Non riesco a smettere di pensare
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Non riesco a smettere di pensare: una tecnica per regolare la ruminazione
La ruminazione maladattiva è una forma ripetitiva di attenzione rivolta a sé, al fatto che si è depressi, ai propri sintomi e alle loro cause, significati e conseguenze, caratterizzata da ricorrenza e persistenza (Nolen-Hoeksema, 1999). Ciò che distingue la ruminazione da altre forme di pensiero automatico negativo, è la sua caratterizzazione come un vero e proprio stile di risposta per fronteggiare l’umore depresso. Si tratta, cioè, di una differenza individuale stabile, una caratteristica di personalità. È quindi uno stile di coping specifico basato sulle emozioni e centrato su sé stessi. La ruminazione è un processo cognitivo comune e non necessariamente patologico. Quindi, cosa la rende maladattiva e inutile?
Questi tre fattori teorici contribuiscono a rendere patologica la ruminazione (Wells & Matthews, 1994):
- Quando la ruminazione viene usata ad esempio come risposta a pensieri o emozioni negativi
- Per cosa la ruminazione viene usata ad esempio come processo prevalente di problem solving
- Se la ruminazione viene valutata negativamente (es. “Non riesco a controllare la mia ruminazione”)
La tecnica di regolazione dello spazio attentivo per la ruminazione
Le strategie di regolazione attentiva servono a guidare l’attenzione del paziente, in modo tale da rendere possibile una modulazione morbida, consapevole e non reattiva dello stato mentale problematico. Tra queste troviamo la tecnica di regolazione dello spazio attentivo per la ruminazione.
Per eseguire questa tecnica è importante selezionare un’immagine mnestica ad alto contenuto emozionale schema-correlato. La necessità di fissare un fotogramma, solitamente quello a più alta intensità emotiva, di un ricordo piuttosto che far scorrere liberamente il ricordo è legata al fatto che nel ricordare un episodio schema-attivante alcuni pazienti iniziano immediatamente a ruminare. Lo scorrere delle scene è carico di valutazioni e giudizi critici su di sé e sull’altro; infatti, solitamente il paziente mentre ricorda sta già ruminando.
Nell’avvicinarsi al contenuto emotivo di un evento doloroso spesso il paziente tende ad interpolare la narrazione dei fatti e degli eventi interni vissuti con una serie di inferenze, giudizi, interrogativi, astrazioni, generalizzazioni ed altro ancora, che lo portano al di fuori dell’esperienza e lo introducono nel gorgo della ruminazione sentendosi, così, senza via d’uscita.
A questo punto bisogna bloccare con gentilezza questi smarginamenti, che però si ripresentano con estrema facilità nel giro di pochi secondi una volta ripresa la narrazione. Una pratica efficace e semplice per evitare che il paziente operi questo insidioso e repentino shift tra rappresentazione rivissuta del ricordo e ruminazione, consiste nel chiedergli di selezionare appunto una scena, un fotogramma, un’immagine che rappresenti al meglio l’aspetto doloroso dell’evento ricordato, quella che provoca la maggior quantità di sofferenza.
La tecnica prevede 5 step:
- Fissare il fotogramma a più alta intensità emotiva
- Ancoraggio morbido al sensorio e prima scomposizione dello spazio attentivo
- Ulteriore scomposizione dello spazio attentivo
- Lasciar andare l’immagine
- Chiusura e condivisione dell’esperienza
Conclusioni
Lo scopo di questa tecnica e di altre simili non è dato dal provocare sofferenza nel paziente. Qui miriamo ad elicitare stati mentali emotivamente marcati, con annessa componente somatica e tendenza all’azione. In questo modo il paziente tra una seduta e l’altra riconoscerà subito quello stato mentale che in seduta non affiorava e invece di evitarlo, praticare altri coping comportamentali nocivi e soprattutto ruminarci su, potrà gestirlo.
Riferimenti
- Dimaggio, G. et al. (2013). Terapia metacognitiva interpersonale dei disturbi di personalità. Raffaello Cortina, Milano.
- Dimaggio, G. et al. (2019). Corpo, immaginazione e cambiamento. Raffaello Cortina, Milano.
- Wells, A., & Matthews, G. (1996). Modelling cognition in emotional disorder: The S-REF model.Behaviour Research and Therapy, 34, 881-888.
- Wells, A. (2009). Metacognitive therapy for anxiety and depression. The Guilford Press, New York. Trad. it.: Terapia metacognitiva dei disturbi d’ansia e della depressione. Eclipsi: Firenze, 2012.
- Papageorgiou, C., & Wells, A. (1998). Effects of attention training on hypochondriasis: A brief case series. Psychological Medicine, 28, 193-200.
- Papageorgiou, C., & Wells, A. (2000). Treatment of recurrent major depression with attention training. Cognitive and Behavioral Practice, 7, 407-413.
- https://www.istitutobeck.com/beck-news/terapia-metacognitiva-interpersonale-3
- https://www.istitutobeck.com/beck-news/terapia-metacognitiva-interpersonale-2
- https://www.istitutobeck.com/beck-news/interventi-terapeutici-per-la-disregolazione-emotiva
- https://www.istitutobeck.com/beck-news/stile-di-pensiero-perseverativo