Rapporto Osservasalute: Metà dell’Italia è in sovrappeso

Rapporto Osservasalute: Metà dell’Italia è in sovrappeso

Rapporto Osservasalute

L’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane fornisce ogni anno un rapporto chiamato Osservasalute che riporta le osservazioni sullo stato di salute degli italiani, oltre che la qualità dell’assistenza sanitaria. Il rapporto 2017 appena rilasciato parla chiaro: quasi metà della popolazione italiana è ben lontana da poter sfoggiare un fisico in forma in spiaggia. Oltre 23 milioni di adulti sono in sovrappeso o addirittura obesi, con una certa differenza tra nord e sud del Paese: nelle regioni meridionali ci sono le percentuali più alte di persone con problemi di “girovita” (Basilicata 52,7%), mentre gli abitanti del Trentino Alto Adige sono i più magri (38,8%).

Al di là della cosiddetta “prova costume”, che telegiornali, periodici e talkshow ci ricordano puntualmente all’arrivo della bella stagione, vi è un vero e proprio problema sanitario: l’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, parla di oltre 40 milioni di morti ogni anno a causa delle malattie non trasmissibili, come infarto, ictus, ipertensione, osteoartriti e alcuni tipi di cancro. Una delle cui cause più importanti è proprio l’eccesso di peso corporeo dovuto a una dieta non salutare, oltre che a uno stile di vita sedentario.

Proprio per la rilevanza in termini statistici e di conseguenze, l’obesità è considerata in tutto il mondo un problema di sanità pubblica. Le osservazioni di diversi organi di ricerca hanno confermato che l’obesità si più prevenire e i vari Paesi hanno messo in atto diverse strategie volte alla promozione di uno stile di vita sano, non solo a carico del singolo individuo ma anche delle industrie alimentari.

La teoria economica si focalizza sui prezzi dei prodotti di uso alimentare come uno dei fattori principali che influenzano la scelta di acquisto: con un’oculata politica di sussidi e tasse si potrebbe spostare il consumo da cibi ricchi di zuccheri e grassi (spesso junk-food, ovvero cibo spazzatura, a basso costo, alta densità calorica e povero di nutrienti) a frutta e verdura.

Infatti, le linee guida per una sana alimentazione ribadiscono l’importanza della varietà di alimenti portati a tavola ma i cibi privilegiati sono sicuramente verdure, ortaggi e frutta, il cui consumo è scientificamente provato che riduca il rischio di malattie cardiovascolari. Secondo le indicazioni internazionali, le quantità raccomandate di questi alimenti corrispondono ad almeno 5 porzioni al giorno. Purtroppo questa quantità non è quasi mai osservabile nelle abitudini degli italiani, i quali si fermano alle 2, massimo 4, porzioni giornaliere. Osservasalute riporta un curioso trend: il consumo di frutta è inversamente proporzionale a quello di verdura e ortaggi, e viceversa: sembra dunque che, con differenze da regione a regione probabilmente dovute alle tradizioni gastronomiche locali, chi mangia più verdura tende a mangiare meno frutta. Il rapporto dà comunque la medaglia d’oro al Meridione per la quantità di consumo settimanale di legumi, pesce e olio, al posto di carni rosse e altri grassi quali il burro per la preparazione delle ricette. 

Riferimenti:

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