Ruminazione rabbiosa
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Cos’è la Ruminazione Rabbiosa
La rabbia viene gestita dalla persona in maniera adattiva, così facendo questa emozione e le sue implicazioni fisiologiche svaniscono in circa 15 minuti.
La ruminazione rabbiosa è una strategia cognitiva caratterizzata da pensieri ripetitivi che alimentano e mantengono attive le emozioni negative, tra cui la rabbia.
La ruminazione rabbiosa si presenta sotto forma di pensieri perseverativi che affollano la mente e sono riferiti ad un evento specifico che ha innescato forti emozioni negative e la persona si ripete nelle mente frasi del tipo: “Non ci posso credere!”; “Che nervoso che mi crea!”; “Non c’è niente da fare!”; “Che rabbia!”. Questi pensieri e il ricordo dell’evento amplificano la rabbia stessa e la durata dell’emozione negativa, fino ad attivare pensieri di vendetta.
La ruminazione rabbiosa avviene in seguito ad un evento in cui la persona sente di aver subito un danno, un’ingiustizia, un’offesa, una provocazione, e l’individuo può attribuire la responsabilità dell’accaduto spiacevole verso l’esterno, l’ambiente, l’altro e si parla di ruminazione “Provocation- focused”, o verso l’interno, rivolta a sé stesso e si parla di ruminazione “Self-Focused”.
Quello che la persona avverte è un senso di ingiustizia subita, si può subire un giudizio spiacevole su sé stessi, ci si può sentire inadeguati, fallimentari e tutto questo può, se non avviene una buona autoregolazione emotiva, attivare la ruminazione rabbiosa che alimenta le emozioni negative, l’attivazione fisiologica e l’aggressività che può essere rivolta verso sé stessi con autocriticismo, o verso l’altro inducendo pensieri di vendetta, fino ad azioni concrete e fuori controllo.
La ruminazione rabbiosa spesso è in relazione con il disturbo bordeline di personalità, poiché in questo disturbo vi è una accentuata disregolazione emotiva e comportamentale. Inoltre, si è visto, si attiva maggiormente quando si avvertono sentimenti di vergogna e si trova associata anche ad altri aspetti, quali: il perfezionismo; i disturbi del sonno; la ruminazione depressiva; l’ipercontrollo; lo stress.
A cosa serve la ruminazione rabbiosa
Abbiamo detto che questo tipo di pensiero ripetitivo, che può essere consapevole o no, fa entrare la persona in un vortice di pensieri che affollano la sua mente, nella convinzione di poter gestire meglio l’emozione spiacevole, di ripristinare un equilibrio interno e un senso di sicurezza.
Il dolore per l’ingiustizia o il rifiuto subito innescano la ruminazione rabbiosa nella convinzione che questo pensare in maniera ripetitiva possa diminuire l’intensità dell’emozione di rabbia, aiutare a comprendere meglio l’evento ed a trovare una soluzione al “danno” subito. In realtà, ruminare sull’evento non farà altro che mantenere alti i livelli di rabbia, creare un enorme dispendio di energie cognitive e trovare una soluzione solamente ipotetica e mentale al conflitto. L’attivazione di questo processo farà sì che sarà più tollerabile sentirsi arrabbiati che rifiutati o giudicati negativamente, ma non porterà ad una soluzione effettiva. La ruminazione servirà proprio ad evitare quelle emozioni intollerabili di colpa e di tristezza, legate ad un senso di indegnità ed incapacità verso sé stessi, attraverso lo spostamento delle emozioni di rabbia verso l’esterno, l’altro o l’ambiente, con l’effetto che tutto sembrerà più tollerabile, ma non risolutivo.
Inoltre, ruminare facilita lo sviluppo di immagini di vendetta riparatorie del torto subito, fino a volte a diventare azioni concrete che aiutano la persona a ristabilire una visione di sé più forte e superiore e non di vittima, per questo che viene ritenuta utile e positiva dalla persona anche se poi avvertita come un processo incontrollabile.
Conseguenze della Ruminazione Rabbiosa
La ruminazione rabbiosa può generare un effetto secondario definito “Just Yesterday Experience”, che fa percepire eventi distanti nel tempo come accaduti recentemente, con la conseguenza di far rimanere le emozioni spiacevoli presenti e vivide anche a distanza di molto tempo. Mantenere attivo il ricordo e l’emozione crea una certa illusione di proteggersi dal rischio che accadrà di nuovo.
Si è visto che l’attivazione della ruminazione rabbiosa ha un impatto sulle risposte psicofisiologiche soprattutto sul sistema cardiovascolare ed endocrino, anche rispetto ad un evento passato nel tempo.
Inoltre, crea nell’organismo un forte stato di tensione, un sovraccarico del sistema cognitivo che inficia il sistema di controllo della persona, per cui sarà più difficile attuare delle scelte ed azioni ragionate, con la conseguenza di mettere in atto più facilmente azioni automatizzate ed impulsive.
Crea, oltre che uno stato di tensione, anche uno stato di allerta che porterà ad un’invalidazione delle relazioni, poiché la persona sarà più predisposta a percepire segnali di provocazione verso la sua persona e risponderà a questi con azioni preventive e in una modalità più astiosa. Si percepirà il mondo come ingiusto ed avverso, alimentando il pensiero di essere delle vittime, questo pensiero aiuterà nel breve termine a sentirsi meglio, perché è più tollerabile emotivamente sentirsi vittime di un’ingiustizia che responsabili di errori, ma la persona sarà nervosa e facilmente irritabile perché rimuginerà perseverativamente sull’accaduto. A lungo termine ruminare crea stati di stress, amplificazione dell’emozioni di rabbia, aggressività e mantiene attiva la Just Yesterday Experience.
Riferimenti
- Caselli G., Ruggero G.M., Sassaroli S. (2017). Rimuginio. Teoria e terapia del pensiero ripetitivo. Raffaello Cortina Editore.
- Caselli G., Offredi A., Martino F., Varalli D., Ruggiero,G. M., Sassaroli,S., Spada M. M., Wells A. (2017). Metacognitive beliefs and rumination as predictors of Anger: a prospective study. Aggressive Behavior. 2017 Sep;43(5):421-429.
- Martino F., Caselli G., Ruggiero G.M., Sassaroli, S. (2013). Anger and mental rumination. Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale 19(3):341-354.
- https://www.istitutobeck.com/beck-news/stile-di-pensiero-perseverativo
- https://www.istitutobeck.com/beck-news/non-riesco-a-smettere-di-pensare