Il ruolo della mindfulness nel trattamento dei disturbi alimentari in adolescenza

Il ruolo della mindfulness nel trattamento dei disturbi alimentari in adolescenza

ruolo della mindfulness nel trattamento dei disturbi alimentari in adolescenza

Photo by Anna Pelzer on unsplash

Una corretta alimentazione è il primo passo fondamentale per un sano sviluppo del bambino dall’infanzia all’adolescenza, ma nel mondo contemporaneo le linee guida che spingono a seguirne una sana ed equilibrata vengo scarsamente prese in considerazione dai giovani.
Abitudini alimentari scorrette durante l’infanzia e l’adolescenza possono portare a sviluppare sul lungo periodo patologie quali diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e riduzione della qualità di vita, inoltre, più di un terzo degli adolescenti americani vengono considerati in sovrappeso o obesi e di conseguenza maggiormente colpiti da body shaming e bullismo da parte dei loro coetanei. Ciò porta ad una modificazione significativa della soddisfazione rispetto al proprio corpo e ad un aumento del rischio per lo sviluppo di disturbi alimentari.

I disturbi alimentari (ED) colpiscono una parte significativa della popolazione globale

L’anoressia nervosa (AN) è caratterizzata da abitudini alimentari restrittive e dalla paura di aumentare di peso; i pazienti con AN sono in grado di sopprimere l’assunzione di cibo, anche in presenza di forti segnali fisiologici di fame. La bulimia nervosa (BN) è caratterizzata da episodi regolari di abbuffate con perdita di controllo, seguiti da comportamenti compensativi come vomito o uso di lassativi in uno sforzo costante di monitoraggio del peso. Le abbuffate e la perdita di controllo si verificano anche nel binge eating disorder (BED), ma non sono seguiti da comportamenti compensativi; l’obesità o il sovrappeso sono molto comuni.
La diagnosi di disturbo alimentare nei bambini e negli adolescenti può essere particolarmente difficile, in quanto questi gruppi di età spesso non sono in grado di riflettere sulle cognizioni tipicamente associate a questi disturbi (paura di aumento di peso, preoccupazioni per l’immagine del corpo, ecc.) e possono invece presentare sintomi fisici non specifici come nausea, soffocamento da cibo o dolore addominale postprandiale. La presenza di bambini ed adolescenti con disordini alimentari è stata, in parte, riconosciuta nel DSM-V con l’introduzione di categorie diagnostiche come il disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo (ARFID).

Alcuni studi riferiscono che l’età di insorgenza dei disturbi alimentari è drasticamente diminuita con un notevole aumento dei bambini di età inferiore a 12 anni che si sottopongono al trattamento e una riduzione del rapporto tra donne e uomini nei giovani pazienti, suscitando quindi preoccupazione ed interesse clinico per la messa in campo di trattamenti precoci.
Nonostante vi siano stati alcuni tentativi di introdurre nel trattamento dell’AN interventi di terapia cognitivo-comportamentale (CBT) o di terapia focalizzata sugli adolescenti (AFT), il trattamento d’elezione e maggiormente diffuso rimane la terapia familiare incentrata sul comportamento (family treatment-behavior; FT-B); gli interventi CBT hanno dimostrato una certa efficacia per il BED, mentre sono state recentemente pubblicate indagini sulla non efficacia di altri approcci, come la terapia interpersonale. I tassi di remissione negli adolescenti con ED sono del 30 -40%, pertanto, vi è una chiara necessità di sviluppare e attuare nuovi approcci di cura.

La mindfulness, come risultato della pratica meditativa, è la consapevolezza di sé che emerge prestando deliberatamente attenzione alle esperienze interne ed esterne, associate ad emozioni, pensieri e sensazioni corporee, senza giudizio e nel momento presente. Sono molteplici i protocolli che promuovono la mindfulness, tra quelli più noti si annoverano l’MBSR, per la gestione e la riduzione dello stress, l’MBCT, per il trattamento della depressione o il protocollo Mindfulness Based Relapse Prevention (MBRP) finalizzato alla prevenzione delle ricadute nelle problematiche di addiction. Gli interventi che si basano sulla mindfulness possono migliorare l’attenzione cognitiva (prolungata, memoria di lavoro), l’affettività (riducendo la ruminazione) e i risultati interpersonali, nonché la salute mentale e fisica.

Per quanto riguarda i disturbi alimentari e l’alimentazione disregolata, sono stati pubblicati un gran numero di studi che utilizzano interventi basati sulla mindfulness nella popolazione adulta, riportando miglioramenti nella percezione dell’immagine corporea e nel controllo sulle abbuffate; è stato inoltre creato un protocollo per trattare il BED, il Mindfulness-Based Eating Awareness Training (MB-EAT) , partendo dal presupposto che i soggetti affetti da tale disturbo sono guidati da stimoli esterni non nutritivi, piuttosto che dai segnali fisiologici di fame e sazietà.
Anche la DBT e l’ACT vengono utilizzate nei casi di gravità bassa o moderata con assenza di comorbidità significativa.

Una recente review, ha analizzato un ampio numero di studi sull’efficacia di interventi mindulness-based nel trattamento dei disturbi alimentari in adolescenza. Soltanto 13 tra gli studi presi in esame hanno riscontrato una correlazione tra l’apprendimento di tecniche mindful e una riduzione dei comportamenti psicopatologici, dell’indice di massa corporea (IMC) e un aumento della disponibilità a mangiare nuovi cibi sani. Questi dati restano però esigui, per quanto incoraggianti, e secondo gli autori le future ricerche dovrebbero includere follow-up più lunghi e più frequenti per determinare gli effetti a lungo termine degli interventi oltre alla presa in esame del coinvolgimento delle figure genitoriali.

 

Riferimenti

  • Banfield E.C., Liu Y., Davis J.S., Chang S., Frazier-Wood A.C. Poor Adherence to US Dietary Guidelines for Children and Adolescents in the National Health and Nutrition Examination Survey Population. J. Acad. Nutr. Diet. 2016
  • Skinner A.C., Perrin E.M., Skelton J.A. Prevalence of obesity and severe obesity in US children, 1999–2014
  • Keski-Rahkonen A., Mustelin L. Epidemiology of eating disorders in Europe: Prevalence, incidence, comorbidity, course, consequences, and risk factors. Curr. Opin. Psychiatry. 2016
  • Lock J. An Update on Evidence-Based Psychosocial Treatments for Eating Disorders in Children and Adolescents. J. Clin. Child Adolesc. Psychol. 2015

Autore/i dell’articolo

Dott.ssa Rosetta Cappelluccio
Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale Docente e supervisore Istituto A.T Beck Roma e Caserta Conduttrice gruppi DBT adulti e adolescenti Consulente tecnico d’ufficio per trauma neglect e abuso Ha prestato la sua propria opera professionale come responsabile ambulatorio psicopatologia ospedale Buonconsiglio Fatebenefratelli Napoli, attualmente èConsulente esperto   presso l'Ufficio Garante per l'Infanzia ed Adolescenza Regione Campania. Titolare di incarichi consulenza specialistica DBT nelle scuole per trattamento dei ragazzi con comportamenti disregolati  presso varie sezione scolastiche della  Regione Campania .

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