La natura nel trattamento dei giovani adulti oncologici

La natura nel trattamento dei giovani adulti oncologici

La natura nel trattamento dei giovani adulti

Photo by Andreas Gücklhorn on Unsplash

La natura come medicina mente-corpo per pazienti oncologici giovani adulti

“Quassù ritrovo l’aria, l’ispiro così forte che finalmente so cos’è l’ispirazione per un artista. È aria venuta da lontano, respirata prima da alberi e da generazioni […] Quassù l’ispirazione entra nel naso e la mucosa fiuta la storia dell’aria, i suoi viaggi” (Erri De Luca)

Introduzione

Il tema della connessione con la natura riceve ormai da alcuni decenni un’attenzione sempre maggiore sia dai Media che dalla comunità scientifica. Le prove empiriche raccolte fino ad ora suggeriscono che trascorrere tempo in spazi verdi e blu fa bene alla nostra salute e al nostro benessere. Rimangono molti interrogativi sul perché sia una connessione tanto benefica e su quali siano i meccanismi responsabili. Resta il fatto che la connessione con la natura è un aspetto importante per la prevenzione delle malattie e la promozione del benessere.

Ricerca

Un gruppo di ricercatori Statunitensi ha studiato gli effetti della connessione con la natura in un campione di giovani adulti sopravvissuti al cancro e i loro caregiver. In questa ricerca i partecipanti venivano invitati a fare viaggi zaino in spalla e in canoa in destinazioni naturali e selvagge del Montana, Oregon, Wyoming, Idaho, Utah, Minnesota, la penisola superiore del Michigan e le Bahamas.

Il tema centrale dei viaggi era la mindfulness. I partecipanti venivano costantemente istruiti a svolgere le attività come camminare o pagaiare nella natura lentamente oppure ricordando “siamo esattamente dove dovremmo essere.

In questo contesto la connessione con la natura rappresenta un “ambiente di contenimento” attraverso il quale i sopravvissuti sperimentano un nuovo senso di apertura fisica e psicologica, di spaziosità e incarnazione; svincolato dalle convenzioni tradizionali del tempo, della linearità e della modernità; un ambiente che modella l’impermanenza e la trasformazione ed è favorevole a rallentare e mettere in pausa, riflettere e notare, apprezzare, sentirsi radicati, ricentrati e ricalibrati.

Il periodo di riferimento della ricerca è rappresentato dai viaggi avvenuti dal 2016 al 2021 e le dimensioni esplorate comprendevano: il livello di connessione con la natura, l’ansia, la depressione, i disturbi del sonno e l’infiammazione biologica.

Materiali e metodi

La ricerca ha interessato 157 giovani adulti di età compresa tra i 18 e 39 anni a cui era stato diagnosticato un cancro. La progettazione della ricerca prevedeva la compilazione di questionari ed esami biochimici prima e dopo i viaggi. I viaggi erano disponibili solo per i pazienti che avevano la possibilità di portare un caregiver (cioè una persona che era stata loro vicina durante il viaggio contro il cancro).

Le lunghezze del trekking includevano 5 notti di campeggio backcountry o tre notti in strutture situate in un ambiente selvaggio. In ogni viaggio erano presenti tre guide, due delle quali certificate wilderness first responder (WFR) e una terza con esperienza nell’insegnamento della meditazione di consapevolezza e dello yoga. Le guide svolgevano un ruolo cruciale nella creazione di un ambiente sicuro, divertente e accogliente attraverso il quale i partecipanti potevano incontrare nuove opportunità per esplorare, riflettere, imparare e divertirsi.

Ogni giorno, oltre a mangiare, fare trekking e/o andare in canoa e avere alcuni tempi di inattività non programmati, i partecipanti si impegnavano in pratiche di mindfulness (meditazioni guidate e yoga), per promuovere mindfulness e self-compassion.

Risultati

I risultati indicano un miglioramento significativo sia nei sopravvissuti al cancro che nei caregiver in termini di connessione alla natura, connessione agli altri, connessione a sé stessi attraverso la riflessione sul proprio percorso come sopravvissuto, comprensione dei benefici della mindfulness per la salute. Inoltre, sia nei partecipanti che nei caregiver, si sono registrate diminuzioni significative dei sintomi di ansia, depressione e dei disturbi del sonno. Anche i valori relativi all’infiammazione biologica nel post si erano ridotti significativamente.

Conclusioni

I risultati di questa ricerca obbligano a prendere in considerazione la possibilità di strutturare programmi di supporto che sfruttino gli effetti benefici della connessione con la natura. Queste informazioni dovrebbero indirizzare anche a promuovere programmi di prevenzione nelle scuole che abbiano questo focus.

Sarebbe necessario un cambio di mentalità, una specie di ritorno into the wilde!

 

 

Riferimenti

  • Victorson et Al (2021) Psychosocial and Biological Outcomes of Immersive, Mindfulness-Based Treks in Nature for Groups of Young Adults and Caregivers Affected by Cancer: Results from a Single Arm Program Evaluation from 2016-2021. Int J Environ Res Public Health.

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Autore/i dell’articolo

Dott.ssa Daria D'Alia
Psicologa - Psicoterapeuta Docente Istituo A.T. Beck di Roma e Caserta. Ha lavorato per 15 anni nei Servizi Psichiatrici del Lazio. Specializzata nei Disturbi dell’Alimentazione e nelle terapie Mindfulness-Based. Conduce gruppi di Mindful Eating e DBT (Dialectical behavior therapy).  

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