Onda Pride 2018: uniti contro l’omofobia istituzionalizzata

Onda Pride 2018: uniti contro l’omofobia istituzionalizzata

Onda Pride 2018

Onda Pride 2018: uniti contro l’omofobia istituzionalizzata

Nel 1972, nella bella città di Sanremo, si organizzò la prima manifestazione della storia italiana a sostegno dei diritti per le persone con orientamento omosessuale: quaranta persone appartenenti a diverse associazioni protestarono contro il Congresso internazionale di sessuologia che quell’anno dibatté sulle devianze sessuali: nel programma erano stati inclusi anche gli argomenti di cause dell’omosessualità e terapie riparative. Come quella dello psichiatra inglese Philip Feldmann che prevedeva scosse elettriche all’esposizione di immagini di uomini nudi per i maschi omosessuali. Se questa cosiddetta “terapia” può sembrare cruenta, la tecnica Reder prevede, invece, la lesione di un’area del cervello.

La manifestazione italiana arrivò solo tre anni dopo i famosi “moti di Stonewall“, una serie di scontri tra la polizia e i clienti del bar gay “Stonewall Inn” a New York: la ribellione era nata dopo le continue retate della polizia che procedeva all’arresto degli avventori anche per il semplice motivo di essere nel locale. Stonewall diventerà il precursore del movimento mondiale di liberazione gay.

Per quanto riguarda il Belpaese, il primo Pride nazionale ufficiale è del 1994 e si tenne a Roma con una partecipazione, oltre le aspettative, di diecimila persone. Da allora, le manifestazioni nazionali e locali si sono susseguite, lasciando nella memoria alcuni episodi più famosi, come quello del 2000, che vide oltre mezzo milione di partecipanti sfilare per le vie della Capitale soprattutto contro le ingerenze della Chiesa Cattolica che voleva annullare il Gay Pride, a parer loro inopportuno nell’anno del Giubileo. Sempre in risposta a un attacco alla libertà individuale, questa volta il Family Day, fu quello del 2007; il 2013 si distingue come l’anno della manifestazione con più cariche istituzionali presenti. Proprio da quest’anno parte l’Onda Pride, ovvero più manifestazioni in giro per l’Italia e non più un solo Pride nazionale.

Quest’anno, probabilmente, si distinguerà per le affermazioni del nuovo Ministro della famiglia, Lorenzo Fontana: in una intervista al Corriere della Sera, il Ministro afferma che le famiglie Arcobaleno “per la legge non esistono in questo momento” e che, sebbene i “provvedimenti in favore dell’infanzia saranno estesi a tutti i bambini, indistintamente e indipendentemente dai genitori”, nell’intervista sottolinea come “la famiglia sia quella naturale, dove un bambino deve avere una mamma e un papà”, probabilmente dimenticando che la serenità e il benessere dei bambini passa anche da quelli dei genitori.

Per dare un segnale forte che l’Italia non può retrocedere nella conquista dei diritti civili né dal punto di vista legislativo né tanto meno da quello culturale, arriva anche quest’estate l’Onda Pride, cominciata il 17 maggio ad Avellino e che continuerà con l’appuntamento del 9 giugno a Roma per poi proseguire fino al 19 agosto.

Riferimenti:

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