Nella mente del paranoide
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È un mondo buio e pericoloso quello che ti circonda. Cupo. Il primo passo fuori casa e boom, eccoti catapultato nel passato, milioni di anni indietro. La tua mente ora ristagna lì, in un paesaggio fatto di freddo, stenti e zanne di dinosauro. Ristagna in un mondo dove scarseggia proprio quell’ingrediente che ci consente di uscire di casa convinti di rientrarvi la sera, di passeggiare tranquillamente tra le strade della nostra città, di scherzare con i nostri colleghi, di lasciare che le nostre ferite e debolezze vengano accolte dalle mani premurose della nostra partner: la fiducia. E una realtà senza fiducia è una realtà dura. Sopravvivenza è la parola d’ordine. Ogni tua cellula è colonizzata dalla paura: il tuo corpo è tonico, pronto a difendersi. Sei in allerta, deciso a reagire al minimo segnale di minaccia, a smascherare inganni, a scovare tranelli, a disinnescare piani orditi nell’ombra, a rispondere agli attacchi e alle umiliazioni degli altri. Sì, proprio gli altri, pronti a fregarti appena gli volti le spalle. La verità è che ti senti vulnerabile. In fondo, vorresti fidarti, ma purtroppo le persone che ti circondano hanno intenzioni malevole, e allora non puoi permetterti cali di tensione, mai abbassare la guardia.
E poi il sospetto, la diffidenza, i timori iniziali, spazzati via dalla rabbia per l’inconfutabile evidenza della malvagità altrui: l’offesa ricevuta dalla segretaria, la beffarda risata dei colleghi, il ghigno malcelato del barista, il sadico e insensibile tradimento di tua moglie.
È una vita che risuonano dentro di te queste note in perfetta sequenza: paura-rabbia, paura-rabbia, paura-rabbia, all’infinito. Sei esausto di combattere contro un mondo così minaccioso e invincibile, e allora dici basta. Sì, basta con il lavoro, basta con le relazioni, basta con le uscite, basta con tutto. Basta con la vita. Avete vinto voi.
Stati mentali
Come descritto nei miei precedenti articoli, gli esseri umani vivono delle esperienze soggettive, costituite da idee, emozioni e stati somatici che si susseguono tra loro (stati mentali). Nelle persone con disturbo di personalità tali esperienze tendono ad essere limitate e ad alternarsi in modo rigido.
Non vi sono stati mentali di per sé patologici, ciò che definisce la patologia è l’estrema facilità di attivazione, la pervasività della serie di stati mentali, il loro esser carichi di dolore individuale, l’assenza di stati di benessere e adattamento.
Gli stati mentali dominanti nel disturbo paranoide di personalità sono lo stato sospettoso, quello di ira funesta e quello astenico.
Lo stato sospettoso è caratterizzato da una sensazione di minaccia, paura, ansia, attivazione neurovegetativa; si sviluppa un circolo vizioso per cui l’iper-arousal rinforza la sensazione di allarme e di minaccia che a sua volta aumenta l’iper-arousal. A differenza del soggetto ansioso, il paranoide non si sente rassicurato dalla confutazione della personale visione catastrofica del mondo ma, paradossalmente, si rassicura quando i propri timori vengono riconosciuti e confermati. Gli altri potrebbero ingannare, umiliare, danneggiare, essere minacciosi; il soggetto è focalizzato sulla mente altrui, alla quale attribuisce intenzioni malevole. La persona si sente pronta a reagire, difficile da ingannare, il corpo è tonico, pronto a difendersi.
Lo stato di ira funesta è contraddistinto dalla sensazione di minaccia, ingiustizia subita, vi è rabbia, iper-arousal, distacco; agli occhi del soggetto ormai il pericolo è sicuro, certo, il nemico è in azione.
Lo stato astenico è caratterizzato da bassa efficacia, esclusione, distacco, astenia, paura, minaccia, ansia; il soggetto vive in preda al terrore e alla paura, evita le relazioni, ritiene di non essere più in grado di affrontare un mondo così minaccioso; in tale stato è molto alto il rischio di condotte suicidarie (Dimaggio et al., 2013; Dimaggio et al., 2019; Dimaggio, Semerari, 2003).
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Riferimenti
- Agnello, T., Fante, C., Pruneti, C. (2013). Paranoid personality disorder: new areas of research in diagnosis and treatment. Journal of Psychopathology, 19, 310-319.
- American Psychiatric Association (2014). DSM-5: Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Raffaello Cortina, Milano.
- Benjamin, L. (1996). Interpersonal diagnosis and treatment of personality disorders. Second Edition. New York: Guilford.
- Dimaggio, G., Montano, A., Popolo, R., Salvatore, G. (2013). Terapia metacognitiva interpersonale dei disturbi di personalità. Raffaello Cortina, Milano.
- Dimaggio, G., Ottavi, P., Popolo, R., Salvatore, G. (2019). Corpo, immaginazione e cambiamento. Terapia metacognitiva interpersonale. Raffaello Cortina, Milano.
- Dimaggio, G., Semerari, A. (2003). I disturbi di personalità. Modelli e trattamento. Editori Laterza, Bari-Roma.
- Lobbestael, J., Arntz, A., Bernstein, D.P. (2010). Disentalgling the relationship between different types of childhood maltreatment and personality disorders. J Pers Disord, 24, 285-295.
- Tyrka, A.R., Wyche, M.C., Kelly, M.M., et al. (2009). Childhood maltreatment and adult personality disorder symptoms: Influence of maltreatment type. Psychiatry Res, 165, 281-287.
- https://www.istitutobeck.com/opuscoli/opuscolo-disturbi-di-personalita-e-trauma
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