Niente sculacciate ai bambini, cresceranno meno violenti
Lo scorso aprile abbiamo parlato delle punizioni corporali come metodo educativo. In quell’occasione, abbiamo sottolineato come il bambino dipenda dall’adulto caregiver per il proprio benessere psicofisico e non possieda le strategie di coping necessarie a fronteggiare l’accaduto che si profila come l’uso della violenza fisica da parte di un adulto. Nell’utilizzo di schiaffi e botte non può mai essere nettamente fatta la differenza tra metodo educativo e maltrattamento.
Al proposito, abbiamo anche elencato una serie di conseguenze negative nei bambini su cui si sono usate punizioni corporali, come disturbi psichiatrici, abuso di sostanze e ricorso a tentativi di suicidio. Inoltre si assiste a difficoltà scolastiche, comportamenti antisociali e aggressività: la letteratura, infatti, mostra come il bambino punito fisicamente dai genitori abbia più probabilità di apprendere a risolvere i conflitti utilizzando, appunto, la violenza fisica.
Alcuni ricercatori (Elgar et al., 2018) hanno voluto approfondire questo argomento con una ricerca realizzata nelle scuole di 88 Paesi raccogliendo dati dal 2003 al 2014. Agli studenti è stata chiesta la frequenza delle risse in cui erano stati coinvolti durante le ore scolastiche.
È stato inoltre tenuto conto della legislazione nazionale in merito alle punizioni corporali sui bambini: dei Paesi coinvolti, 30 proibiscono l’uso della violenza fisica anche come metodo educativo sia a scuola che in famiglia (per es., Portogallo, Svezia, Tunisia), 38 lo proibiscono solo a scuola (come Italia, USA e Algeria) mentre i restanti 20 non hanno alcuna legge restrittiva al riguardo (tra gli altri, Zimbabwe, Marocco, Egitto).
I risultati di questa ricerca mostrano che nelle nazioni in cui la violenza fisica è proibita in tutti gli ambiti il numero delle risse a scuola è inferiore (-31% tra gli studenti, -58% tra le studentesse). È interessante notare che nei Paesi, come il nostro, dove la legislazione si occupa solo della scuola, le differenze significative sono solo per le ragazze, con un numero di risse inferiore al 56% rispetto alle nazioni che non hanno alcun divieto.
Questa ricerca conferma, quindi, che proibire le punizioni corporali porterebbe a meno violenza tra i giovani anche se sarà necessario approfondire con studi successivi se siano le leggi proibitive a cambiare le abitudini della società o se semplicemente riflettono delle abitudini già esistenti.
Riferimenti: