Praticare la mindfulness può indurre cambiamenti nel cervello?

Praticare la mindfulness può indurre cambiamenti nel cervello?

Praticare la mindfulness

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Numerose ricerche hanno riportato i notevoli benefici della pratica mindfulness in vari aspetti del benessere soggettivo. Da un’analisi della letteratura scientifica emergono correlazioni tra pratica mindfulness e riduzione dello stress (Grossman et. al., 2004) e del dolore cronico (Hilton et. al. 2017), miglioramenti nel tono dell’umore (Rodrigues et. al., 2017) e nei processi di pensiero e memoria (Levi & Rosenstreich, 2019). Ulteriori studi hanno dimostrato che gli interventi mindfulness sono correlati a miglioramenti nei processi di attenzione selettiva e sostenuta e nel controllo inibitorio oltre ad incrementare l’attivazione dei circuiti neurali associati al controllo attentivo (Gallant, 2016).

In tempi più recenti i ricercatori hanno deciso di approfondire i cambiamenti che la mindfulness è in grado di indurre nel cervello.

Lo studio

Per rispondere a questa domanda un gruppo di ricerca di un’Università Australiana ha condotto uno studio indagando con precisone la capacità della mindfulness di migliorare i processi attentivi.

È stato selezionato un campione di 81 adulti con età superiore a 60 anni poiché è noto che i processi attentivi e neurali tendono a deteriorarsi con l’invecchiamento e con le malattie neurodegenerative correlate all’età.

I partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi: il gruppo sperimentale ha preso parte da un intervento mindfulness (MT) di 8 settimane mentre il gruppo di controllo ha ricevuto un intervento computerizzato (CT) progettato per attivare processi attentivi simili a quelli della mindfulness.

L’obiettivo della ricerca era quello di indagare gli effetti sul cervello sia a breve che a lungo termine della pratica mindfulness ed in particolare approfondendo l’impatto sulla fisiologia del cervello.

Per misurare l’influenza sul cervello della pratica mindfulness i ricercatori hanno utilizzato l’elettroencefalografia (EEG) che gli ha consentito di osservare l’attività elettrica del cervello posizionando degli elettrodi sul cuoio capelluto. Nello specifico, però, si volevano indagare i cambiamenti cerebrali correlati all’attenzione e per questo motivo l’EEG veniva svolta mentre i partecipanti erano impegnati in un compito attentivo. Durante tale compito veniva chiesto ai partecipanti di individuare coppie di lettere di dimensioni diverse nella maniera più rapida possibile e cercando di commettere meno errori possibili.

Risultati

Dall’analisi dei risultati i ricercatori hanno scoperto che la pratica mindfulness era in grado di migliorare due diversi tipi di processi cerebrali.

Innanzitutto, si rilevavano miglioramenti nell’efficienza dei processi cerebrali che si occupano dell’elaborazione cognitiva delle informazioni che provengono dai sensi. Per descrivere i miglioramenti delle capacità sensoriali si parla di potenziamento dei processi “bottom-up”.

In secondo luogo, la mindfulness era in grado di migliorare la capacità del cervello di rivolgere l’attenzione verso le informazioni di interesse. Questo si evidenziava dalla maggiore capacità dei partecipanti di svolgere il compito restando concentrati e ignorando le distrazioni. Questa tipologia di processi viene denominata “top-down”.

Conclusioni

I ricercatori hanno concluso che la pratica mindfulness è stata capace di indurre notevoli miglioramenti dell’attenzione sostenuta nei soggetti partecipanti allo studio. Tali miglioramenti sono stati mantenuti anche durante l’incontro di follow-up condotto 6 mesi dopo l’intervento.

 

Bibliografia

  • Gallant, S. N. (2016). Mindfulness meditation practice and executive functioning: Breaking down the benefit. Consciousness and cognition, 40, 116-130.
  • Grossman, P., Niemann, L., Schmidt, S., & Walach, H. (2004). Mindfulness-based stress reduction and health benefits: A meta-analysis. Journal of psychosomatic research, 57(1), 35-43.
  • Hilton, L., Hempel, S., Ewing, B. A., Apaydin, E., Xenakis, L., Newberry, S., … & Maglione, M. A. (2017). Mindfulness meditation for chronic pain: systematic review and meta-analysis. Annals of Behavioral Medicine, 51(2), 199-213.
  • Isbel, B., Weber, J., Lagopoulos, J., Stefanidis, K., Anderson, H., & Summers, M. J. (2020). Neural changes in early visual processing after 6 months of mindfulness training in older adults. Scientific reports, 10(1), 1-16.
  • Levi, U., & Rosenstreich, E. (2019). Mindfulness and memory: A review of findings and a potential model. Journal of Cognitive Enhancement, 3(3), 302-314.
  • Rodrigues, M. F., Nardi, A. E., & Levitan, M. (2017). Mindfulness in mood and anxiety disorders: a review of the literature. Trends in psychiatry and psychotherapy, 39(3), 207-215.

Autore/i dell’articolo

Rita Massaro
Psicologa, iscritta all’Ordine degli Psicologi della Campania dal 27/01/2020 n° 8632. Svolge il ruolo di Research assistant occupandosi di raccolta dati nell’ambito di progetti di ricerca con il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi della Campania. Collabora con l’Istituto Beck come tutor d’aula presso la sede di Caserta. Ha preso parte a progetti di prevenzione del disagio giovanile presso scuole primarie superiori e scuole secondarie del territorio. Ha svolto attività di tirocinio presso il servizio Materno Infantile dell’ASL di Caserta e un Centro di riabilitazione neuromotoria per minori.

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