Più “sale” usiamo e più “sale” il rischio di danni sull’asse intestino-cervello

Più “sale” usiamo e più “sale” il rischio di danni sull’asse intestino-cervello

sale

Photo By Sweet Ice Cream Photography on Unspash

Che i cibi saporiti siano graditi al palato è risaputo ma tristemente risaputo è anche il fatto che un eccessivo utilizzo di sale provochi un aumento della pressione sanguigna, predisponendo a malattie cardiache ed ictus. Ricerche condotte negli ultimi dieci anni hanno permesso di individuare un nesso fra assunzione di sale ed elevazione del rischio di ictus anche in assenza di un aumento pressorio, pertanto alcuni studiosi hanno ipotizzato l’esistenza di una stretta connessione tra intestino e cervello (“asse intestino-cervello”).

Da circa 5 anni un paio di studi hanno evidenziato come il sistema immunitario intestinale subisca marcate alterazioni in seguito ad un elevato consumo di sale che innalzerebbe il rischio di problemi autoimmunitari nel cervello, ciò ha permesso di supporre come sia proprio attraverso i segnali immunitari che l’intestino entri in connessione con il cervello. Una ricerca recente evidenzia come i segnali inviati dall’intestino possano danneggiare i vasi sanguigni cerebrali causando un danno neurologico, indipendentemente dall’impatto sulla pressione sanguigna.

L’ictus è la seconda causa di morte nella popolazione mondiale dunque una riduzione dell’assunzione di sale gioverebbe a tutti dal momento in cui è provato che gli adulti assumono circa 9-12 grammi al giorno mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità suggerisce di consumare circa 5 grammi di sale al giorno.

Esperimenti condotti sui topi hanno permesso di evidenziare come le reazioni immunitarie che avvengono nell’intestino tenue generino una serie di reazioni chimiche che ridurrebbero il flusso sanguigno diretto alla corteccia ed all’ippocampo, due aree cerebrali implicate nell’apprendimento e nella memoria. Gli studiosi hanno osservato che l’intestino reagisce all’eccesso di sale inviando segnali immunitari ai quali avrebbe seguito un deterioramento di tutto il sistema vascolare cerebrale e dunque delle funzioni cognitive; anche se questo studio è stato finora condotto solo su animali da laboratorio, gli scienziati ritengono che con tutta probabilità le sue conclusioni valgano anche per le persone. Nell’esperimento condotto sui topi si è notato che quando gli animali sono stati alimentati in modo equilibrato ed è stata dunque interrotta la somministrazione eccessiva di sale, sono cessati gli effetti nocivi indotti dall’elevata assunzione di sale.

Questo ulteriore approfondimento della connessione fra intestino e cervello ha messo in luce i meccanismi di vari disturbi autoimmuni, come la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide, la psoriasi e le malattie infiammatorie intestinali, i quali metterebbero in funzione la stessa via di segnalazione immunitaria coinvolta nello studio condotto sui topi, non a caso le patologie autoimmuni elencate comporterebbero un elevato rischio di ictus e sarebbero legate ad una disfunzione dei vasi sanguigni nel sistema nervoso.

Sembrerebbe proprio che una corretta ed equilibrata alimentazione sia un vero e proprio elemento di prevenzione per la salute della nostra mente e del nostro corpo.

Riferimenti

  • https://www.lescienze.it/news/2018/12/14/news/sale_dieta_intestino_immunitario_danni_vasi_ictus-4225010/

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