Morte, lutto e perdita ai tempi del Coronavirus: cos’è cambiato?

Morte, lutto e perdita ai tempi del Coronavirus: cos’è cambiato?

Morte, lutto e perdita ai tempi del Coronavirus

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Introduzione

Nonostante la morte sia un processo che fa parte della natura umana, nel contesto della pandemia di COVID-19 ha assunto caratteristiche per molti versi nuove, non familiari alla popolazione: per esempio, la morte da COVID arriva spesso inattesa, come conseguenza delle complicazioni dell’infezione; tende ad avvenire in condizioni di isolamento, solitudine e alienazione, che spesso portano a una de-umanizzazione del paziente, e comportano esperienze traumatiche sia per il malato sia per le famiglie, le quali subiscono una separazione brusca e inattesa senza potersi ritrovare in seguito. I parenti vanno poi incontro a ulteriori difficoltà emotive, perché una volta che il paziente è morto, risulta difficile, o impossibile, realizzare i riti di saluto, religiosi e non, a causa delle misure restrittive, aspetto che non facilita l’elaborazione del lutto. Tutto ciò può comportare l’insorgenza di un lutto complicato e di vissuti traumatici (LeRoy et al., 2019).

Lo studio

LeRoy e colleghi (2020) hanno valutato quali strategie e accorgimenti possono essere utili per andare in aiuto dei malati e delle famiglie, che spesso si trovano a fronteggiare una situazione di dolore e sofferenza inaspettate. Alcune raccomandazioni includono, ad esempio, la facilitazione delle comunicazioni circa i temi di fine vita tra il paziente e i familiari, tenendo conto del contesto sociale e culturale da cui la famiglia proviene. Inoltre, dato che purtroppo alcuni pazienti vengono intubati e non hanno la possibilità di prendere attivamente le decisioni che li riguardano, è importante assistere le famiglie in questo processo decisionale, validando il loro stato emotivo e fornendo loro gli strumenti necessari per facilitare l’oneroso compito. Risulta fondamentale anche aiutare le famiglie a mantenere una rete sociale di supporto, trovando soluzioni creative che superino le barriere erette dalle norme di sicurezza, per esempio attraverso l’utilizzo della tecnologia.

Anche chi ha perso un famigliare a causa del COVID ha necessità di un supporto specifico, che si basi sulla validazione del dolore e dei vissuti emotivi, e sulla pratica di accettazione e mantenimento della cura di sé, includendo se necessario anche una fase di psicoeducazione al lutto.

Risultati e conclusioni

La morte e il lutto sono sempre state esperienze estremamente significative nella vita degli esseri umani, che possono portare a lutto complicato e vissuti traumatici se non elaborati nel modo corretto. Ciò che si è visto in seguito alla diffusione del Coronavirus è che sono emerse nuove variabili in grado di modificare notevolmente le esperienze di morte e perdita, che devono essere indirizzate in modo efficace e adeguato al contesto sociale e culturale per favorire la resilienza.

 

Riferimenti

  • LeRoy, A.S., Knee, C.R., Derrick, J.L., Fagundes, C.P. (2019). Implications for reward processing in differential responses to loss: Impacts on attachment hierarchy reorganization. Personality and Social Psychology Review, 23, 391–405.
  • LeRoy, A.S., Robles, B., Kilpela, L.S., Garcini, l.M. (2020). Dying in the Face of the COVID-19 Pandemic: Contextual Considerations and Clinical Recommendations. Psychological Trauma: Theory, Research, Practice, and Policy, 12(1): S98-S99.
  • https://www.istitutobeck.com/psicoterapia-morte-lutto

Autore/i dell’articolo

Dott.ssa Roberta Bacchio - Psicologa, terapista specializzata nell’ambito dell’autismo, specializzanda in terapia cognitivo-comportamentale presso l’Istituto A.T. Beck.
Psicoterapeuta. Si occupa da diversi anni di disturbi dell’età evolutiva, e possiede esperienza in particolare nella diagnosi e nel trattamento dei Disturbi dello Spettro autistico. Attualmente esercita la libera professione in collaborazione con l’Istituto Beck for Kids di Roma.

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