Mindfulness: Dimensione Unica o Costrutto Multidimensionale?

Mindfulness: Dimensione Unica o Costrutto Multidimensionale?

Mindfulness: Dimensione Unica o Costrutto Multidimensionale?
Mindfulness: Dimensione Unica o Costrutto Multidimensionale?

Mindfulness: Dimensione Unica o Costrutto Multidimensionale? 

La Mindfulness è entrata a pieno titolo all’interno della pratica psicoterapeutica, costituendo un elemento fondante di tutte le terapie cognitivo-comportamentali definite di terza onda. La Mindfulness è un costrutto che affonda le sue radici negli insegnamenti filosofico-spirituali e nelle pratiche religioso-meditative orientali buddiste, che coltivano quotidianamente la consapevolezza di sé e un’attenzione cosciente, al fine di essere sempre presenti nel mondo e a se stessi nel qui ed ora.

Tuttavia, si deve a Jon Kabat-Zinn il suo ingresso all’interno della medicina comportamentale e delle terapie psicologiche. Spogliata di tutti i suoi significati religiosi, da diversi anni, ormai, la Mindfulness suscita un interesse sempre maggiore non solo negli psicologi clinici, ma anche in coloro che si occupano di ricerca in campo psicologico e quindi di psicologia sperimentale.

Partendo dalla definizione che ne diede Kabat Zinn (1984), ovvero “Porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, al momento presente e in modo non giudicante”, si sono succedute numerose altre definizioni, alcune molto simili, altre che invece hanno tirato in gioco ulteriori dimensioni o che addirittura le hanno limitate a una sola. Ad esempio, una prima sostanziale differenza che si può riscontrare tra le innumerevoli definizioni di Mindfulness è quella che vede la distinzione tra gli autori che la ritengono un costrutto monodimensionale e coloro che, invece, la ritengono un costrutto multidimensionale, facendo anche variare il numero di caratteristiche coinvolte. Il lavoro di Park et al., (2013) ha messo a punto una rassegna di tutti gli strumenti self report, ovvero questionari auto-somministrati, volti alla misurazione della Mindfulness, evidenziandone dimensioni, differenze e anche tutte le caratteristiche dettagliate e le proprietà psicometriche di ogni strumento, per le quali, però, andando oltre gli scopi del presente contributo, si rimanda direttamente al lavoro di Park et al. (2013).

Tra coloro che hanno definito la Mindfulness come un costrutto monodimensionale troviamo Brown & Ryan (2003), che con la Mindfulness Attention Awareness Scale (MAAS), definiscono la Mindfulness come un costrutto disposizionale, in cui l’elemento centrale è un’attenzione consapevole sul presente, variabile sia a livello interindividuale che intra-individuale e che può essere migliorata con la pratica.

Anche Chadwick et al. (2008), con il Southampton Mindfulness Questionnaire (SMQ), definiscono la Mindfulness un costrutto ad un’unica dimensione, collegato ad altri quattro costrutti, che però costituiscono caratteristiche diverse, quali: consapevolezza dei pensieri come eventi mentali in ampi contesti, attenzione a rimanere concentrati in situazioni difficili, un’accettazione di tali pensieri e di se stessi senza giudicare, e infine lasciare che questi pensieri passino senza che si instaurino ulteriori processi, come ad esempio la ruminazione.

Fresco et al. (2007), con l’Experience Questionnaire (EQ), definiscono e misurano un costrutto affine alla Mindfulness, che chiamano Decentramento, ovvero l’abilità di adottare una prospettiva piú ampia dove i pensieri sono visti come un qualcosa di separato dal sé e non necessariamente un riflesso oggettivo della realtà.

Numerosi altri autori hanno evidenziato, invece, la multidimensionalità della Mindfulness, facendone variare il numero di dimensioni da 2 fino a 6. Cardaciotto et al. (2008) hanno dato vita al Philadeplhia Mindfulness Scale (PHLMS), che evidenzia i due fattori principali della Mindfulness che ricorrono bene o male in tutte le altre definizioni multidimensionali. Essi sono la consapevolezza e l’accettazione. Gli autori definiscono la Mindfulness come “la tendenza ad essere altamente consapevoli di esperienze interne od esterne in una posizione di accettazione, non giudicante, verso tali esperienze”. Descrivono la consapevolezza come una tendenza comportamentale a monitorare in maniera continuata l’esperienza presente e l’accettazione come un atteggiamento di vivere tali esperienze senza giudizi e senza reazioni quali interpretazione, elaborazione o evitamento.

Lau et al. (2006) e Davis et al. (2009), hanno costruito e validato il Toronto Mindfulness Scale (TMS). La particolarità che caratterizza tale strumento è il fatto che la Mindfulness viene concettualizzata come una qualità di stato e non di tratto. Essi la definiscono come una qualità che viene mantenuta quando viene intenzionalmente coltivata l’attenzione con un orientamento all’esperienza aperto e non giudicante. Le due dimensioni di cui si compone il costrutto che lo strumento indaga sono chiamate Curiositá e Decentramento.

