Il sonno del bambino: tra ritmi e rituali
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Premessa
Il sonno per ognuno di noi è la fase della giornata in cui si ricaricano le batterie. Per batterie intendiamo, dunque, tutto quelle risorse che ci permettono di funzionare e mantenere un benessere psico-fisico adeguato durante la nostra quotidianità.
La fenomenologia secondo cui si sviluppa il ritmo sonno-veglia è diventato oggetto di studio da parte della scienza occidentale solo recentemente, per questo motivo non ne possediamo ancora una conoscenza approfondita. Quello che è certo è che, nel trascorrere la nostra giornata di ventiquattro ore, è possibile individuare cicli alterni della durata di due ore: quando siamo svegli, le ore di attività si alternano a momenti di stanchezza (sbadiglio, spossatezza, ecc.); quando dormiamo, si individuano fasi di sonno leggero e di sonno profondo.
Anche nel bambino piccolo, dunque, si distinguono fasi di sonno leggero e profondo che favoriscono il ripristino dell’equilibrio fisico e psichico. Seppure con variazioni di tipo individuale, inoltre, il bambino passa da circa un’ora e mezza di sonno lento (respiro regolare e tranquillo, immobilità oculare) a quindici minuti di quello rapido (respiro irregolare con pause e sospiri, movimento oculare involontario), passando per fasi intermedie di altri quindici minuti (stadio di addormentamento o soglia del risveglio). Essendo in un periodo di crescita, il sonno, nel bambino, è molto presente e particolarmente importante per il recupero delle forze cerebrali. Un bambino, infatti, dorme in media:
- dalle 15 alle 17 ore nel primo anno di vita
- 11 ore dai tre ai nove anni
- dalle 8 alle 10 ore fino ai quindici anni
A questo si aggiungono gli importantissimi “riposini” giornalieri.
Considerando tali premesse, vogliamo approfondire tutti quegli accorgimenti utili a favorire il sonno nei bambini.
Il rituale della buona notte
Seppure stare amorevolmente vicino al proprio bambino fino a che non prende sonno non sempre risulta di semplice attuazione (in quanto noi adulti siamo spesso presi dalla fretta di dover “fare”), è importantissimo dedicargli ogni sera momenti di condivisione pieni di dolcezza e serenità. Il cerimoniale della buona notte può essere eseguito in tanti modi diversi: lasciare accesa una luce fioca vicino al suo letto, canticchiare una filastrocca, raccontare una fiaba, dargli un bacio, mettergli tra le braccia l’orsacchiotto preferito. Ciò che conta è farlo sentire amato e al sicuro.
I rituali, generalamente, colorano la giornata di un bambino rendendola rassicurante. Gli donano un senso di stabilità e sicurezza durante la delicata fase di passaggio al sonno. La regolarità con cui li si accompagna a lavarsi i denti, leggere una storia o cantare una canzone prima del bacio della buona notte gli trasmette, in sostanza, che ciò che sperimentano e amano rappresenta una costante del loro vissuto e sarà di nuovo lì al mattino. Il senso di sicurezza e calma pe ril bambino dipende, in buona sostanza, dalla stabilità di abitudini già aquisite, comprese la regolarità dell’ora per coricarsi e, dunque, il rituale che l’accompagna.
Per attuare questi rituali è utile cogliere i segnali giusti. Quando il bambino sbadiglia, fatica a tenere gli occhi aperti o fa ciondolare la testa, è auspicabile portarlo subito a letto per non farsi sfuggire il momento giusto. È bene adattarsi ai suoi ritmi naturali facendo in modo che si rilassi. Come fare? favorire una posizione confortevole, cullarlo, fargli ascoltare la voce della mamma. Solo una naturale sensazione di sicurezza lo convincerà ad abbandonare il mondo circostante (separandosi da tutto e tutti) per lasciarsi andare al sonno (e ad una realtà socnosciuta).
Nell’attuare il meccanismo del rituale è consigliabile evitare di inventarne di nuovi in quanto ogni cambiamento non richiesto potrebbe, al contrario, distrarlo o eccitarlo. Prendere in considerazione e adattarsi a ciò che il bambino propone (ricerca di uno stesso oggetto, libro, posizione) lo farà sentire rassicurato. Inoltre, se durante il sonno il bambino verrà affidato a qualcun altro è fondamentale preparare lui, avvertendolo, e chi ci sostituisce spiegando esattamente cosa fare in caso di risveglio.
In senso generale, è bene aiutare il bambino ad entrare gradulamente in una zona di calma. Se prima di coricarsi sarà eccitato, irritabile, triste o angosciato, la transizione al sonno non risulterà affatto semplice, anzi sia lui che noi entreremmo in uno stato di fatica ed agitazione difficile da gestire. Al contrario, in questi momenti, ricordiamo alcune abitudini che conciliano il sonno:
- Un bagno caldo
- Un massaggio
- Un lettino tiepido di inverno
- Una camera confortevole ma non troppo calda
- Latte caldo o un infuso
- Il suono ripetuto di un carillon o l’oggetto del cuore.
E se sopraggiungono le paure…
È risaputo che i bambini possiedano una fervida fantasia. Talvolta questa fantasia, oltre a rendere la realtà più divertente, può connotarla in modo “spaventoso”. Questi giochi di fantasia, accompagnati da luci ed ombre della sua camera o da rumori insoliti, fanno si che l’elefantino di porcellana si trasformi in un’ombra minacciosa proiettata sul muro, che dall’armadio esca qualche mostro con una bocca grandissima, ecc. La paura aumenta se il bambino si sente solo e abbandonato e non vede attorno a sé le persone che ama. In queste condizioni il bambino si attiva ed il sonno scompare. Cosa fare?
- Empatizzare mostrando comprensione e pazienza, evitando accuratamente di deriderlo
- Lasciare socchiusa la porta della sua camera
- Accendere una fioca lucetta accanto al suo letto
- Concedere ogni tanto al bambino di dormire nel letto matrimoniale
- Permettegli di tenere vicino a sé un indumento con il profumo della mamma o del papà
- Evitare di punirlo minacciando l’arrivo del poliziotto, del lupo, del medico, ma soprattutto del papà
- “Fare la pace” con lui se è stata una giornata conflittuale
- Evitare un uso continuo di camomilla o tisana
- Evitare l’uso di calmanti o sonniferi se non sotto consiglio medico
Riferimenti
- Bruni O, a cura di (2000) “Principi di Medicina del Sonno in Età Evolutiva”. Ed. Mediserve: Napoli.
- Honegger Fresco G., Valpiana T. (2013) “Abbiamo un bambino. Guida per i nuovi genitori”, Edizioni Del Baldo: Verona
- Mindell JA, Telofski LS, Wiegand B, et al. (2009) “A nightly bedtime routine: impact on sleep in young children and maternal mood”. Sleep, 32, 599-606.