Perché meditare? Le ragioni dietro la scelta

Perché meditare? Le ragioni dietro la scelta

Perché meditare

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Cosa motiva le persone a cominciare a meditare? E perché continuano a farlo?

La letteratura ha dimostrato che la meditazione influisce positivamente su una grande quantità di variabili sia psicologiche che fisiologiche, sia per la popolazione normale che per quella clinica.

Tuttavia, gli studi scientifici che hanno approfondito le ragioni che spingono le persone a meditare sono sorprendetemente pochi.

Studi precedenti (Shapiro, 1992; Carmody 2009) che hanno esplorato i motivi alla base della scelta di cominciare a meditare hanno mostrato che il 37% dei partecipanti meditava perché voleva potenziare l’autoregolazione, cioè la capacità di ridurre lo stress, il dolore e migliorare il benessere. Il 33% praticava la meditazione con lo scopo di auto-liberazione quindi per aumentare l’auto-compassione e per promuovere un senso di armonia con se stessi e con l’universo. Il 22% meditava per l’auto-esplorazione ovvero per aumentare la consapevolezza e la comprensione di sé.

E’ stato poi chiesto ad un campione di studenti, che praticavano abitualmente o avevano praticato in passato la meditazione, di spiegare le ragioni che li avevano spinti a meditare. In questo caso gli studenti hanno dichiarato che meditavano per sentirsi più calmi e rilassati, per gestire pensieri o situazioni difficili, per aumentare il loro benessere o per imparare a tollerare il dolore fisico (Pepping et. al., 2016).

Per cercare di colmare i limiti ed integrare i risultati delle ricerche precedenti Sedlmeier e colleghi hanno condotto due studi.

Il primo studio aveva come scopo quello di ottenere un elenco completo dei motivi che spingono le persone a cominciare e a continuare a meditare, chiedendo ad un campione di meditatori sia principianti che esperti. Dai risultati sono emersi 87 motivi diversi, 77 dei quali si applicavano sia a chi era alle prime armi che agli esperti.

Coerentemente con gli studi precedenti le ragioni potevano essere ricondotte alle categorie dell’autoregolazione e dell’autoesplorazione. Gli esperti avevano citato anche l’auto-liberazione, ragione invece non indicata dai principianti che al contrario riferivano il desiderio di risolvere problemi personali oppure la ricerca della tranquillità.

Nel secondo studio si è tentato di ridurre i motivi emersi dalla ricerca precedente ad un numero ristretto di dimensioni e di approfondire se queste dimensioni potessero cambiare all’aumentare della frequenza della meditazione. Dall’analisi dei risultati di questo studio è emerso che le ragioni alla base della meditazione possono essere estremamente eterogenee, possono cambiare nel tempo e in base alle caratteristiche di personalità dei soggetti.

Infatti, mentre per i principianti la meditazione sembra essere scelta per imparare a ridurre gli aspetti negativi e i problemi della vita, gli esperti la usano per arricchire le loro vite e per favorire la crescita personale.

Riferimenti:

  • Carmody, J., Baer, R. A., Lykins, E., & Olendzki, N. (2009). An empirical study of the mechanisms of mindfulness in a mindfulness-based stress reduction program. Journal of Clinical Psychology, 65, 613–626.
  • Pepping, C. A., Walters, B., Davis, P. J., & O’Donovan, A. (2016). Why do people practice mindfulness? An investigation into reasons for practicing mindfulness meditation. Mindfulness, 7, 542–547.
  • Sedlmeier, P., & Theumer, J. (2020). Why Do People Begin to Meditate and Why Do They Continue?. Mindfulness, 11(6), 1527-1545.
  • Shapiro, D. H. (1992). A preliminary study of long-term meditators: goals, effects, religious orientation, cognitionsJournal of Transpersonal Psychology, 24, 23–39.

Autore/i dell’articolo

Rita Massaro
Psicologa, iscritta all’Ordine degli Psicologi della Campania dal 27/01/2020 n° 8632. Svolge il ruolo di Research assistant occupandosi di raccolta dati nell’ambito di progetti di ricerca con il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi della Campania. Collabora con l’Istituto Beck come tutor d’aula presso la sede di Caserta. Ha preso parte a progetti di prevenzione del disagio giovanile presso scuole primarie superiori e scuole secondarie del territorio. Ha svolto attività di tirocinio presso il servizio Materno Infantile dell’ASL di Caserta e un Centro di riabilitazione neuromotoria per minori.

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