Stress in gravidanza e sviluppo cerebrale del neonato

Stress in gravidanza e sviluppo cerebrale del neonato

Stress in gravidanza

Photo by Alicia Petresc on Unsplash

Durante la gravidanza, la connessione tra madre e figlio è massima, tanto che qualsiasi attività compiuta dalla donna ha un effetto sullo sviluppo del feto. Il cervello del nascituro non riposa ma anzi vive una fase di forte sviluppo, con centinaia di migliaia di collegamenti neuronali che quotidianamente si attivano per modellarlo. La salute psicologica della madre in che modo quindi incide su quella del futuro bebè?

Uno studio recente del King’s College di Londra ha dimostrato che lo stress materno, prima e durante la gravidanza, può influenzare lo sviluppo cerebrale del bambino.
La ricerca di Lautarescu e Counsell, pubblicata in Biological Psychiatry, ha preso in considerazione 251 bambini nati pretermine e ha evidenziato uno sviluppo alterato del fascicolo uncinato, un tratto della materia bianca che connette le strutture del sistema limbico – ad esempio amigdala e ippocampo- con la corteccia prefrontale, nei bambini le cui madri avevano vissuto maggiori fattori di stress nel periodo prenatale.

La misurazione del livello di stress delle madri è avvenuta tramite la somministrazione di un questionario sugli eventi stressanti vissuti, da quelli minori, come un trasloco, un colloquio di lavoro o un esame, a quelli più severi, come un lutto, la separazione dal partner o il divorzio. Il punteggio ottenuto sulla base della quantità di stressors vissuti è stato messo in relazione con i dati ottenuti dall’analisi del cervello dei bambini, tramite una tecnica di risonanza magnetica, chiamata il DTI – tensore di diffusione, specifica per osservare la struttura della materia bianca.

Gli studiosi, attraverso i risultati di questa ricerca e in linea con altre passate, sottolineano l’importanza di fornire alle madri un supporto psicologico durante la gravidanza, ad esempio una terapia cognitivo comportamentale, al fine di ridurre gli esiti negativi sullo sviluppo cerebrale dei neonati. A questo proposito potrebbe essere molto incisivo il ruolo dei medici, che visitano le donne durante la gravidanza e che potrebbero quindi indagare, attraverso delle domande specifiche, la presenza, non solo di sintomi depressivi, ma anche di eventuali fattori di stress. In questo modo, si potrebbero individuare le situazioni a rischio ed intervenire proponendo alle future madri delle terapie psicologiche adeguate, che risulterebbero preventive rispetto alla salute mentale dei nascituri.

I risultati di questo studio rientrano tra quelli che hanno dimostrato l’impatto dei fattori prenatali sulle condizioni di salute dei neonati, in particolare il malessere psicologico vissuto dalle madri durante la gravidanza può condurre ad esiti negativi, ad esempio un basso peso alla nascita, un parto pretermine o alterazioni comportamentali precoci nel neonato, come il pianto frequente. Prendersi cura della salute psicologica delle future madri dovrebbe quindi rientrare tra le principali attività sanitarie di prevenzione delle istituzioni, al fine di ridurre i fattori di rischio allo sviluppo di psicopatologie nella futura popolazione adulta.

Ulteriori ricerche sarebbero necessarie per comprendere la traiettoria evolutiva dei cambiamenti osservati nello sviluppo cerebrale del bambino e verificare quindi quali influenze sulla salute mentale potrebbero avere nel corso della vita adulta. 

Riferimenti

Autore/i dell’articolo

Marco Stefanelli
Psicologo, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Docente presso l’Istituto di Psicoterapia cognitivo- comportamentale A.T.Beck di Roma e di Caserta. Socio Ordinario della SITCC (Società Italiana di Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva) e Terapeuta EMDR I livello. Vanta esperienza clinica in ambito adulto e si occupa prevalentemente di tutti i disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo e omofobia interiorizzata.  

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