“In origine è il dono” di Nicola Carone e “Mio tuo suo loro” di Serena Marchi
“In origine è il dono” di Nicola Carone e “Mio tuo suo loro” di Serena Marchi:
“In origine è il dono. Donatori e portatrici nell’immaginario delle famiglie omogenitoriali” (2016) di Nicola Carone, edito da il Saggiatore e “Mio tuo suo loro. Donne che partoriscono per altri” di Serena Marchi, edito da Fandango Libri, sono due testi che affrontano da due punti di vista differenti il tema della gestazione per altri (GPA), volgarmente e dispregiativamente soprannominata “utero in affitto”.
Alla presentazione dei volumi, presso la Casa delle Letterature di Roma, sono stati presenti numerosi e autorevoli ospiti, tra cui la Senatrice Monica Cirinnà e il Senatore Sergio Lo Giudice. Tra gli altri, Annamaria Speranza, professoressa straordinaria di Psicopatologia dello Sviluppo presso l’Università La Sapienza di Roma, Marilena Grassadonia, Presidente dell’associazione di genitori gay e lesbiche “Famiglie Arcobaleno”, Chiara Lalli, bioeticista dell’Università degli Studi di Teramo e Filomena Gallo, avvocata e segretaria dell’associazione “Luca Coscioni”.
Sul tema della gestazione per altri si è detto tantissimo, soprattutto in quest’ultimo anno appena passato, anno in cui è entrata in vigore anche in Italia, con estremo ritardo rispetto a tutti gli Stati dell’Europa Occidentale, una legge sulle unioni civili che, è bene ricordarlo, costituiscono un istituto giuridico distinto dal matrimonio. La gestazione per altri è stata spesso utilizzata come spauracchio per confondere l’opinione pubblica. Si è detto tanto e si è detto soprattutto male, portando alla ribalta del dibattito politico e sociale, opinioni personali e punti di vista discutibili, pieni di intenzionale ignoranza e non supportati da alcuna validità scientifica. Non solo, spesso coloro che si sono dichiarati contrari alla gestazione per altri, lo hanno fatto assumendosi a portavoce di intere rappresentanze, intere categorie, alle quali, invece, viene esplicitamente tolta voce. Frasi come “nessuno pensa ai bambini” o “le donne non sono forni” o ancora “le donne sono sfruttate perché costrette ad affittare il proprio utero”, sono soltanto alcune delle infelici espressioni utilizzate durante l’acceso dibattito, cui hanno preso parte le diverse anime del Paese in questi ultimi mesi.
Ebbene, i due libri di Nicola Carone e Serena Marchi cercano di dare parola proprio alle due grandi voci assenti in tale dibattito: la voce delle donne portatrici, nel caso del libro “Mio tuo suo loro” di Serena Marchi, e la voce della ricerca scientifica, nel caso del libro “In origine è il dono” di Nicola Carone. Nel suo intervento la Sen. Cirinnà afferma: “Leggere questi due libri fa bene al cuore”, mentre la Presidente di Famiglie Arcobaleno, Marilena Grassadonia, dice: “Sono libri che per noi sono come ossigeno […]perché la giusta informazione sta alla base di tutto”.
Serena Marchi, giornalista, ha intervistato faccia a faccia, nessuna intervista via Skype, telefono o mail, decine e decine di donne, percorrendo migliaia di chilometri per incontrarle. Dall’Ucraina agli Stati Uniti, passando per Canada, Regno Unito, fino in Italia, il suo libro è un viaggio nel mondo della GPA che esplora le motivazioni che stanno alla base della scelta di tante donne che, è bene ripeterlo, scelgono di donare il proprio utero e nove mesi della propria vita, per partorire figli di altre e di altri. Serena Marchi ci conduce per mano in questo viaggio fatto di parole, parole chiare, semplici, condivisibili o meno, ma parole dirette delle stesse protagoniste, le portatrici, troppo spesso volutamente inascoltate. Esse hanno esplicitamente dichiarato che non si sono sentite affatto sfruttate, oggettificate, mercificate durante la loro gravidanza e mai, in nessun momento, si sono sentite madri dei bambini e delle bambine che hanno portato in grembo per nove mesi.
Nicola Carone, psicologo e dottorando di Ricerca in Psicologia Sociale, dello Sviluppo e della Ricerca Educativa presso l’Università La Sapienza di Roma, con il suo “In origine è il dono” mette in luce tutta la mole di ricerche scientifiche svolte negli ultimi 40 anni sulle famiglie omogenitoriali, smontando una per una tutte le accuse che vengono rivolte alle coppie che intraprendono il percorso della GPA. Il suo libro, inoltre, come indica il sottotitolo, esplora quali sono le idee che le stesse coppie gay e lesbiche che hanno intrapreso un percorso di genitorialità attraverso la GPA, hanno verso i donatori e le portatrici.
“Libri come questi contribuiscono a cambiare la società e le menti degli eletti”, dice nel suo intervento l’avvocata Filomena Gallo, mentre Chiara Lalli afferma “[…] la coercizione è quasi sempre una pessima risposta a qualsiasi problema”. Purtroppo l’ignoranza sul tema che spinge tanti non solo della società civile, ma anche politici, ad esprimere opinioni e pareri negativi sulla GPA è ancora tanta. Aggiungerei tanta quanto la mancanza di voglia di documentarsi e informarsi sia sulle ricerche scientifiche, sia sui punti di vista delle co-protagoniste della gestazione per altri, ovvero le portatrici. Se tanti obiettori leggessero i due libri di Nicola Carone e Serena Marchi, probabilmente potrebbero aprirsi alla conoscenza, alla complessità e al superamento della dicotomia tutto buono-tutto cattivo, per arrivare a valorizzare, come ha espresso la prof.ssa Annamaria Speranza, la soggettività e la relazione, piuttosto che la supremazia della genetica, a fondamento di tutte le famiglie.
Marco Salvati
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- Carone, N. (2016). In origine è il dono. Donatori e portatrici nell’immaginario delle famiglie omogenitoriali. Milano: Il Saggiatore.
- Marchi, S. (2017). Mio tuo suo loro. Roma: Fandango.