Anche in India l’omosessualità non è più reato
Sappiamo che la storia coloniale europea è una lunga lista di tristi vicende. A queste si aggiunge anche il trapianto di cultura e visioni del mondo che erano in auge in quel periodo della storia dell’Europa e spesso totalmente diverse da quelle della cultura invasa. Per esempio, le norme britanniche imposte in India hanno introdotto l’omofobia oggi presente in quel Paese mediorientale con le loro leggi contro l’omosessualità. Prima di allora, invece, la cultura indiana non contemplava discriminazioni delle minoranze sessuali, scene di intimità tra adulti dello stesso sesso sono raffigurate nei templi e l’induismo stesso considera l’omosessualità come naturale e portatrice di gioia.
La storia non si fa né con i “se” né con i “ma”, quindi sarebbe futile speculare su cosa sarebbe oggi l’India se la cultura originale fosse stata rispettata. La sequenza di eventi realmente accaduta in India ha mantenuto l’impianto criminalizzante delle minoranze sessuali ben oltre l’Indipendenza indiana avvenuta solo nel secolo scorso e ha portato il governo ad affermare nel 2003 che la legalizzazione dell’omosessualità avrebbe aperto le porte a comportamenti delinquenziali.
Ma i diritti umani si fanno strada in un mondo sempre più globalizzato e le cose stanno lentamente cambiando, anche grazie al lavoro di Manvendra Singh Gohil, primo principe indiano ad aver fatto pubblicamente coming out. Secondo un sondaggio realizzato nel 2017 dall’ILGA (International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association), il 58% della popolazione indiana pensa che le persone LGBT dovrebbero avere gli stessi diritti delle persone eterosessuali. Tuttavia lo stesso sondaggio evidenzia che per il 39% dei partecipanti l’omosessualità dovrebbe essere trattata come crimine.
La strada verso l’uguaglianza sociale è ancora lunga ma un’ottima notizia è da poco stata diffusa: la Corte Suprema indiana ha finalmente annullato il reato di omosessualità introdotto nell’età vittoriana. Questa conquista è arrivata dopo anni (se non secoli) di battaglie che avevano visto uno spiraglio di luce già nel 2013 con l’intervento dell’Alta Corte di Delhi, poi annullato dalla stessa Corte Suprema in seguito a una coalizzazione omofobica di gruppi musulmani, indù e cristiani, a dimostrazione che discriminazione e disuguaglianza sociale sono un fenomeno assolutamente trasversale.
L’India diventa così il 124esimo Paese in cui l’omosessualità non è considerata reato.
La strada verso un pianeta Terra libero dall’omofobia continua.
Riferimenti:
- ILGA-RIWI Global attitudes survey.