La Mindfulness aiuta a gestire lo stress dell’esclusione sociale

La Mindfulness aiuta a gestire lo stress dell’esclusione sociale

Stress dell’esclusione sociale

L’essere umano è fondamentalmente un animale sociale. Questo significa che ha bisogno delle interazioni con i suoi simili per sviluppare il proprio benessere. Lo psicologo Abraham Maslow ha sviluppato la cosiddetta piramide dei bisogni: in questa piramide egli ha identificato, tra i bisogni principali, anche quello di appartenenza, ovvero avere una serie di relazioni di amicizia, familiari e sessuali necessarie per poter, in seguito, soddisfare altri bisogni di natura superiore, come la realizzazione personale.

Per la nostra stessa sopravvivenza abbiamo bisogno di far parte di un gruppo. Ne consegue che l’esclusione sociale, l’estromissione dal gruppo, può essere vissuta come un’esperienza altamente stressante.
Ognuno di noi reagisce in maniera del tutto personale al rifiuto e mette in pratica diverse strategie per cercare di gestire le emozioni che ne derivano. Alcune persone, per esempio, cercano di usare una strategia detta “top-down”: i centri del cervello coinvolti nelle attività cognitive sopprimono l’attività di altri centri cerebrali deputati alla gestione delle emozioni. Il risultato di questo comportamento è sovraccaricare le risorse cognitive e, come conseguenza negativa, potrebbero sorgere ulteriori emozioni negative.
Altre persone, invece, cercano di utilizzare le strategie “bottom-up”, ovvero gestire direttamente le proprie emozioni: in questo modo non andranno ad abusare delle proprio risorse cognitive.

Uno studio recente (Martelli & al., 2018) ha cercato di verificare se le persone che hanno una pratica di Mindfulness riescono a percepire meno stressante l’esperienza sociale del rifiuto e vedere se le reazioni cerebrali relative alle attività cognitive ed emotive variano a seconda del livello di Mindfulness.

Hanno così coinvolto 40 partecipanti in un gioco al computer e hanno misurato il loro livello di Mindfulness e l’attività cerebrale grazie alla risonanza magnetica. Il gioco consisteva in passaggi di palla tra il partecipante e due compagni di gioco virtuale. All’inizio i passaggi erano equamente divisi tra i tre giocatori mentre nell’ultimo minuto i giocatori virtuali si passavano la palla solo fra loro con il risultato di escludere il partecipante dal gioco.
Al partecipante è stato fatto credere che i due giocatori non fossero virtuali ma reali e che, quindi, le decisioni fossero prese da persone vere che avevano scelto di escludere il partecipante dal gioco.

Circa un’ora dopo è stato chiesto ai partecipanti di compilare un questionario che avrebbe misurato il livello di stress sociale percepito. I risultati hanno dimostrato che alti livelli di Mindfulness durante l’esperienza di rifiuto sono correlati a minore attivazione della corteccia prefrontale ventrolaterale sinistra, l’amigdala e la corteccia cingolata anteriore dorsale, che sono coinvolti nella gestione dello stress sociale.

Questo studio ha quindi dimostrato che le persone che praticano Mindfulness percepiscono meno stress dopo un’esperienza di esclusione sociale, possono fare affidamento a una regolazione emotiva a lungo termine grazie alle strategie bottom-up e mantenere le proprie capacità cognitive per altri compiti.

 

Riferimenti:

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