Baer et al. (2004), che hanno validato il Kentucky Inventory of Mindfulness Skills (KIMS), ritengono che le dimensioni della Mindfulness siano 4: Osservazione, che riflette le capacità di osservare e prestare attenzione a fenomeni interni ed esterni a noi; Descrizione, che riflette l’abilità di esprimere a parole sensazioni, percezioni, pensieri, emozioni, sentimenti ed esperienze; Agire con consapevolezza, che riflette la capacità di focalizzare completamente l’attenzione sul presente; l’Accettazione senza giudizio, che riflette sia l’abilità di non giudicare le esperienze, sia la tendenza alla critica del sé. Successivamente (2006), gli stessi autori hanno aggiunto una quinta dimensione, ovvero la Non reattività all’esperienza interna, modificando il precedente strumento nel Five Facet Mindfulness Questionnaire (FFMQ).

Feldman et al. (2007), che hanno costruito e validato il Cognitive and Affective Mindfulness Scale-Revised (CAMS-R), prendono a prestito la definizione della Mindfulness di Kabat-Zinn e i 4 aspetti a cui fanno risalire la Mindfulness sono: Attenzione; Focus sul presente; Consapevolezza; Accettazione senza giudizio.

Infine, Bodner & Langher (2001) e Haigh et al. (2011) che hanno costruito e validato la Mindfulness/Mindlessness Scale (MMS) ritengono che una persona mindful sia una persona alla ricerca di novità, attenta al contesto e flessibile nei pensieri e nel comportamento. Pertanto le 4 dimensioni a cui gli autori fanno risalire la Mindfulness sono: Ricerca di novità; Impegno; Produzione di novità; Flessibilitá. Come si evince dal presente lavoro, gli strumenti e le definizioni della Mindfulness sono sicuramente numerosi. Questo, da un lato mostra quanto sia complesso dare una definizione universalmente riconosciuta di tale costrutto, dall’altra, però, evidenzia l’estremo interesse che anche la psicologia non clinica, di tipo sperimentale, nutre nei confronti di un costrutto che ha dimostrato, invece, ampie e riconosciute evidenze scientifiche nel suo utilizzo nella pratica terapeutica.

Marco Salvati

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Mindfulness: Riferimenti

  • Baer, R. A., Smith, G. T., & Allen, K. B. (2004). Assessment of mindfulness by self-report: The Kentucky Inventory of Mindfulness Skills. Assessment, 11(3), 191–206.
  • Baer, R. A., Smith, G. T., Hopkins, J., Krietemeyer, J., & Toney, L. (2006). Using self-report assessment methods to explore facets of mindfulness. Assessment, 13, (1), 27–45.
  • Bodner, T. E., & Langer, E. J. (2001).  Individual differences in mindfulness: The Mindfulness/Mindlessness Scale. Poster presented at the 13th annual American Psychological Society  Conference, Toronto, Ontario, Canada.
  • Brown, K. W., & Ryan, R. M. (2003). The benefits of being present: Mindfulness and its role in psychological well-being. Journal of Personality and Social Psychology, 84(4), 822–848.
  • Cardaciotto, L., Herbert, J. D., Forman, E. M., Moitra, E., & Farrow, V. (2008). The assessment of present-moment awareness and acceptance: The Philadelphia Mindfulness Scale. Assessment, 15, 204-223.
  • Chadwick, P., Hember, M., Symes, J., Peters, E., Kuipers, E., & Dagnan, D. (2008). Responding mindfully to unpleasant thoughts and images: Reliability and validity of the Southampton Mindfulness questionnaire (SMQ). The British Journal of Clinical Psychology/the British Psychological Society, 47(Pt 4), 451–455.
  • Davis, K. M., Lau, M. A., & Cairns, D. R. (2009). Development and preliminary validation of a trait version of the Toronto Mindfulness Scale. Journal of Cognitive Psychotherapy, 23(3), 185–197.
  • Feldman, G., Hayes, A., Kumar, S., Greeson, J., & Laurenceau, J. (2007). Mindfulness and emotion regulation: The development and initial validation of the Cognitive and Affective Mindfulness Scale-Revised (CAMS-R). Journal of Psychopathology & Behavioral Assessment, 29 (3), 177–190.
  • Fresco, D. M., Moore, M. T., van Dulmen, M. H., Segal, Z. V., Ma, S. H., Teasdale, J. D., et al. (2007). Initial psychometric properties of the experiences questionnaire: Validation of a selfreport measure of decentering. Behavior Therapy, 38, (3), 234–246.
  • Haigh, E. A., Moore, M. T., Kashdan, T. B., & Fresco, D. M. (2011). Examination of the factor structure and concurrent validity of the Langer Mindfulness/Mindlessness Scale. Assessment, 18, (1), 11–26.
  • Kabat-Zinn, J. (1984). An outpatient program in behavioral medicine for chronic pain patients based on the practice of mindfulness meditation: Theoretical considerations and preliminary results. Revision, 7, (1), 71-76.
  • Lau, M. A., Bishop, S. R., Segal, Z. V., Buis, T., Anderson, N. D., Carlson, L., et al. (2006). The Toronto Mindfulness Scale: Development and validation. Journal of Clinical Psychology, 62, (12), 1445–1467.
  •  Park, T., Reilly-Spong, M., & Gross, C. R. (2013). Mindfulness: a systematic review of instruments to measure an emergent patient-reported outcome (PRO). Quality of Life Research22(10), 2639-2659.

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