Un modo diverso di comunicare nell’autismo?

Un modo diverso di comunicare nell’autismo?

Un modo diverso di comunicare nell’autismo

Photo by Andrea Piacquadio

Difficoltà di riconoscimento delle espressioni facciali: un modo diverso di comunicare nell’autismo

“Potrebbe non essere corretto parlare di “menomazione” o “deficit” nella capacità di riconoscere le emozioni da parte delle persone con autismo – è più probabile che i volti di persone con autismo e senza autismo parlino una lingua diversa quando si tratta di trasmettere emozioni” (Connor Keating, PhD presso la School of Psychology and Center for Human Brain Health dell’Università di Birmingham) 

La capacità di inferire emozioni dalle espressioni facciali altrui, abilità importante per le interazioni sociali, è stata lungamente studiata nei disturbi dello spettro dell’autismo. La questione è stata discussa per oltre 30 anni, con risultati discordanti. I più recenti contributi si rifanno al concetto che non sia l’autismo di per sé a condurre ad un deficit di riconoscimento delle emozioni nel viso degli altri, quanto un fattore co-occorrente quale l’alessitimia. L’alessitimia è una condizione subclinica caratterizzata da difficoltà a identificare ed esprimere emozioni, condizione che si presenta spesso in comorbidità con l’autismo. In particolare, lo studio di Cook e coll. (2013) e di Milosavljevic e coll. (2016) hanno dimostrato che la presenza di alessitimia, e non dell’autismo di per sé, sia predittiva di una minore capacità di riconoscimento facciale, su immagini del volto statiche. Bird e Cook (2013) hanno dunque proposto “l’ipotesi alessitimica”: la difficoltà da parte delle persone con autismo nella capacità elaborazione delle emozioni, incluso il riconoscimento delle espressioni facciali, è causata dalla co-occorrenza dell’alessitimia, non dall’autismo stesso. Ad oggi, la maggior parte degli studi che si è occupata di indagare l’elaborazione atipica delle informazioni facciali, correlata alla presenza di alessitimia, si è tuttavia concentrata su immagini del volto di tipo statico, piuttosto che dinamico, trascurando dunque l’intrinseca mutevolezza delle espressioni facciali.

Lo studio recente

Uno studio recente (Keating et al. 2021), pubblicato su Journal of Autism and Developmental Disorders, ha utilizzato nuove tecniche per esplorare i diversi impatti delle condizioni legate all’’autismo e all’alessitimia sulla capacità di una persona di valutare con precisione le emozioni suggerite dalle diverse espressioni facciali. Lo studio ha coinvolto 31 partecipanti con autismo e 29 partecipanti senza autismo, abbinati in termini di punteggi di alessitimia, a cui è stato chiesto di identificare le emozioni prodotte da una serie di immagini in movimento. Le immagini hanno mostrato un’ampia gamma di variazione circa l’intensità emotiva. 

Risultati

I risultati mettono in luce come sia i partecipanti con autismo, sia quelli senza autismo, hanno mostrato simile capacità di riconoscimento dell’espressione facciale, a velocità e intensità diverse in tutte le emozioni, tranne che per l’emozione di rabbia: il gruppo dei partecipanti con autismo era meno in grado di identificare le espressioni di rabbia prodotte a velocità e intensità nella norma.

Inoltre, lo studio ha suggerito che le difficoltà nel riconoscere le espressioni di rabbia siano propriamente correlate all’autismo, e non all’alessitimia.

Conclusioni

Lo studio sopracitato mette in luce come le persone con autismo si mostrino meno abili nel riconoscimento dell’espressione facciale relativa all’emozione di rabbia, prodotta da un’immagine dinamica, rispetto al gruppo dei controlli.

Tale risultato apre la strada verso diversi ulteriori approfondimenti ed ipotesi, tra cui quella che persone con autismo e senza autismo differiscano nell’espressione delle emozioni, sia in termini di movimento, che di velocità. Tale differenza potrebbe condurre a difficoltà nell’identificare le espressioni facciali quando vengono espresse dalle persone senza autismo. Sarebbe opportuno, in tal caso, parlare di differenze piuttosto che di deficit.

 

Riferimenti

  • Bird G, Cook R. Mixed emotions: the contribution of alexithymia to the emotional symptoms of autism. Transl Psychiatry. 2013 Jul 23;3(7):e285. doi: 10.1038/tp.2013.61
  • Cook R, Brewer R, Shah P, Bird G. Alexithymia, not autism, predicts poor recognition of emotional facial expressions. Psychol Sci. 2013 May;24(5):723-32. doi: 10.1177/0956797612463582.
  • Keating CT, Fraser DS, Sowden S, Cook JL. Differences Between Autistic and Non-Autistic Adults in the Recognition of Anger from Facial Motion Remain after Controlling for Alexithymia. J Autism Dev Disord. 2021 May 28:1–17. doi: 10.1007/s10803-021-05083-9.
  • Milosavljevic B, Carter Leno V, Simonoff E, Baird G, Pickles A, Jones CR, Erskine C, Charman T, Happé F. Alexithymia in Adolescents with Autism Spectrum Disorder: Its Relationship to Internalising Difficulties, Sensory Modulation and Social Cognition. J Autism Dev Disord. 2016 Apr;46(4):1354-67. doi: 10.1007/s10803-015-2670-8.

Autore/i dell’articolo

Dott.ssa Morena Salvati
Psicologa, psicoterapeuta in formazione. Si occupa da diversi anni di disturbi dell’età evolutiva, e possiede esperienza in particolare nella diagnosi e nel trattamento dei Disturbi dello Spettro autistico e dei disturbi del comportamento. Attualmente esercita la libera professione in collaborazione con l’Istituto Beck for Kids di Roma.

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