La stimolazione magnetica transcrania, una nuova arma contro il disturbo ossessivo-compulsivo
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Il disturbo ossessivo-compulsivo, o DOC è una malattia psichica che genera un elevato livello di sofferenza in chi ne è affetto. La sintomatologia del DOC si manifesta attraverso la comparsa di ossessioni, ovvero pensieri intrusivi o immagini, sgradevoli, che si presentano al di là della volontà dell’individuo, l’ansia che questi contenuti mentali generano costringe la persona a mettere in atto le cosiddette compulsioni ovvero comportamenti mirati a far percepire una sensazione momentanea di sollievo. Le compulsioni possono manifestarsi anche sottoforma di rituali mentali, il ricorso ad esse non farà altro che aumentare la probabilità della ricomparsa delle ossessioni e successive compulsioni, innescando un vero e proprio circolo vizioso difficile da interrompere. Un classico caso di DOC è quello caratterizzato dal bisogno di controllo, chi ne soffre ha ad esempio il timore marcato di aver lasciato aperta la manopola del gas con il rischio di causare una terribile esplosione (pensiero ossessivo: “devo verificare che la manopola del gas sia chiusa, altrimenti succederà un disastro”) e per essere assolutamente certo che ciò non accadrà, ha bisogno di controllare ripetutamente (perché nel DOC le rassicurazioni e le verifiche non bastano mai!) di averla chiusa (rituale compulsivo).
I livelli di gravità che il DOC può raggiungere possono essere anche molto elevati e costringere chi ne soffre ad una vita marcatamente condizionata dal disturbo. In psicoterapia i trattamenti per il DOC possono essere di tipo comportamentale come ad esempio l’esposizione con prevenzione della risposta (exposure and response prevention, ERP), in base alla quale il soggetto deve esporsi allo stimolo temuto astenendosi però poi dal mettere in atto la compulsione ed abituarsi così a poco a poco all’ansia che ciò genera. Sono utilizzate inoltre tecniche di tipo cognitivo, mirate a far prendere le distanze dai pensieri ossessivi o sottoporli ad analisi critica. A livello farmacologico vengono impiegati principalmente i cosiddetti inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (Selective Serotonin Reuptake Inhibitors, SSRI) medicinali che hanno lo scopo di consentire la presenza di una maggior concentrazione di serotonina, importante neurotrasmettitore cerebrale che avrebbe un’azione anti-ossessiva.
La ricerca scientifica ha permesso di compiere dei passi avanti nel trattamento del DOC ed in particolare gli studiosi del Centro Medico Chaim Sheba in Israele hanno verificato come la stimolazione magnetica profonda ma innocua, di una precisa zona del cervello, la corteccia anteriore, contrasti i sintomi della malattia. I campi magnetici vengono prodotti da una bobina che viene posizionata sulla testa e ciò attiva alcuni circuiti neuronali responsabili della manifestazione del disturbo, del resto il funzionamento del nostro cervello stesso avviene per impulsi elettrici.
La ricerca condotta dal dottor Lior Carmi e colleghi, dell’Istituto israeliano, ha previsto l’utilizzo di un campione di 99 pazienti che sono stati trattati tutti i giorni per sei settimane ed a fine esperimento il 38% dei soggetti presentava una riduzione del 30% della gravità della sintomatologia; un mese dopo la conclusione del trattamento il tasso di risposta era pari al 45,2%.
La stimolazione profonda transcranica avrebbe effetti positivi anche su altri tipi di psicopatologie, dunque l’utilizzo di questa nuova tecnica rappresenta una nuova speranza per tutti coloro che da anni combattono con la sofferenza psichica.
Riferimenti