Procreazione medicalmente assistita (PMA)

Procreazione medicalmente assistita (PMA)

Procreazione medicalmente assistita

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Procreazione medicalmente assistita (PMA): un viaggio tra paura, speranza e coraggio

I percorsi di procreazione medicalmente assistita (PMA) rappresentano il progresso scientifico più importante per aiutare le persone con difficoltà ad avere figli in modo naturale con un’assistenza ospedaliera specializzata.

La scelta di intraprendere un percorso di PMA, può causare diversi problemi individuali e di coppia sia a livello psicologico e/o sessuologico.

Allo stress psico-fisico connesso alle fasi di fecondazione assistita, si sommano anche lo stravolgimento della routine quotidiana e l’incertezza dell’esito della tecnica.

Durante questo “viaggio”, lo spazio emotivo individuale e/o di coppia, può essere caratterizzato da emozioni negative: quali: ansia, depressione, paura, senso di colpa, vergogna e invidia, che possono acuirsi durante l’iter terapeutico nell’attesa degli esiti (es: il prelievo ovocitario e il trasferimento degli embrioni) o nel fallimento della tecnica alla quale sono stati sottoposti (Laganà AS, La Rosa VL, Rapisarda AM, Vitale SG, 2016).

La maggior parte degli studi che si occupano di PMA, si concentrano sull’ansia e sulla depressione, sottolineando come tali disturbi contribuiscano a causare una specifica condizione globale di infertilità-stress e/o possano influenzare l’attaccamento materno/paterno-neonato (Vitale SG, La Rosa VL, Rapisarda AM, Laganà AS, 2017). L’aumento dei sintomi (ansia e depressione) è inoltre associato o ad un forte desiderio di maternità o ad una visione della propria vita più drammatica senza la nascita del figlio (Corsale, 2021).

 

Il legame madre-bambino

In diversi ricerche, nelle mamme che hanno concepito attraverso la fecondazione in vitro, si è rilevato un attaccamento piu forte madre-bambino, una difficoltà nel processo di separazione ed individuazione tra genitore e figlio. Fino al primo anno di età, c’è anche una  maggior complessità ad adattarsi alla condizione di genitorialità (Kuo PC, Bowers B, Chen YC, Chen CH, Tzeng YL, Lee MS, 2013, Fisher JR, Hammarberg K, Baker GH, 2008).

Le donne si percepiscono, inoltre, meno abili nel ruolo materno e ricercano più rassicurazioni sulla salute dei loro figli. La paura che ha accompagnato i neo genitori durante il percorso della FIVET, può sfociare in un senso di iperprotezione verso la prole (Visigalli,2011).

Conclusione

Durante questo percorso, è fondamentale proporre un approccio multidisciplinare per aiutare le persone a vivere meglio questo “viaggio” (Galhardo A. et al., 2015; McNaughton-Cassill M.E. et al., 2002). La consulenza e il supporto psicologico, rappresentano uno strumento fondamentale per coloro che attraversano l’esperienza dell’infertilità.

La legge n. 40/2004, riconosce l’importanza degli aspetti psicologici e stabilisce che tutti i centri che si occupano di PMA in Italia, devono assicurare ai propri pazienti la possibilità di accedere a momenti di consulenza di coppia o supporto psicologico in qualsiasi fase del trattamento, anche quando questo si è concluso, indipendentemente dal risultato.

 

Bibliografia

Autore/i dell’articolo

Dott.ssa Manuela Fiori
Psicologa, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Iscritta all’Ordine degli Psicologi della Regione Lazio dal 25/11/2013 con il N. 20227. Vanta esperienza clinica in ambito adulto, occupandosi prevalentemente di disturbi d’ansia, disturbi dell’umore, disturbo ossessivo compulsivo e disturbi di personalità. Si avvale inoltre della Terapia Metacognitiva Interpersonale (TMI), aggiornando la sua formazione con autorevoli professionisti del settore.

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