Dormiamo sempre meno: quanto ci costa?

Stiamo assistendo a una vera e propria epidemia di deprivazione del sonno. Non contenti di aver ridotto, come specie, il numero di ore di sonno necessarie, per ragioni evolutive, ci priviamo ogni giorno di minuti (se non ore) di prezioso sonno e la situazione è in continuo peggioramento. Le ricerche degli anni passati evidenziavano come tra il 20% e il 30% dei partecipanti riportavano carenza di sonno; quelle più recenti hanno visto questa percentuale salire: tra il 33% e il 45%.
Le ragioni sono relative alla competizione sul lavoro, alle richieste sociali e alle esigenze familiari. Possiamo aggiungerci anche l’uso eccessivo di dispositivi elettronici i cui schermi diffondono luce blu che interferisce con i naturali meccanismi del sonno. Tra tutte le incombenze e gli impegni quotidiani, sembra quasi naturale sottrarre tempo al sonno. In realtà come specie abbiamo già ottimizzato le ore da dedicare a dormire: mentre per noi 7 ore di sonno sono sufficienti, i nostri cugini primati ne hanno bisogno di molte di più, anche più del doppio.
Le conseguenze di un insufficiente numero di ore di sonno sono numerose: problemi di attenzione, memoria, problem solving, percezione e processamento delle informazioni, comunicazione; difficoltà a concentrarsi; ridotta motivazione e tempi di reazione; irritabilità e mancanza di empatia. Inoltre aumenta il rischio di infarto, ictus, ipertensione, obesità, diabete e anche depressione.
È stata effettuato uno studio in Australia per quantificare il danno anche economico che questo fenomeno produce analizzando le ricerche e i dati nazionali. È un aspetto molto importante, e a volte sottovalutato, come la mancanza di produttività dovuta alle conseguenze fisiche e psicologiche, gli incidenti stradali e sul lavoro, le spese per le cure a carico del privato o del sistema sanitario, con le conseguenze su tasse e welfare.
Ebbene, sembra che il costo in termini economici sia di quasi 18 miliardi di dollari, che corrispondono all’1,55% del prodotto interno lordo dell’Australia. A questo va aggiunto il danno non finanziario, che sarebbe invece di oltre 27 miliardi di dollari, pari al 4,6% del totale del carico annuale relativo alle malattie in questa nazione. Stiamo quindi parlando di 45 miliardi di dollari in totale.
Sarebbe interessante verificare quali siano i costi nel sistema italiano, visto che oltre 9 milioni dei nostri connazionali soffrono di insonnia cronica e addirittura il 70% avrebbe un qualche disturbo del sonno. Come si fanno numerose campagne contro obesità, depressione, diabete o dipendenza dal fumo, il governo dovrebbe sensibilizzare di più anche a una corretta igiene del sonno e l’educazione potrebbe partire dalle scuole, ovvero dove si trovano i maggiori utilizzatori di smartphone e che sembra si sveglino proprio per controllare le notifiche di messaggi ricevuti. È evidente che bisogna implementare la prevenzione primaria.
Riferimenti: