La musicoterapia nel disturbo post traumatico da stress
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La nascita della musicoterapia
L’importanza della musica a livello terapeutico è stata sempre riconosciuta nella storia dell’uomo, si trovano elementi nelle culture primitive, nelle sacre scritture e nel XIX secolo si iniziarono a considerare gli effetti psicofisici della musica. Ritroviamo questo aspetto nelle scritture di Berlioz che descrisse le sue sensazioni dopo l’ascolto della sinfonia in do minore di Beethoven in questo modo:“…le arterie battono con violenza, le lacrime, che di solito segnano la fine del parossismo, indicano spesso uno stato che va accentuandosi e che può andare molto oltre. In questo caso ci sono contrazioni spasmodiche dei muscoli, un intorpidimento totale delle mani e dei piedi, una paralisi parziale dei nervi della vista e dell’udito; non vedo più, odo appena…”. (Bence)
In tempi meno remoti troviamo la musica come argomento di guarigione, ad esempio nel Sud Italia, dove veniva utilizzata per curare le “tarantolate” quelle persone morse dalla tarantola, un ragno velenoso, con musica e balli che duravano tutta la notte e permettevano all’organismo di espellere con la sudorazione il veleno iniettato dall’animale e quindi di guarire.
Il periodo importante per la nascita della musicoterapia fu il periodo della seconda guerra mondiale, nel 1944 fu avviato alla Michigan State University il primo corso di formazione e preparazione di una figura professionale nel campo musicoterapico, poiché la musica era utilizzata negli ospedali militari o all’interno delle camerate per portare ai malati momenti di allegria.
Si susseguirono varie iniziative che portarono nel 1950 alla nascita della musicoterapia come disciplina scientifica e della National Association for Music Therapy a New York.
Dal 1950 ad oggi, nel tentativo di fare della musicoterapia una disciplina sempre più riconosciuta a livello scientifico, si sono sviluppati moltissimi studi e ricerche nel settore, con la conseguente nascita di diversi modelli teorico-pratici di riferimento, ed è proprio nel Congresso Mondiale di Musicoterapia del 1999 a Washington che si è compiuta la formalizzazione e il riconoscimento di cinque modelli internazionali validi ed efficaci:
- Il modello di Musicoterapia orientata analiticamente (AOM), nato nel Regno Unito da Mary Priestley e basata sul modello Junghiano.
- Il modello di Musicoterapia Nordoff-Robbis (MTNR), nato negli USA da Paul Nordoff e Clive Robbins. Un approccio di musica attiva, basato sull’improvvisazione.
- Il modello di Musicoterapia comportamentale (BMT), nato negli USA da Clifford Madsen e fondato sul paradigma comportamentista nordamericano, legato al concetto di stimolo-risposta.
- Il modello di Musicoterapia di immaginazione guidata e musica (GIM), nato negli USA da Helen Bonny, approccio di stampo psicoanalitico basato sull’ascolto sulla musica classica.
- Il modello di Musicoterapia Benenzon (MTB), nato in Argentina da Rolando Omar Benenzon, approccio di stampo psicodinamico e centrato sul concetto di ISO (Identità Sonora), l’insieme degli archetipi del suono appartenenti all’individuo e alle esperienze sonore che sono ad esso familiari.
Questi cinque modelli riconosciuti a livello internazionali si distinguono attraverso due macrocategorie, la prima di musicoterapia attiva e la seconda di musicoterapia recettiva. Per musicoterapia attiva si intende la diretta manipolazione di uno strumento musicale o di un oggetto comune, utilizzati con modalità sonoro-musicali. Per musicoterapia recettiva si intende una modalità di ascolto musicale diversamente finalizzata all’interno di un programma d’intervento attraverso l’ascolto passivo della musica.
