Il lato oscuro del narcisismo: autolesionismo e tentativi di suicidio
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Quando pensiamo al narcisismo, la nostra mente viene subito catturata da immagini di arroganza, cinismo, successo, gloria e potere. Anche il DSM-5 (APA, 2013), l’ultima versione del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, descrive il Disturbo Narcisistico di Personalità (DNP) sottolineandone gli aspetti di grandiosità, machiavellismo e mancanza di empatia.
In realtà, sia i clinici che la letteratura scientifica, sono ormai concordi nel riconoscere come la manifesta ipertrofia dell’autostima sia solo una delle possibili facciate di un edificio spesso abitato dal vuoto, dalla depressione e dall’assenza di desideri (Dimaggio,2016). La grandiosità è infatti per il narcisista quello che il miraggio di un’oasi rappresenta per un uomo disperso nel deserto, l’unica possibilità di salvezza. L’illusione della salvezza. Perché illusione? Perché ogni stato mentale è transitorio. Lo sanno bene i grandi atleti, salire sul podio è linfa vitale, ma appena il pubblico smette di applaudire e si entra sotto la doccia, l’euforia comincia a scemare e lo sguardo è alla prossima competizione. Il problema del narcisista è che, nello scendere i gradini del podio, è come se calasse il buio. La motivazione e i desideri appaiono improvvisamente sbiaditi, difficili da individuare, l’energia cala, il vuoto e l’immobilità diventano un fato terrifico eliminabile solo con un nuovo successo.
Detto questo, non dovrebbe stupire il fatto che il DNP sia spesso caratterizzato da autolesionismo e da comportamenti suicidari (Ansell et al., 2015; Pincus et al., 2009). Quando gli stati mentali di vuoto depressivo appaiono al narcisista come un ineluttabile destino, spegnere la sofferenza con il dolore fisico o la morte può sembrare l’unica soluzione possibile. Non sorprende, dunque, che Ansell e colleghi (2015), valutando un periodo di 10 anni, abbiano trovato come il DNP fosse il disturbo di personalità associato al maggior numero di tentativi di suicidio.
Mentre i tentativi di suicidio sono stati ricondotti sia alle componenti di grandiosità che di vulnerabilità narcisistica, ad oggi gli studi suggeriscono come gli atti autolesivi non suicidari siano tipici della sola vulnerabilità narcisistica, ossia di quella dimensione caratterizzata da un’alterazione negativa dell’immagine di Sé, da fallimenti nei tentativi di auto-valorizzazione, dalla mancanza di riconoscimento e di ammirazione da parte degli altri (Miller et al., 2010; Pincus est al., 2009; Thomas et al., 2012).
In virtù di questi dati, Dawood, Schroder, Donnellan, e Pincus (2018), hanno cercato di chiarire il rapporto tra sette dimensioni del DNP relative ad aspetti di grandiosità (sfruttamento interpersonale, altruismo strumentale e fantasie grandiose) e di vulnerabilità (precarietà dell’autostima, tendenza a nascondere il Sé, svalutazione, rabbia di diritto) e atti lesivi non suicidari compulsivi (o moderati) e impulsivi (o gravi).
Analizzando i dati su un campione di 1023 studenti universitari, i risultati hanno evidenziato come il 35,78% del campione totale riportasse di aver messo in atto nella vita atti lesivi non suicidari, con una maggiore incidenza negli individui che riferivano più alti livelli di problemi mentali. Tutte le sette dimensioni del DNP indagate sono risultate significativamente associate alla presenza di atti autolesivi non suicidari, indicando come sia gli aspetti di grandiosità che di vulnerabilità narcisistica rappresentino dei fattori di rischio per la messa in atto di questi comportamenti.
Per quanto riguarda la tendenza ad agire comportamenti compulsivi o impulsivi, sono emerse delle differenze. Ad esempio, la presenza di fantasie grandiose è risultata essere associata alla messa in atto di agiti compulsivi, nonostante queste fantasie, utili al narcisista per gestire stati emotivi dolorosi, siano risultate legate ad una minor frequenza generale di atti autolesivi. Al contrario, la tendenza a nascondere il Sé aumentava la probabilità di autolesionismo. Lo sfruttamento interpersonale è risultato invece associato alla presenza di atti impulsivi (o gravi), sottolineando quanto la dimensione sociale sia problematica, e dolorosa, per il narcisista. La svalutazione, una dimensione che valuta il disinteresse verso coloro che non soddisfano i propri bisogni di ammirazione, e la presenza di sentimenti di vergogna per i propri bisogni di vicinanza e supporto quando questi non sono soddisfatti, anche se non associata in modo peculiare a comportamenti compulsivi o impulsivi, è però risultata correlare ad una maggiore frequenza di tagli sulla pelle, indicando vissuti di autosvalutazione e forme di auto-punizione. Contrariamente, la rabbia provocata da aspettative non soddisfatte sembrerebbe invece portare a forme aggressive eterodirette.
Visto il forte legame tra atti lesivi non suicidari, il rischio di mettere poi in atto tentativi di suicidio (Bryan, May, & Klonsky, 2015; Guan, Fox e Prinstein, 2012), e di rendere questi tentativi letali (Cooper et al., 2005; Hawton, Zahl, & Weatherhall, 2003), lo studio di Dawood e colleghi rimarca l’importanza di valutare ed affrontare efficacemente gli atti di autolesionismo nel trattamento del DNP. Le componenti di disregolazione emotiva, e le conseguenti strategie disfunzionali per fronteggiarle, per molto tempo considerate fondamentali nel solo Disturbo Borderline di Personalità, acquisiscono sempre più un ruolo centrale nella psicopatologia e nei disturbi di personalità. Inserire nella concettualizzazione del caso, e quindi nella pianificazione del trattamento, le dimensioni di disregolazione emotiva e le associate strategie disfunzionali di fronteggiamento, appare sempre più un elemento determinante per trattare in modo efficace i disturbi di personalità.
Referenze
- Association, A. P. (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders: DSM-5. American Psychiatric Association.
- Dawood S, Schroder HS, Donnellan MB, Pincus AL. Pathological Narcissism and Nonsuicidal Self-Injury. J Pers Disord. 2018 Feb;32(1):87-108. doi: 10.1521/pedi_2017_31_291. Epub 2017 May 17.
- Giancarlo Dimaggio. 2016. L’illusione del Narcisista. La malattia della grande vita. Baldini Castoldi.