Nuove direzioni nella ricerca sui disturbi alimentari
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L’anoressia nervosa, la bulimia nervosa, il disturbo da alimentazione incontrollata (o binge eating disorder, BED) e il disturbo evitante-restrittivo dell’assunzione del cibo sono disturbi psicologici pericolosi e generalmente difficili da trattare. La prevalenza dei disturbi alimentari, come l’anoressia nervosa e la bulimia, è dell’8,4% per le donne e del 2,2% per gli uomini in tutto il mondo. Questi dati riflettono criteri diagnostici basati sulla presentazione clinica nelle donne e molto probabilmente sottovalutano la prevalenza negli uomini. Le donne sperimentano pressioni sociali che incoraggiano e premiano l’essere magre; al contrario, gli uomini sono incoraggiati a diventare forti e muscolosi.
Queste pressioni spesso portano le donne a digiunare o ad indursi il vomito dopo i pasti, e all’uso eccessivo di lassativi e diuretici per perdere peso. Le donne sono esposte a maggiori tassi di bullismo, vergogna e giudizio riguardanti la loro forma fisica. Gli uomini invece hanno maggiori probabilità di fare eccessivo esercizio fisico e consumare quantità esagerate di integratori proteici che possono danneggiare i reni. Spesso riferiscono di essere riluttanti a cercare aiuto per la loro dipendenza dallo sport o la loro ricerca di un fisico perfetto. Per queste ragioni ed altre ragioni, i disturbi alimentari hanno una lunga storia nei disturbi femminili.
Gli studi hanno identificato alcuni fattori di rischio genetici specifici legati al sesso biologico. Ad esempio, i parenti di sesso femminile di uomini con anoressia nervosa hanno un maggiore rischio di sviluppare lo stesso disturbo alimentare. Studi sui gemelli, tra cui gemelli dello stesso sesso e gemelli di sesso opposto, riportano che circa il 50% del rischio genetico per i disturbi alimentari è condiviso. La cosa più interessante è che le femmine dei gemelli maschio-femmina avevano un rischio genetico costantemente più elevato rispetto ai maschi di sviluppare un disturbo alimentare. La maturazione ormonale è importante dato che il rischio per le femmine in questi studi non era rilevabile fino a dopo la pubertà.
Per comprendere il ruolo dell’auto-assegnazione di genere, alcuni studi hanno incluso individui LGBTQIA +. I membri di questa comunità spesso riferiscono una maggiore prevalenza di disturbi psichiatrici e alimentari. La loro esperienza di sistematica discriminazione familiare e sociale è stata associata a molteplici fenotipi alimentari disregolati come il binge eating, il digiuno e il vomito. Le femmine spesso tentano di sopprimere le mestruazioni con estrema restrizione calorica o esercizio eccessivo.
Non sono però state condotte ricerche sistematiche sul rischio genetico dei disturbi alimentari tra gli individui LGBTQIA+. Gli scienziati presumono che le stesse influenze genetiche sui disturbi alimentari siano presenti in questi individui come nei cisgender, anche se i fattori di rischio sociali sono chiaramente più acuti.
Alcuni studi recenti hanno dimostrato che le persone con disturbi alimentari presentano deficit somatici unici, tra i quali una sensibilità aumentata o diminuita ai segnali interni del corpo che li informano se sono eccitati (il mio battito cardiaco è accellerato?), ansiosi, spaventati, o generalmente sollecitati. Questi segnali sono di primaria importanza, dato che il disagio emotivo è implicato nel mantenimento sia dei disturbi d’ansia che dei disturbi alimentari. Ad esempio, una persona con un disturbo alimentare potrebbe avere difficoltà a distinguere i sentimenti di colpa da quelli di gonfiore addominale e potrebbe riscontrare difficoltà nel distinguere tra emozioni specifiche e sensazioni fisiche. Questi individui possono impegnarsi in strategie alimentari disregolate per ridurre le sensazioni fisiche fastidiose associate alle emozioni di disagio.
I progressi nella comprensione delle cause dei disturbi alimentari potrebbe essere utile ai clinici nel trattamento dei loro pazienti, aiutandoli a smettere di sentirsi in colpa per i loro corpi o comportamenti.
Riferimenti
- Huckins, L.M., Signer, R., Johnson, J. et al.What next for eating disorder genetics? Replacing myths with facts to sharpen our understanding. Mol Psychiatry (2022).
- Claire E. Cusack, Christina Ralph-Nearman, Julia K. Nicholas, Cheri A. Levinson, New directions in research on somatic concerns in individuals with eating disorders, New Ideas in Psychology,Volume 66,2022,