Il multitasking digitale
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Il multitasking digitale non è l’amico del cuore della memoria e dell’attenzione
Le epoche in cui non utilizzavamo mezzi di comunicazione digitale sembrano distanti anni luce da oggi e noi stessi fatichiamo ad immaginarci sprovvisti di tali strumenti tecnologici, basti pensare all’impatto che ha l’accorgerci di aver dimenticato il nostro telefono a casa. Questa indispensabilità dei mezzi multimediali, conduce molti di noi ad usarne più di uno simultaneamente, complice anche il fatto che alcuni contesti di lavoro, per le richieste che vengono formulate, sollecitano proprio questa capacità di focalizzare l’attenzione su più compiti nello stesso momento…Ecco che facilmente ci troviamo a rispondere ad un messaggio in chat, mentre inviamo nel frattempo una email: si tratta del multitasking digitale. Tale fenomeno è strettamente correlato alla velocità con la quale i dispositivi tecnologici sono entrati a far parte della vita quotidiana, in ambito privato e lavorativo; l’aspetto positivo è legato alla possibilità di effettuare delle comunicazioni istantanee ma l’altra faccia della medaglia, consiste nel ritrovarsi in un ambiente saturo di stimoli e che provoca una elevata distraibilità. Il fenomeno del multitasking digitale, infatti, sembra essere causa di un calo della performance attentiva e mnemonica, come ha dimostrato un recente studio condotto dalla Stanford University.
La ricerca
Il dottor Kevin Madore e colleghi della Stanford University, hanno condotto una ricerca che ha permesso di evidenziare come utilizzare nello stesso momento diversi strumenti tecnologici, incida negativamente sulle funzioni di memoria ed attenzione.
Lo studio ha visto la partecipazione di 80 volontari di età compresa tra i 18 e i 26 anni, ai quali era richiesto di visualizzare una serie di stimoli sul monitor di un pc e dopo dieci minuti, di individuare (in una seconda serie di oggetti) quelli già osservati poco prima, quelli visti per la prima volta e quelli che avevano subito mutamenti di forma e dimensione. Mentre i soggetti si sottoponevano alla prova, veniva loro effettuato un elettroencefalogramma e misurata la dilatazione delle loro pupille, con la finalità di rilevare eventuali cali di attenzione. I volontari dovevano inoltre rispondere ad un questionario che permetteva di valutare quanto nella quotidianità fossero dediti al multitasking digitale e ai videogiochi, nonché rielevare quanto fossero inclini a distrarsi, fino a evidenziare dei conclamati segni di disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).
Risultati e conclusioni
I ricercatori hanno osservato come i soggetti che più nella loro quotidianità ricorrevano al multitasking digitale erano proprio quelli che presentavano scarse capacità della funzione mnestica.
La ricerca ha inoltre evidenziato come i fenomeni di distrazione che avvenivano poco prima del compito di memoria si associavano ad una maggiore propensione a dimenticare. Secondo Wagner, coautore dello studio, ciò che accade prima di iniziare a ricordare, inciderebbe sulla possibilità di recuperare un ricordo utile allo scopo del momento.
Tali risultati indurrebbero ad approfondire il rapporto tra attenzione e memoria e potrebbero stimolare la realizzazione di innovativi metodi di apprendimento o far approfondire le conoscenze relative a malattie che compromettono la capacità di ricordare, come ad esempio il Morbo di Alzheimer.