Il Tai Chi contro le cadute negli anziani
All’inizio di settembre abbiamo parlato del Tai Chi, questa antica arte marziale cinese la quale ha origine come tecnica di autodifesa e si è poi diffusa nel resto del mondo prendendo le caratteristiche di ginnastica molto utile ad aumentare la consapevolezza del proprio corpo grazie ai movimenti misurati e dolci che si mettono in pratica. In quella news si riportavano i risultati di una ricerca che comparava Tai Chi e aerobica nel trattamento dei sintomi della fibromialgia, trovando che la pratica orientale fosse una valida alternativa molto apprezzata dalle persone con questa patologia.
Un’altra ricerca appena pubblicata sul Journal of the American Medical Association (Fuzhong & al., 2018) si è focalizzata sui benefici del Tai Chi ma questa volta nella popolazione anziana, per la quale le caratteristiche di questa pratica sono molto adatte.
Uno dei problemi più frequenti nelle fasce d’età più alte è quello delle cadute, la cui conseguenza è spesso la ben nota frattura del femore, dell’anca o di altre articolazioni come il polso. Anche nei casi in cui la caduta non fosse di grave entità, la frattura potrebbe essere facilitata dalla fragilità ossea, l’osteoporosi o il rallentamento dei riflessi.
L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato i seguenti numeri: circa il 28,6% delle persone sopra i 65 anni cade almeno una volta all’anno e quasi la metà (43%) più di una volta. La maggior parte delle cadute si verificano fuori dalla propria abitazione; quelle in casa, invece, hanno luogo soprattutto in cucina e nella camera da letto.
I dati su queste difficoltà delle persone anziane sono state tra le ragioni per dirigere l’attenzione dei ricercatori verso modalità di soluzione, tra le quali il Tai Chi, in quanto le cadute sono prevenibili grazie a esercizio fisico mirato, come suggerisce l’evidenza empirica. Alla ricerca hanno partecipato 670 persone con età media di 70 anni che riportavano almeno una caduta nell’ultimo anno o ridotta mobilità. Il campione è stato poi diviso in tre gruppi che hanno seguito tre programmi differenti: due lezioni alla settimana di Tai Chi della durata ciascuna di 60 minuti per sei mesi; ginnastica aerobica con la stessa frequenza; esercizi di stretching. I ricercatori hanno, quindi, misurato l’incidenza di cadute nell’arco dei sei mesi.
I risultati della ricerca mostrano che vi è stata una notevole differenza di numero di cadute nei tre gruppi: nel gruppo Tai Chi, 85; nel gruppo aerobica, 112; nel gruppo stretching, 127. Dunque nei praticanti Tai Chi si è assistito a una riduzione delle cadute del 31% rispetto agli altri due gruppi, dimostrando l’efficacia preventiva di questa pratica e con un risultato inaspettato in più: sono stati osservati miglioramenti anche nelle performance cognitive.
Riferimenti: