Se Elsa di Frozen fosse lesbica, cosa succederebbe ai bambini?
Se Elsa di Frozen fosse lesbica, cosa succederebbe ai bambini?
Recentemente Salvini, durante un suo comizio elettorale, ha espresso i suoi timori se la Walt Disney mostrerà che Elsa è lesbica. Facendo un passo indietro, forse superfluo vista la fama mondiale raggiunta fin dalla sua uscita nel 2013, spieghiamo che Elsa è la protagonista principale del cartone animato “Frozen“. Amato da grandi e piccini, ha guadagnato oltre 1 miliardo di dollari al botteghino e ottenuto ottime recensioni della critica. Come La Sirenetta, con la sua voglia di indipendenza ha decretato il Rinascimento della Disney, Frozen ha dato alla luce uno dei personaggi più progressisti della sua storia, una donna la cui felicità non dipende da un principe e la cui storia è costellata di crescita personale, amore sororale e, soprattutto, autostima e accettazione di se stessa.
Qualcuno ci vede una metafora LGBT anche per la presenza della canzone principale del film, “Let it go”, che potrebbe suonare proprio come un inno al coming out. È evidente che tale metafora, voluta oppure no dagli autori, faccia paura a qualcuno. Ma cos’è che fa paura di un personaggio Disney omosessuale? Che possa creare confusione nei bambini e interferire con il loro sviluppo psicoemotivo?
Anche se le cose stanno lentamente migliorando, le parole “gay, lesbica, omosessuale” non sono parole neutre ma sono cariche di correlati come vergogna, tabù, strano, diverso, sbagliato. Quasi sempre i bambini sono esposti a queste parole percependole come negative ancor prima di conoscerne l’esatto significato. Chi utilizza questo linguaggio nega categoricamente l’eventualità che i propri figli possano essere omosessuali. Per svariate ragioni, inclusa la più classica di tutte: la credenza (sbagliata) che l’orientamento sessuale si possa scegliere.
Dare l’opportunità ai bambini di vedere le diverse sfaccettature dell’amore (non per nulla il simbolo dei movimenti LGBT è l’arcobaleno) non condizionerà il loro futuro orientamento sessuale. Non più di quanto nascere e crescere in una cultura profondamente eteronormativa faccia con le persone omosessuali. Vedere rappresentato nei cartoni la pluralità delle relazioni umane prepara i bambini alla normalità di tutto questo e, nel caso dei bambini che crescendo capiranno di essere omosessuali, potranno vedere le loro emozioni e i loro sentimenti rappresentati proprio come quelli di tutti gli altri.
D’altronde, dal 2012 l’American Psychological Association (APA) afferma che non ci sono prove che l’orientamento sessuale influisca in alcun modo sulla qualità genitoriale, quindi due genitori possono offrire un ambiente sano e supportivo ai loro figli, al di là che siano mamma e papà eterosessuali, due mamme o due papà omosessuali. In più, l’orientamento sessuale dei genitori non influisce sul benessere psicologico e fisico dei figli. Data la mole di studi a cui l’APA può far affidamento, rimangono ben poche ragioni da opporre a queste affermazioni.
Una recente ricerca (Farr, R.H. et al., 2017) ha anche investigato su un altro punto socialmente spinoso: l’orientamento sessuale dei genitori influisce su quello dei loro figli? I ricercatori hanno seguito 106 famiglie di diverso tipo, osservando il loro stile di gioco e i giocattoli usati e sono tornati dalle stesse famiglie dopo cinque anni per intervistare i bambini. I risultati mostrano che lo sviluppo dei figli di genitori omosessuali procede in maniera analoga a quello dei figli di genitori eterosessuali. Sembra, dunque, evidente che avere due genitori di sesso diverso come ruolo maschile e femminile non sia condizione necessaria per facilitare l’aderenza ai ruoli di genere conformi al sesso di nascita né l’orientamento sessuale dei genitori si trasferisce automaticamente a figli.
Se avere genitori omosessuali non influisce negativamente sul benessere dei bambini o sul fatto di comportarsi come maschi o come femmine (il quale, ricordiamolo, è un costrutto culturale), come potrebbe invece un cartone animato? A un anno dall’uscita di Frozen 2, chi si pone questo problema mostra omonegatività e ignoranza e dovrebbe, per il bene dei bambini che afferma di voler proteggere, documentarsi e insegnare ai propri figli come diventare persone rispettose di tutte le sfaccettature della propria personalità e di quelle degli altri, fintanto che non si lede la libertà e il rispetto degli altri.
Riferimenti