probabilità di separazione.
Questa ricerca è particolarmente importante in quanto, da qualche anno a questa parte, la convivenza è diventata una modalità di condivisione molto usata tra le coppie, al posto o in previsione del matrimonio. Secondo i dati Istat, nel decennio dal 1993 al 2014 le convivenze sono diventate 10 volte più diffuse. Inoltre, il 25% dei bambini nasce da genitori con coniugati.
Le ragioni di questo cambiamento sono molteplici: i giovani sono sempre meno, per effetto del calo della natalità, e restano più a lungo nella famiglia di origine, per motivi culturali ed economici.
Le ricerche svolte finora hanno puntato su diverse teorie, come il fatto che il maschio della coppia guadagni di più della partner e, quindi, sia quello che contribuisce in maniera maggiore a portare il pane in tavola, oppure la dipendenza economica di uno dei due partner che si sente quindi legato o obbligato economicamente all’altro.
I risultati dello studio hanno portato alla formulazione di una nuova teoria, quella della “soglia del matrimonio“, ovvero la percezione che esista uno standard economico da raggiungere per potersi sposare. Questo standard necessiterebbe di sufficienti soldi per poter comprare una casa, un’auto e organizzare un ricevimento di matrimonio in grande stile.
In genere, i partner conviventi che vorrebbero sposarsi se hanno problemi economici rinunciano al matrimonio e hanno più probabilità di separarsi, proprio perché non soddisfano questo standard elevato. Questo sembra significare che il matrimonio viene sempre più percepito come una possibilità per chi può permettersi una vita agiata.
Secondo Ishizuka, l’uguaglianza promuove la stabilità nella coppia: se entrambi i partner apportano lo stesso contributo economico alla relazione, aumentano impegno, cooperazione e investimento. Questo principio di uguaglianza, inoltre, funzionerebbe più nelle coppie di conviventi che quelle sposate: nelle prime, infatti, viene data particolare importanza all’equità dei ruoli di genere.
Riferimenti: