Ortoressia nervosa, un nuovo disturbo alimentare?

Ortoressia nervosa, un nuovo disturbo alimentare?

Ortoressia nervosa

Photo by Nathália Rosa on Unsplash

I disturbi alimentari rappresentano un’ampia area di intervento della salute pubblica a causa delle problematiche psicologiche, somatiche, familiari e sociali che li caratterizzano. Secondo l’ultima edizione del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM 5), i disturbi alimentari sono caratterizzati da una sottoalimentazione o sovralimentazione patologica che crea, nel lungo periodo, conseguenze importanti sul funzionamento globale dell’individuo. La classificazione internazionale suddivide i disturbi alimentari in: anoressia, bulimia e il disturbo da alimentazione incontrollata (o binge eating disorder, BED). Gli studi più recenti stimano la prevalenza di tali disturbi al 0,6% per l’anoressia, l’1% per la bulimia e il 2,8% per i disturbi da binge eating con una netta predominanza nelle donne rispetto agli uomini.

Il termine ortoressia è stato usato per la prima volta dal medico Steven Bratman nel 1997, che l’ha definita come un’ossessione nel consumare cibo sano e una preoccupazione eccessiva per quanto riguarda le proprietà degli alimenti, in cui il valore nutrizionale e la salubrità dell’alimento rivestono un ruolo fondamentale, a discapito di gusto e piacere. Anche se non formalmente riconosciuta nel Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali, la consapevolezza clinica circa l’ortoressia è in aumento; essere consapevoli e preoccupati della qualità nutrizionale del cibo che si ingerisce non rappresenta di per sé un problema, ma le persone con ortoressia diventano così ossessionati dal cosiddetto “mangiare sano” che arrivano a danneggiare il proprio benessere psicofisico. L’ortoressia mostra infatti una sovrapposizione con la sintomatologia dei disturbi alimentari e dei disturbi ossessivi-compulsivi.

Le persone con caratteristiche ortoressiche sono focalizzate, non sulla quantità ma sulla qualità e valore nutrizionale del cibo che ingeriscono. La preoccupazione per la purezza degli alimenti porta tali persone ad escludere dalla loro alimentazione gli alimenti giudicati «impuri» in quanto contenenti pesticidi, ingredienti geneticamente modificati o altre sostanze artificiali. La preparazione degli alimenti occupa un posto importante nelle preoccupazioni quotidiane e nel tempo (> 3 ore) trascorso a preparare pasti sani. Qualsiasi eccezione alla dieta rigorosa provoca un senso di colpa intenso.

Se le manifestazioni ortoressiche sono spesso segnalate dai professionisti della salute, la mancanza di dati empirici riguardanti l’ortoressia rende complesso l’inquadramento del disturbo. Anche se non sono stati proposti criteri formali dalle classificazioni nosografiche attuali (ICD-10;DSM-5), sono stati creati strumenti di screening per individuare la sintomatologia ortoressica, come l’ORTO-15, la Bratman Orhorexia Scale (BOT), e più recentemente l’Eating Habits Que-(EHQ)

Nelle ricerche presenti in letteratura la prevalenza dell’ortoressia mostra una estrema variabilità stimata tra il 6 % e l’88,7 %. Questa forte disparità può essere spiegata nell’eterogeneità delle popolazioni prese in esame. Diversi studi hanno evidenziato che le popolazioni in cui si riscontrano livelli elevati di sintomi ortoressici sono impegnate nel campo artistico alimentare e sportivo, troviamo infatti percentuali del 32,1 % nei ballerini di balletto, dell’81,9 % nei nutrizionisti, dell’81,8 % nei cantanti d ‘opera professionale, dell’86 % in istruttori di yoga, oppure dell’88,7 % tra gli studenti che seguono un corso di laurea in nutrizione. Tra le manifestazioni rilevate alcune sono comuni al quadro clinico dell’anoressia nervosa, come la preoccupazione per il cibo, la restrizione degli alimenti, la necessità di controllo, il senso di colpa e i comportamenti punitivi nel caso di trasgressioni; altre sono comuni anche al disturbo ossessivo compulsivo (DOC), quali la presenza di ossessioni invadenti e persistenti, la rigidità e una ricerca di purezza e perfezione attraverso l ‘alimentazione.

Il DSM-5 specifica che un comportamento può essere considerato come patologico quando è causa di disagio significativo e ha conseguenze sul piano sociale, professionale e in altri settori importanti. In questa prospettiva, l’ortoressia può avere un impatto negativo sulla qualità vita e le relazioni interpersonali, come l ‘isolamento sociale dovuto in particolare al rifiuto di consumare cibo preparato da terzi e/o lo stress generato dal condividere i pasti in presenza di altri percepiti come non in grado capire tali abitudini alimentari. Dal punto di vista medico, è stato dimostrato che può portare a complicazioni, simili a quelle conseguenti ad un disturbo alimentare. Una perdita di peso significativa che porta ad un basso BMI, carenze alimentari legate al carattere restrittivo dell’alimentazione, problemi gastrointestinali, cambio nella pressione sanguigna, osteoporosi o infiammazioni dello stomaco possono così essere annoverate tra le conseguenze dei comportamenti specifici dell’ortoressia. Bratman sottolinea che queste diverse complicazioni possono portare, in casi molto gravi, alla morte della persona.

Riferimenti

  • American Psychiatric, Association. Diagnostic and statistical manual of mental disorders, fifth edition (DSM-5®). Washington: APA; 2013.
  • Bratman S. The health food eating disorder. Yoga J 1997
  • Goutaudier N., Rousseau A. Orthorexia: A New Type of Eating Disorder? Presse Med 2019
  • Koven NS, Abry AW. The clinical basis of orthorexia nervosa: emerging perspectives. Neuropsychiatr Dis Treat 2015
  • Malmborg J, Bremander A, Olsson MC, Bergman S. Health status, physical activity, and orthorexia nervosa: a comparison between exercise science students and business students. Appetite 2017

 

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Autore/i dell’articolo

Dott.ssa Rosetta Cappelluccio
Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale Docente e supervisore Istituto A.T Beck Roma e Caserta Conduttrice gruppi DBT adulti e adolescenti Consulente tecnico d’ufficio per trauma neglect e abuso Ha prestato la sua propria opera professionale come responsabile ambulatorio psicopatologia ospedale Buonconsiglio Fatebenefratelli Napoli, attualmente èConsulente esperto   presso l'Ufficio Garante per l'Infanzia ed Adolescenza Regione Campania. Titolare di incarichi consulenza specialistica DBT nelle scuole per trattamento dei ragazzi con comportamenti disregolati  presso varie sezione scolastiche della  Regione Campania .

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