A livello mondiale esistono varie definizioni di musicoterapia a testimonianza della diffusione e dell’utilizzo di questa disciplina. Provengono dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna, dal Canada, dall’Argentina, ma tutte si attengono alla definizione della Federazione Mondiale di Musicoterapia:
“La musicoterapia è l’uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell’individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare l’integrazione intra- e interpersonale e consequenzialmente possa migliorare la qualità della vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico” (World Federation of Music Therapy)
Cos’è la musicoterapia
La musicoterapia è un intervento terapeutico che attraverso l’utilizzo di un canale alternativo corporeo-sonoro-musicale e l’esperienza musicale, migliora il benessere della persona che ne beneficia, promuovendo un cambiamento con fini educativi, riabilitativi o terapeutici.
La musica in generale e la musicoterapia in particolare, trovano una collocazione importante nei processi maturativi, emozionali e riparativi, nell’ambito della concezione modulare del sistema nervoso centrale in cui i circuiti geneticamente indotti costituiscono la matrice di una plasticità neuronale che consente di indurre modificazioni cerebrali sia a livello strutturale che biochimico attraverso l’esperienza musicale.
Lo sviluppo delle neuroimmagini funzionali del sistema nervoso centrale ha permesso di comprendere il coinvolgimento nei processi musicoterapici di strutture neuro-anatomico deputate all’apprendimento, al pensiero e al comportamento. Questo ha portato ad un interesse particolare su quelle che sono le informazioni relative al rapporto tra musica e patologia del sistema nervoso, un rapporto che ha valenza conoscitiva, diagnostica e terapeutica.
Infatti da un lato le alterazioni delle competenze musicali riscontrabili in malattie neurologiche che interessano aree o sistemi cerebrali definiti ci aiutano a capirne l’organizzazione fisiologica; d’altro canto lo sviluppo di test in grado di misurare le capacità musicali di un soggetto può arricchire enormemente la diagnostica neuropsicologica, essenzialmente mirata a testare le capacità linguistiche, l’attenzione e la memoria. L’indagine delle competenze musicali nelle malattie neurologiche è un presupposto fondamentale per la musicoterapia nell’ottica di misurarne i risultati, consentendo, oggi, la nascita della Musicoterapia Neurologica (NMT – Neurologic Music Therapy).
Relativamente alla valenza terapeutica, molte malattie neurologiche sia di tipo degenerativo che lesionale ad andamento cronico e progressivo con scarsa o nulla possibilità di terapie farmacologiche, si giovano di trattamenti musicoterapici con notevole beneficio per il paziente; così come disturbi dello sviluppo neuropsichico e problematiche psicopatologiche trovano sempre più riscontri ad approcci terapeutici basati sulla musica e le sonorità, integrate con le terapie tradizionali, ottenendo risultati molto soddisfacenti. La musicoterapia è una metodologia che si affianca ad altre di tipo medico, psicologico e riabilitativo, in un quadro di presa in carico globale del paziente.
Ambiti di intervento in musicoterapia
La musicoterapia è utilizza in tutte le fasce d’età, dai bambini agli anziani, poiché il suo scopo è volto a migliorare degli stati di difficoltà fisica, emotiva, mentale e psicologica. La musicoterapia ha un’ampia varietà di campi di applicazione e non può essere utilizzata come unica cura per il paziente, ma come un trattamento di sostegno alle altre terapie curative, ed è applicata e sperimentata nelle seguenti malattie e disfunzioni:
- disturbi dello spettro autistico
- disturbi specifici dell’apprendimento
- disturbi da deficit d’attenzione ed iperattività
- disturbi della comunicazione
- disabilità motorie
- disabilità intellettiva
- disturbi neurocognitivi
- sindrome di Down
- disturbi psicotici e spettro schizofrenico
- disturbi dell’umore
- disturbi d’ansia
- disturbi psicosomatici
- disturbi dei comportamenti alimentari
- donne in gravidanza
- pazienti in stato di coma reversibile
- demenza e morbo di Alzheimer
- malattie oncologiche
- dolore cronico e fibromialgia
Musicoterapia (Mt) applicata al disturbo post traumatico da stress (PTSD)
La musicoterapia può divenirsi uno strumento terapeutico utile nei casi di stress post traumatico, in quanto evidenze cliniche hanno indicato che promuove la resilienza, riduce il disagio emotivo, favorisce una connessione sociale e il benessere generale della persona.
In una revisione di alcuni studi, si evidenzia, come alcuni meccanismi centrali della musicoterapia possono essere applicati alla sintomatologia del PTSD con l’esito di promuovere un recupero funzionale della persona.
Molte ricerche musicoterapiche hanno mostrato come la musica e la produzione musicale possono essere utili per diminuire l’ansia e lo stress in vari disturbi, migliorare la depressione e favorire il rilassamento.
Nello specifico la musicoterapia nel PTSD può aiutare nella disregolazione emotiva, nell’attivazione di ricordi intrusivi, quali incubi, flashback, legati all’evento traumatico che creano nella persona un forte disagio psicofisiologico con un’iperattivazione e sensazioni di angoscia. La musica permette di radicarsi nel momento presente di fronte a questi stati, per questo viene anche utilizzata come tecnica di radicamento nella terapia comportamentale dialettica (DBT).
La musicoterapia effettuata in gruppo può consentire l’instaurazione di nuove connessioni sociali in uno spazio avvertito sicuro, favorendo un’esperienza sociale positiva, riducendo così l’isolamento e il distacco sociale che avvolge le persone con vissuti traumatici.
L’ascolto musicale o alcune produzioni musicali permettono il rilassamento della persona, favorendo una maggiore sensazione di sicurezza e conseguentemente diminuendo l’iperattivazione dell’amigdala e quindi la percezione di minori segnali di pericolo.
La musicoterapia può favorire l’elaborazione dell’esperienza traumatica attraverso il canale corporeo-sonoro-musicale, cioè la possibilità di raccontare i propri vissuti ed emozioni attraverso un linguaggio non verbale e di canalizzare i propri sentimenti di rabbia, senso di colpa, tristezza, sfiducia, paura, nell’uso del suono e della produzione sonora attiva con gli strumenti musicali.
La musicoterapia crea l’occasione per sperimentarsi in vissuti emotivamente piacevoli attraverso l’ascolto musicale, il fare musica da soli o in gruppo e il potersi rilassare. In generale, diversi studi hanno evidenziato come la musica aumenta il rilascio di endorfine nel cervello, migliorando i sentimenti positivi e diminuendo il senso di angoscia, paura e tristezza.
Nonostante l’evidenza di alcuni risultati nell’utilizzo della musicoterapia nel disturbo post traumatico da stress da affiancare alle terapie standard, si ha la necessità di ulteriori studi che prendano in considerazione le svariate variabili che possono intercorrere nei diversi approcci per far sì questa terapia acquisisca sempre più una valenza scientifica. Approfondire la ricerca in questo senso può aiutare le persone con PTSD ad avere un ulteriore risorsa terapeutica per migliorare il loro funzionamento, il loro benessere e la loro resilienza.
Concludendo possiamo suggerire che mentre per l’utilizzo della musicoterapia vi è la necessità di un musicoterapeuta specializzato, nei vari contesti terapeutici si può aumentare l’efficacia della cura con la musica incoraggiando il paziente ad un ascolto rilassante o alla creazione di una propria preferenza musicale che richiami il proprio spazio sicuro da utilizzare nei momenti di difficoltà.
Riferimenti
- Bence L. Méreaux M., “Musicoterapia. Ritmi armoni e salute”, Ed. Xenia 1990 Milano
- Nora Landis Shack, Adrienne J Heinz, Marcel O Bonn-Miller, (2017) “Music Therapy for Posttraumatic Stress in Adults: A Theoretical Review”, Psychomusicology 2017;27(4):334-342
- World Federation of Music Therapy (Federazione Mondiale di Musicoterapia) 1996
- IX Congresso Mondiale di Musicoterapia: 17-22 novembre 1999 Washington, (2000) Confiam
- https://www.musictherapy.org/
- https://www.istitutobeck.com/beck-news/il-potere-curativo-della-musica