Perché proprio a me? Le possibili cause del disturbo bipolare

Perché proprio a me? Le possibili cause del disturbo bipolare

possibili cause del disturbo bipolare

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Introduzione

Nel momento in cui viene diagnosticato il disturbo bipolare la persona, solitamente, si pone due interrogativi: “perché proprio a me?” e “che cosa attiva un episodio maniacale o depressivo?”. Alla luce di numerosi studi condotti nel corso degli anni, si è visto come la componente biologica rappresenti la causa principale affinché il disturbo si manifesti, pur non conoscendo esattamente i meccanismi che ci sono alla base.

La componente genetica

Di certo sappiamo che ad essere coinvolti sono le cellule del cervello, dette neuroni, e il modo in cui queste comunicano tra di loro. Il disturbo bipolare ha una componente genetica. Avere un parente con disturbo bipolare, aumenta il rischio di ammalarsi dello stesso disturbo. Sono stati individuati nel tempo alcuni geni candidati (quelli maggiormente coinvolti sembrerebbero essere BDNF, COMT, e geni che codificano per i recettori D2 della dopamina e del GABA). Attualmente studi di associazione genome-wide (GWAS) hanno constatato che un gran numero di geni risulta essere implicato nella malattia (Vieta et al., 2018, Balestrini et al., 2007). Associate ai fattori genetici potrebbero essere presenti determinate alterazioni nei circuiti cerebrali che modulano e regolano il tono dell’umore, l’affettività, gli impulsi e alcune tra le più importanti funzioni biologiche come l’appetito, il sonno, ecc. Queste alterazioni si verificano in seguito ad un cambiamento circa i livelli di alcuni neurotrasmettitori: nello specifico parliamo della serotonina, della noradrenalina e della dopamina.

La serotonina è il neurotrasmettitore implicato nella regolazione dell’umore, dell’appetito e del ritmo sonno-veglia. Alterazioni nei circuiti della serotonina risultano essere alla base dei disturbi dell’umore e sembrerebbero essere inoltre coinvolte nella patogenesi dei disturbi dello spettro ansioso e dei disturbi del comportamento alimentare (Brawman- Mintzer et Lydiard, 1997).

Anche la noradrenalina svolge un’azione regolatoria sul tono dell’umore (Nutt, 2002), modulando in particolare la capacità di provare piacere, la faticabilità e la libido. La noradrenalina è inoltre implicata nello sviluppo e il mantenimento di alcune funzioni cognitive, come la capacità attentiva.

La dopamina, infine, è ritenuta avere un ruolo rilevante nella patogenesi dei disturbi dell’umore e nello specifico del disturbo bipolare. Una riduzione dell’attività dopaminergica sembrerebbe correlata allo sviluppo della sintomatologia depressiva mentre un suo aumento è potenzialmente associato a sintomi di tipo maniacale.

Rispetto alla patogenesi dei disturbi dell’umore è verosimile in realtà pensare al coinvolgimento non di un unico sistema di neurotrasmissione (serotonina, noradrenalina o dopamina) ma dei diversi sistemi integrati tra loro (Balestrini et al., 2007).

Le variabili psicosociali

Molti studiosi ormai sostengono che la componente biologica, pur essendo un fattore determinante, è accompagnata anche da variabili psicosociali: l’ambiente può sicuramente favorire la comparsa dei sintomi, soprattutto in corrispondenza di situazioni stressanti come perdita del lavoro, lutto, insuccessi scolastici, problemi relazionali, traumi, ecc.

Quanto detto può essere sintetizzato in questo modo:


Da ciò si può chiaramente comprendere quanto l’eziopatogenesi del disturbo bipolare sia multifattoriale: la predisposizione genetica, insieme agli elementi biologici si va ad intrecciare con le personali reazioni emotive e psicologiche agli eventi stressanti (Colom & Vieta, 2006; Miklowitz, 2011; Miklowitz, 2019).

Conclusioni

Detto ciò, non vanno sottovalutati quelli che vengono definiti fattori di rischio, i quali scatenano sia gli stati maniacali/ipomaniacali sia le manifestazioni depressive. Alcuni farmaci come, ad esempio, anfetamine, sedativi, ipnotici, ansiolitici, ecc., l’alcol e sostanze stupefacenti come la cocaina, la fenciclidina e altri allucinogeni, possono influenzare i circuiti cerebrali che sono implicati nell’insorgenza del disturbo bipolare; nel caso specifico parliamo di una sotto-categoria diagnostica “Disturbo bipolare e disturbi correlati indotto da sostanze/farmaci”. Esistono, poi, alcune condizioni mediche che possono far insorgere sintomi maniacali/ipomaniacali e raramente, sintomi depressivi tipici del disturbo bipolare; si tratta, prevalentemente, di malattie autoimmuni che interferiscono con l’attività neuronale (lupus eritematoso sistemico, sclerosi multipla, ecc.), della malattia Cushing e di alterazioni a carico della tiroide.

Riferimenti

  • Balestrini, M., Bellantuono, C., Berardi, D., Di Giannantonio, M., Rigatelli, M., Siracusano, A., Zoccali, R.A. (2007). Manuale di Psichiatria. Il Pensiero Scientifico Editore, Roma.
  • Brawman-Mintzer, O., Lydiard, R.B. (1997). Biological basis of generalized anxiety disorder. J Clin Psychiatry, 58(Suppl 3):16-25.
  • Colom, F. & Vieta, E. (2006). Manuale di psicoeducazione per il disturbo bipolare. Giovanni fioriti Editore, Roma.
  • Miklowitz, D.J. (2011). The Bipolar Disorder. Survival Guide. Second Edition. The Guilford Press, New York.
  • Miklowitz, D.J. (2019). The Bipolar Disorder. Survival Guide. Third Edition. The Guilford Press, New York.
  • Nutt, D.J. (2002). The neuropharmacology of serotonin and noradrenaline in depression. Int Clin Psychopharmacol, Jun; (17 Suppl 1):S1-12.
  • Vieta, E., Berk, M., Schulze, T.G., Carvalho, A.F., Suppes, T., Calabrese, J.R., Gao, K., Miskowiak, K.W., Grande, I. (2018). Bipolar disorders. Nat Rev Dis Primers, 4:18008.

Sitografia

American Psychiatric Association

 

Autore/i dell’articolo

Dott.ssa Mariangela Ferrone - Psicologa - Psicoterapeuta - Istituto Beck
Psicologa, Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, Psicoterapeuta TMI (terapia metacognitiva interpersonale) livello EXPERT. Per molti anni è stata Coordinatrice del Centro di Psichiatria Perinatale e Riproduttiva, del Servizio di Psicoterapia e Counseling Universitario presso la UOC di Psichiatria – Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma. Attualmente è docente per l’insegnamento di “Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione” nel corso di laurea in Scienze Infermieristiche, sede Sant’Andrea presso la Facoltà di Medicina e Psicologia – Sapienza Università di Roma, nonché docente interno e supervisore clinico dell’Istituto A.T. Beck per le sedi di Roma e Caserta. Socio Aderente della SITCC (Società Italiana di Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva).

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