Narcisismo e cicli interpersonali: prima parte

Narcisismo e cicli interpersonali: prima parte

Narcisismo e cicli interpersonali

Photo by Deeana Arts on Pexels

Abbiamo visto come le relazioni interpersonali siano un vero e proprio tallone d’Achille per i narcisisti (Narcisismo e cicli interpersonali: una premessa): un continuo slalom per sfuggire a un tiranno interno spietato e invincibile che li tiene stretti in una morsa tra grandiosità e vuoto. Vien da sé che averci a che fare può essere decisamente complicato e finire in cicli interpersonali disfunzionali è un attimo. A quel punto, qualcuno suggerirebbe un mesto segno della croce. Vediamo, allora, le possibili dinamiche interpersonali.

Una prima fotografia ci mostra il Sé in attesa di essere idealizzato, visto nella sua veste splendente, da un altro che effettivamente gli concede ciò che desidera. Ora sì che può sentirsi pieno, tronfio e soddisfatto. La pelle è, così, inscalfibile. Ma se qualcosa va storto?

Se la sorgente dell’ammirazione cessa di riconoscerlo e abbeverarlo? Il senso di essere stato tradito si fa strada e vi ritrovate investiti da un Frecciarossa 1000 Reggio Calabria – Milano dove a voi è riservato il vagone del giudizio e della vendetta. Ovviamente nessuna prima classe.

Continuando a scorrere l’album delle foto troviamo una scena in cui l’ammirazione per un altro eletto, inarrivabile è completa, altisonante. Tutti possono e devono vedere quanto io sia speciale agli occhi di chi appartiene alla cerchia dei Grandi. Una danza armoniosa sulle note della grandiosità. Ne sono un esempio Harvey Specter e Mike Ross, protagonisti di Suits, dove tra i due scatta una scintilla manco fossero due adolescenti innamorati. La loro chimica istantanea travolge chiunque: tutti, nello studio, assistono al volteggio dove l’arroganza seducente di Harvey incontra e sposa l’intelligenza sfacciatamente attraente di Mike. Ammaliare, affascinare. La condivisione è massima, l’idillio perfetto.

Un altro esempio? Pensate al giovane imprenditore di successo, tutto d’un pezzo e la ragazza super sexy, travolgente, spiritosa e molto sveglia. Una Cat Woman senza maschera. Non vorreste essere il suo Batman? Oppure eccola lì, la giovane stagista dall’educazione ineccepibile… nemmeno i francescani avrebbero da ridire… con il suo fare attento, delicato, quasi impalpabile, immateriale e il pianista che riserva nelle note tutte le sue speranze.

Tornando alla danza, immaginate che ad un certo punto ci si pestano i piedi. Il finale è decisamente tragico. Senza riconoscimento posso solo dissolvermi perché la luce nel tuo sguardo carico di ammirazione non è più rivolta a me. Dal sentirmi geniale e integro all’essere niente, peggio che trasparente. La condensa sul vetro quando apri la finestra evapora con meno facilità. Allora via all’umiliazione, alla rabbia e al disprezzo. Il tradimento è troppo grande. Lo squarcio nel petto fa troppo male. Posso solo che ritirarmi.

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Riferimenti

https://www.istitutobeck.com/beck-news/narcisismo-ansia-e-facebook-addiction?sm-p=1511761042

Autore/i dell’articolo

Dott.ssa Mariangela Ferrone - Psicologa - Psicoterapeuta - Istituto Beck
Psicologa, Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, Psicoterapeuta TMI (terapia metacognitiva interpersonale) livello EXPERT. Per molti anni è stata Coordinatrice del Centro di Psichiatria Perinatale e Riproduttiva, del Servizio di Psicoterapia e Counseling Universitario presso la UOC di Psichiatria – Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma. Attualmente è docente per l’insegnamento di “Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione” nel corso di laurea in Scienze Infermieristiche, sede Sant’Andrea presso la Facoltà di Medicina e Psicologia – Sapienza Università di Roma, nonché docente interno e supervisore clinico dell’Istituto A.T. Beck per le sedi di Roma e Caserta. Socio Aderente della SITCC (Società Italiana di Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva).

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