Pedofilia indotta da fattori neurologici
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Quando si parla di pedofilia la reazione più comune è quella di profondo disgusto e rifiuto, rispetto ad un reato che purtroppo è più diffuso di quello che non si creda. La nostra società cerca con ogni mezzo di contrastare la violenza sessuale perpetrata ai danni dei minori, pertanto sono numerose le ricerche finalizzate a comprendere le cause di un comportamento così problematico e soprattutto deleterio, per le piccole vittime che lo subiscono.
Da uno studio svolto presso l’Università di Padova, condotto dal professor Camperio Ciani, del Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia applicata, è emerso come alcuni pedofili siano affetti da un disordine neurologico o una compromissione a livello cerebrale. La ricerca ha preso in considerazione alcuni esempi di pedofili descritti nella letteratura scientifica e 66 casi pedofilia che in Italia sono passati in giudicato, gli studiosi hanno raccolto alcune informazioni che porterebbero ad ipotizzare che molti di questi reati potrebbero essere stati legati alla presenza di un disturbo neurologico. In particolare, sembrerebbe che patologie come la demenza frontotemporale (tipicamente senile e causa di comportamenti disinibiti), i tumori alla base del cranio e gli ictus riguardanti la regione orbito-frontale della corteccia, inciderebbero negativamente sulla capacità di controllare gli impulsi pertanto, coloro che sono affetti da queste malattie avrebbero difficoltà a riconoscere la meta sessuale corretta e rivolgerebbero le proprie attenzioni sessuali a minorenni.
Secondo la dott.ssa Cristina Scarpazza del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova, i soggetti affetti da pedofilia connessa a disturbo neurologico, presenterebbero dei pattern comportamentali differenti rispetto a chi non avrebbe alla base tale tipo di condizione organica: i pedofili affetti da patologia neurologica, infatti, non metterebbero in atto una condotta premeditata e ben organizzata, al fine di scegliere le vittime in maniera accurata e selettiva (modalità più tipica dei pedofili “sani”).
Il professor Ciani ritiene che i “pedofili acquisiti”, avrebbero maggiori possibilità di andare incontro a remissione del loro disturbo della sfera sessuale, grazie al trattamento del disordine neurologico sottostante. Nel caso in cui ad esempio la causa del reato ai danni del minore, fosse provocata da un tumore cerebrale, la rimozione chirurgica dello stesso, potrebbe portare alla scomparsa dell’impulso sessuale disfunzionale.
Secondo gli studiosi che hanno condotto la ricerca, soggetti che compiono reati di pedofilia poiché affetti da malattia organica, meriterebbero un adeguato trattamento, poichè non è da tralasciare il fatto che la loro peculiare condizione possa anche sollevare delle problematiche a livello legale, in caso di arresto. I ricercatori dell’Università di Padova, ci tengono a precisare come il loro studio non abbia in alcun modo la finalità di giustificare il comportamento dei “pedofili acquisiti” ma se mai a quello di evitare il più possibile che abbiano luogo reati così atroci.
Riferimenti: