“Cosa vuoi fare da grande?” Le scelte professionali influenzano la nostra personalità da adulti
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Chi avrà una carriera di successo? Chi si sposerà? Chi vivrà una vita lunga e sana? Chi avrà dei figli?
Numerosi autori hanno provato a rispondere cercando di individuare i fattori che possano predire i risultati che raggiungeremo nella vita, e sembra che parte della risposta vada ricercata negli interessi professionali. Essi sono infatti importanti aspetti della nostra personalità e riflettono differenze individuali in termini di motivazioni, obiettivi e sforzi personali mostrando un forte impatto sull’intera vita della persona.
Nello stato del Baden-Wurttemberg, in Germania, compiuti sedici anni, gli studenti possono decidere se continuare gli studi per proseguire con la carriera accademica oppure iscriversi ad un programma di formazione professionale. I risultati di una nuova ricerca (Golle et al., 2018), pubblicata su Psychological Science, offrirebbero una prova del fatto che il percorso scelto influenzerà la personalità a distanza di anni.
Lo studio è stato condotto in collaborazione tra i ricercatori delle università tedesche di Tubingen e Kiel e l’Università dell’Illinois negli USA.
Brent Roberts, docente di psicologia all’Università dell’Illinois che ha guidato lo studio, ha spiegato come il loro obiettivo consistesse nell’approfondire il ruolo della scelta della carriera nello sviluppo della personalità.
Gli stessi autori, in una loro precedente ricerca, avevano già riscontrato una relazione tra ingresso nel mercato del lavoro e tratti di personalità, ma senza aver effettuato un confronto tra gruppi di coetanei che avevano compiuto scelte differenti.
In questo nuovo studio sono stati coinvolti due gruppi di ragazzi di 16 anni in procinto di effettuare la scelta riguardo il proseguimento nel loro percorso di studi e professionale. Un gruppo ha scelto la formazione professionale, mentre l’altro ha deciso di proseguire negli studi entrando nel mercato del lavoro dopo aver ricevuto l’istruzione superiore.
Ai partecipanti è stato chiesto di valutare se stessi, all’inizio dello studio e nuovamente dopo sei anni, riguardo la propria personalità e i propri interessi professionali. Per lo studio della personalità sono stati presi in esame i cosiddetti “Big Five”: estroversione, gradevolezza, coscienziosità, stabilità emotiva, apertura all’esperienza; gli interessi professionali comprendevano invece i cosiddetti “Big Six”: artistico, sociale, intraprendente, convenzionale, investigativo e realistico.
Quello che è emerso è che sei anni dopo la “coscienziosità” – intesa come precisione, affidabilità, accuratezza metodologica, perseveranza nonché la volontà di avere successo – aumenta maggiormente per il gruppo che ha scelto di proseguire con la formazione professionale, rispetto al secondo gruppo di coetanei. Inoltre, nel primo gruppo è stato rilevato un minore interesse nel partecipare ad attività sociali, investigative o imprenditoriali.
Ricevere richieste di lavoro relativamente ben definite e affiancarsi a colleghi più esperti potrebbe portare coloro che scelgono un percorso professionale a maturare più rapidamente, ma potrebbe anche diminuire il loro interesse per le attività che non rientrano nell’ambito del loro lavoro.
I risultati confermerebbero il fatto che la personalità non sia immutabile, ma soggetta a cambiamenti per tutta la vita – a volte anche significativi seppur sottili. Inoltre, lo studio suggerisce come molti di questi cambiamenti siano anche il frutto delle nostre scelte.
Spunti interessanti per ricerche future potrebbero riguardare tre aspetti interessanti: indagare i possibili meccanismi attraverso i quali gli interessi professionali esercitano i loro effetti sulla personalità, approfondire la comprensione della relazione tra interessi professionali e tratti della personalità, indagare lo sviluppo degli interessi professionali nel corso della vita. Infine, la ricerca futura potrebbe valutare i diversi potenziali mediatori degli interessi professionali, come obiettivi e valori sia lavorativi che familiari.
Riferimenti: