Sugli effetti di Mindfulness e HIV la ricerca deve continuare

Sugli effetti di Mindfulness e HIV la ricerca deve continuare

Mindfulness e HIV

Le attuali terapie antiretrovirali sono altamente efficaci e hanno nettamente ridotto il rischio di mortalità per infezione da HIV. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il numero di morti dal 2005 al 2015 è calato del 45% (1 milione e 100 mila). Questa riduzione si è registrata soprattutto nelle regioni maggiormente colpite dall’infezione, incluse alcune zone dell’Africa dove quasi tre persone su quattro muoiono per cause relative all’HIV. Uno degli obiettivi dell’OMS è quello di dimezzare il numero dei morti entro il 2020.

Nonostante queste ottime notizie, l’HIV rimane un’infezione con conseguenze stressanti e correlata a un elevato livello di depressione dovuto non solo alla qualità della vita che viene intaccata ma anche a una serie di fattori come scarsa aderenza al trattamento e progressione della malattia potenzialmente rapida. Alcuni studi indicano che, in un gruppo di uomini affetti da HIV, vi è un 38% in più di peggioramento dell’infezione tra coloro che mostravano sintomi depressivi rispetto a coloro che, invece, non erano depressi. Al contrario, un atteggiamento ottimistico e positivo è associato a minore rischio di mortalità e maggiore probabilità di ottenere la soppressione virale durante la terapia.

Questi dati mostrano come, al netto dell’efficacia delle terapie, è necessario che vi sia una certa compliance da parte dei pazienti e, quindi, intervenire sulla percezione dello stress, su depressione e altri fattori negativi mentre, al contrario, occorre incrementare i fattori con influenza positiva. Il programma di Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR) si è rivelato un prezioso intervento per ottenere esattamente questi effetti ma le ricerche finora condotte hanno rivelato alcune limitazioni, come l’impossibilità di individuare la ragione degli effetti positivi tra le caratteristiche del MBSR e il mero setting di gruppo.

Uno studio di quest’anno (Hecht & al., 2018) ha seguito per un anno due gruppi di persone affette da HIV: il gruppo che ha preso parte a un programma MBSR e un altro di controllo, per un totale di 177 partecipanti, dei quali sono state fatte valutazioni psicologiche e virali, tra i quali la conta dei linfociti T la cui diminuzione evidenzia la progressione della malattia.

I risultati mostrano dei miglioramenti nel gruppo MBSR per quanto riguarda depressione, emozioni positive ed emozioni negative e Mindfulness, ovvero la capacità di essere consapevole dell’esperienza del presente senza giudicarla. Tuttavia queste differenze a favore del gruppo MBSR sono state osservate solo nei tre mesi successivi all’inizio dell’intervento e non si sono mantenute all’osservazione fatta a un anno di distanza.

Poiché questi risultati contraddicono quelli di ricerche precedenti (per esempio, Creswell & al., 2009), è necessario incrementare gli studi che investigano la connessione tra benessere psicologico e situazione immunologica, soprattutto in quanto le linee guida attuali prevedono di iniziare la terapia antiretrovirale appena si ha diagnosi di HIV e probabilmente interventi mirati alla riduzione dello stress come l’MBSR possono, invece, ritardarne la somministrazione.

 

Riferimenti:

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