Le origini evolutive della vergogna
Gli esseri umani devono contare sugli altri membri del loro gruppo per ottenere l’assistenza necessaria alla sopravvivenza, a un livello osservato in nessun’altra specie di esseri terrestri. Questo significa che, nel nostro cammino di evoluzione, abbiamo imparato a premiare quelle caratteristiche individuali utili alla conservazione della specie, soprattutto in periodi di difficoltà come scarsità di cibo o incapacità di procurarsene.
La mancanza di queste caratteristiche potrebbe portare gli altri membri del gruppo a svalutare quell’individuo, arrivando a offrirgli meno aiuto o anche aggredendolo; di conseguenza, l’evitamento della svalutazione sociale è un problema adattivo molto importante in quanto fa la differenza tra la vita e la morte.
Da un punto di vista evolutivo e relazionale, devono essere sviluppate e messe in pratica alcune contro-azioni che scoraggino la “pecora nera” a continuare nel suo comportamento limitandone i guadagni e, nel caso in cui si metta in atto la svalutazione sociale, come rimediare alla nuova situazione; al contempo, è necessario scoraggiare gli altri membri a comportarsi allo stesso modo e insegnare loro come mettere in pratica la svalutazione sociale.
La reazione cognitiva ed emotiva alla svalutazione sociale, o alla sua minaccia, è la vergogna che, quindi, si configura come una strategia adattiva che possa garantire il favore del gruppo a cui si appartiene. Il furto, per esempio, è diventato una situazione che produce vergogna in chi se ne macchia perché potrebbe portare a perdere la fiducia dei proprio simili.
Quando avviciniamo la mano a una fiamma e il dolore ce la fa ritrarre: il corpo ci avverte che c’è un pericolo e che, se non facciamo qualcosa, potremmo subire un danno. La vergogna è uno degli equivalenti psicologici del dolore per quanto riguarda le relazioni sociali: ci permette di valutare se il guadagno ricavabile da un’azione socialmente riprovevole sia maggiore della perdita in termini di relazione e, nel caso in cui il danno sia stato fatto, di mettere in pratica delle strategie per rimediare.
Proprio perché sta alla base del vivere comune, la vergogna è un’emozione universale, come dimostrato da una recente ricerca (Sznycer at al., 2018) che ha coinvolto 899 partecipanti da 15 comunità sparse sul pianeta. I risultati hanno, infatti, mostrato che, nonostante la vastità delle differenze culturali e anche di lingua, il grado di vergogna immaginato in determinate situazioni è direttamente proporzionale al livello di svalutazione sociale che sarebbe provato e messo in pratica dalle diverse comunità. Questa corrispondenza è quindi un chiaro segno che la vergogna non è un prodotto della cultura ma un prodotto dell’evoluzione della nostra specie.
Riferimenti: