Medicina mente-corpo: la potenza del Tai Chi e del Qigong nel modificare l’umore

Medicina mente-corpo: la potenza del Tai Chi e del Qigong nel modificare l’umore

Medicina mente-corpo

Photo by Thao Le Hoang on Unsplash

Il ruolo che il corpo svolge per la salute psicologica è ormai oggetto di attenzione di molte ricerche e approcci psicoterapeutici.

La direzione che la psicologia (e la medicina in generale, fortunatamente) ha preso verso l’integrazione di queste due componenti mente-corpo si basa sulle innumerevoli prove raccolte a sostegno della loro bidirezionalità. Tant’è che si parla di embodied cognitive science, “scienza cognitiva incarnata”. Uno dei suoi scopi principali è quello di formulare modelli esplicativi in grado di specificare come corpo, cervello e ambiente interagiscano reciprocamente e costituiscano un sistema dinamico in cui l’organismo funziona in modo adattivo.

Sull’onda della ricerca mente-corpo, un gruppo di ricerca americano (Osypiuk, Thompson, Wayne, 2018) ha voluto approfondire le pratiche del Tai Chi e Qigong (TCQ), delle forme di “movimento meditativo”, ed il loro ruolo per la salute psicologica.

Partendo da un numero crescente di prove sull’utilità del TCQ come alleato nel trattamento e nella gestione della depressione, dell’ansia e dei disturbi dell’umore correlati, gli studiosi si sono posti l’obiettivo di indagare la relazione tra posizioni corporee e stati mentali nel TCQ.

Attraverso un excursus dei principali risultati ottenuti fino ad ora, la review analizza le sfide metodologiche nella valutazione dell’interdipendenza tra postura e umore nel contesto del TCQ, fornendo in chiusura suggerimenti per la ricerca futura. Vediamo ciò che è emerso più nel dettaglio.

Le manipolazioni sperimentali di forma del corpo, modelli di movimento ed espressioni facciali hanno dimostrato di essere associate a cambiamenti a breve termine dell’umore; viceversa, le manipolazioni dell’umore hanno portato a cambiamenti nella postura. La variabilità dei risultati sperimentali ottenuti sottolinea però la complessità di questa relazione e la sua dipendenza dal contesto, che richiede sicuramente ulteriori indagini.

Alcune delle caratteristiche chiave della postura e del movimento associate al miglioramento dell’umore corrispondono ai principi tipicamente enfatizzati nella formazione TCQ, come il tono muscolare durante attività statiche e dinamiche. Molte altre caratteristiche associate a questo miglioramento (es. busto eretto vs busto curvo, oscillazioni rilassate del braccio durante l’andatura, espressioni facciali morbide), non sono ancora state misurate oggettivamente. Sarebbe ancora prematuro attribuire qualsiasi possibile interpretazione all’influenza di specifiche posture o schemi di movimento TCQ.

Chiarire l’influenza di specifiche posture statiche e dinamiche sull’umore e sui correlati cognitivi potrebbe però aiutare nella strutturazione di programmi di allenamento mente-corpo più mirati ed efficaci per il trattamento di disturbi dell’umore, comorbilità psicologiche comunemente associate a condizioni di salute croniche (ad esempio, dolore cronico, insufficienza cardiaca, etc.) e benessere generale.

La verifica di questa ipotesi pone certamente significative sfide metodologiche: l’ostacolo principale è quello di isolare le posture dalla miriade di fattori aggiuntivi che influenzano il praticante TCQ. Durante un tipico programma di allenamento TCQ, infatti, oltre a seguire le istruzioni riguardo le posizioni del corpo, vengono date anche istruzioni di respirazione, attenzione focalizzata, immaginazione mentale e filosofia (ad esempio, “segui il flusso”, “non forzare troppo”). Sottili differenze legate alla lingua utilizzata potrebbero influenzare la qualità della postura e dei movimenti assunti dai discenti.

Oltre alle interazioni tra istruttore e studente, gli allievi di solito praticano anche in gruppi, circondati da altri che fungono da esempi visivi, altra variabile da considerare. Infine, l’ambiente fisico all’interno del quale si svolge l’allenamento di gruppo può anche influenzare la postura, l’umore e gli altri fattori discussi sopra.

Nel complesso, queste interazioni sociali e i fattori ambientali sembrano avere il potenziale adatto a creare un contesto culturalmente ricco e potrebbero anche amplificare alcune esperienze terapeutiche. Sono senza dubbio necessarie ulteriori ricerche in questa direzione.

In linea generale, sembra ormai assodato che la postura nel TCQ abbia effetti sull’umore. Tuttavia, sono necessarie ulteriori indagini sperimentali per chiarire la natura della relazione. Indagando approfonditamente questa ipotesi, si potrebbe ottenere maggiore chiarezza sui fattori causali mediante i quali il TCQ e gli allenamenti mente-corpo esercitano i loro effetti benefici.

Una migliore comprensione degli effetti somatici e psicologici di TCQ offrirebbe l’opportunità di migliorare il loro potenziale terapeutico, consentendo una “personalizzazione” per specifiche popolazioni cliniche. Il TCQ e le pratiche correlate possono anche servire come strumenti per esplorare sperimentalmente modelli e assunti nella scienza cognitiva incarnata, fornendo una via per aumentare la nostra comprensione della cognizione incarnata.

Dal punto di vista della scienza cognitiva incarnata e dell’ecologia cognitiva, la postura e l’umore, e più in generale il comportamento, devono essere considerati come proprietà dell’intero sistema mente-corpo-ambiente e in generale non possono essere correttamente attribuiti a nessun sottosistema isolato dagli altri.

Riferimenti:

Autore/i dell’articolo

Dott. Gabriele De Gabrielis
Psicologo, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, psicoterapeuta TMI (Terapia Metacognitiva Interpersonale). Ha conseguito il I livello della formazione in EMDR. Ha svolto la sua attività in diversi contesti: strutture semiresidenziali, centri clinici, U.O.C. Tutela Salute Donna ed Età Evolutiva – ASL Roma 2, U.O.C. Psichiatria – Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma. Da anni si dedica allo studio dei sistemi motivazionali nell’ottica cognitivo-evoluzionista contribuendo, attraverso diverse ricerche, allo sviluppo della Teoria Evoluzionistica della Motivazione (TEM). Attualmente collabora in qualità di psicologo e psicoterapeuta presso l’Istituto A.T. Beck di Roma.

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