Nuova aggressione omofobica alla Stazione Tiburtina

Nuova aggressione omofobica alla Stazione Tiburtina

Nuova aggressione omofobica

Nei pressi della stazione Tiburtina a Roma si è consumato il più recente attacco omofobico nei confronti di Federico, un ragazzo toscano di 21 anni. Dalla ricostruzione, sembra che Federico sia uscito dal luogo di lavoro e, a pochi passi dalla stazione, sia stato accerchiato da quattro ragazzi con i capelli rasati e tatuaggi di croci celtiche. In seguito, Federico riporta di essere stato aggredito con pugni, calci e botte mentre veniva apostrofato con frasi offensive quali “Voi gay siete la feccia di questa città” e “Adesso ti facciamo vedere quello che facciamo ai froci come te”. Al termine dell’aggressione, Federico è riuscito ad arrivare al Pronto Soccorso dove ha ricevuto le cure necessarie ed è stato dimesso con una prognosi di cinque giorni. Il ragazzo ha poi sporto denuncia.

I dati sull’omofobia in Italia non lasciano spazio a molto ottimismo. Secondo l’indagine “Gli italiani e le discriminazioni” realizzata in collaborazione tra Amnesty International e Doxa, il 35,5% delle persone con orientamento omosessuale nel nostro Paese hanno subìto insulti, offese e umiliazioni (contro il 25,8% degli eterosessuali), il 40,3% è stato oggetto di discriminazione sul posto di lavoro.

Secondo i risultati della ricerca, il 61,3% dei cittadini (18-74 anni) pensa che le persone con orientamento omosessuale siano molto o abbastanza discriminate, ma gli italiani mostrerebbero anche un retaggio culturale retrogrado e profondamente discriminatorio e omofobico: il 29,7% pensa che per gli omosessuali sarebbe meglio non parlare del proprio orientamento sessuale, mentre ben il 55,9% è dell’idea che “se gli omosessuali fossero più discreti, sarebbero meglio accettati”. L’unico dato incoraggiante sarebbe quello dell’86% delle persone che pensa che ci debba essere parità di diritti al di là dell’orientamento sessuale, percentuale in aumento di 14 punti percentuali rispetto a una ricerca del 2016.

Purtroppo, nonostante vi sia consapevolezza delle discriminazioni che la minoranza LGBT subisce quotidianamente, l’italiano medio non sembra rendersi conto di essere egli stesso perpetratore di quelle discriminazioni, anche solo minimizzando il problema dell’omofobia o affermando che in Italia se ne parli tanto solo perché i mass media e i social affrontano l’argomento più che in passato.

L’omofobia rappresenta una serie di reazioni fisiologiche e psicologiche involontarie alla presenza di persone con orientamento omosessuale. Oggi si preferisce parlare di omonegatività, in quanto l’omofobia manca dell’irrazionalità tipica delle altre fobie ed è piuttosto un fenomeno sociale al quale noi tutti siamo esposti fin dall’infanzia: secondo il Dott. Vittorio Lingiardi, psichiatra che da anni si occupa del problema, «molti comportamenti e affermazioni comunemente considerati omofobi non sono principalmente basati sulla paura o l’imbarazzo, ma piuttosto sul pregiudizio e la disapprovazione» (Lingiardi, 2007a, pag. 47).

Il percorso di civiltà e uguaglianza in Italia è ancora lungo ed è evidente che abbiamo bisogno di unire le forze per far avvenire un costante e profondo cambiamento culturale.

Riferimenti:

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