Una novità per migliorare il proprio umore
Una sveglia per l’ambiente
La letteratura scientifica ha già evidenziato che impegnarsi in comportamenti pro-ambientali può migliorare il proprio umore, attraverso feedback positivi provenienti dal fatto stesso di metter in atto una buona azione (Steg et al., 2015; Taufik et al., 2015). Tra i vari comportamenti pro-sociali, quelli pro-ambientali stanno diventando sempre più importanti e necessari, in quanto nel mondo contemporaneo sempre più spesso le politiche delle varie potenze internazionali faticano a promulgare leggi a protezione del nostro patrimonio naturale. I comportamenti pro-ambientali sono generalmente definiti come l’insieme di tutti quei comportamenti che riducono l’inquinamento, causato dagli esseri umani, e che invece ne migliorano la qualità (Stern, 2000). Tra questi, rientrano i comportamenti volti al risparmio energetico, alla riduzione del consumo delle risorse, alla limitazione dell’uso dei veicoli a motore, alla conservazione della flora e della fauna, ecc. (Steg & Vlek, 2009).
Le persone che dormono male, sia per la quantità che per la qualità del sonno, tendono a essere più affaticate, arrabbiate, confuse e meno entusiaste circa le attività da svolgere durante il giorno, rispetto agli individui ben riposati (Kaida & Niki, 2014). La stanchezza e la sonnolenza amplificano l’umore negativo, mentre attenuano quello negativo. Inoltre, esse influenzano anche le nostre motivazioni e, di conseguenza, anche i nostri comportamenti (Zohar et al., 2005). In linea con ciò, alcuni autori giapponesi (Kaida & Kaida, 2017) hanno ipotizzato che le persone che soffrono d’insonnia possano anche essere meno inclini a mettere in atto comportamenti a favore dell’ambiente, i quali richiedono una certa motivazione ad agire in favore non solo di se stessi. Intervenire, quindi, su variabili psicologiche, quali il senso di stanchezza e sonnolenza, dovuto a problemi di insonnia, migliorerebbe il nostro umore facilitando, di conseguenza, i nostri comportamenti pro-ambientali.
Alcuni studi precedenti condotti in Svezia e in Giappone (Kaida & Kaida, 2016a, 2016b), hanno mostrato che comportamenti pro-ambientali come spegnere sempre le luci di una stanza quando si esce, sono positivamente correlati al benessere. Inoltre, hanno mostrato che i sentimenti positivi dovuti all’azione a favore dell’ambiente erano associati maggiormente a persone con tratti di personalità quali l’ottimismo, piuttosto che il pessimismo. Questi risultati hanno portato gli autori a includere tali tratti nella loro recente ricerca (2017), volta a esplorare meglio la relazione tra sonnolenza e comportamenti pro-ambientali.
La loro ricerca si compone di due studi. Nel primo si sono focalizzati sul comportamento di spegnere le luci non in uso, definito come uno dei comportamenti più semplici e conosciuti per ridurre le emissioni di CO2 a livello individuale, da mettere in atto quando si è a casa (Lanzini & Thogersen, 2014). I partecipanti sono stati 382 uomini e donne, dai 20 anni in su, di età media 48.5, e hanno compilato un questionario contenente oltre le varie informazioni socio-demografiche: una scala di sonnolenza soggettiva, che misura la tendenza ad addormentarsi in varie situazioni durante il giorno; una scala per rilevare l’ottimismo e il pessimismo; una domanda sulla frequenza della messa in atto del comportamento pro-ambientale. I risultati di questo primo studio hanno confermato le ipotesi secondo cui le persone con bassa sonnolenza sono meno pessimiste e di conseguenza più inclini a mettere in atto comportamenti pro-ambientali.
Il secondo studio della ricerca ha replicato i risultati del primo, estendendoli ad altri tipi di comportamenti pro-ambientali, quali risparmiare l’acqua e l’elettricità, evitare di usare quando possibile veicoli a motori e fare la raccolta differenziata. Questa volta è stata anche rilevata la durata del sonno notturno. Ii partecipanti sono stati 1200 giapponesi dai 20 anni in su, bilanciati tra uomini e donne, di età media 49.1. I risultati di questo secondo studio hanno confermato che le persone più assonnate durante il giorno erano quelle che dormivano meno durante la notte. Ciò suggerisce che aumentare la durata e la qualità del sonno notturno ridurrebbe la sonnolenza e la stanchezza durante il giorno, il che aumenterebbe le emozioni positive provate, diminuirebbe i sentimenti di pessimismo facilitando, quindi, la messa in atto di comportamenti a favore dell’ambiente.
Riferimenti
- Kaida, K., & Kaida, N. (2017). Wake up for the environment: An association between sleepiness and pro-environmental behavior. Personality and Individual Differences, 104, 12-17.
- Kaida, K., & Niki, K. (2014). Total sleep deprivation decreases flow experience and mood status. Neuropsychiatric Disease and Treatment, 10, 19–25.
- Kaida, N., & Kaida, K. (2016a). Facilitating pro-environmental behavior: The role of pessimism and anthropocentric environmental values. Social Indicators Research, 126(3), 1243–1260.
- Kaida, N., & Kaida, K. (2016b). Pro-environmental behavior correlates with present and future subjective well-being. Environment, Development and Sustainability, 18(1), 111–127.
- Lanzini, P., & Thogersen, J. (2014). Behavioral spillover in the environmental domain: An intervention study. Journal of Environmental Psychology, 40, 381–390.
- of a sustainable energy transition. Frontiers in Psychology, 6, 805.
- Steg, L., & Vlek, C. (2009). Encouraging pro-environmental behaviour: An integrative review and research agenda. Journal of Environmental Psychology, 29, 309–317.
- Steg, L., Perlaviciute, G., & van der Werff, E. (2015). Understanding the human dimensions of a sustainable energy transition. Frontiers in Psychology, 6, 805.
- Stern, C. P. (2000). Toward a coherent theory of environmentally significant behavior. Journal of Social Issues, 56, 407–424.
- Taufik, D., Bolderdijk, J. W., & Steg, L. (2015). Acting green elicits a literal warm glow. Nature Climate Change, 5, 37–40.
- Zohar, D., Tzischinsky, O., Epstein, R., & Lavie, P. (2005). The effects of sleep loss on med- ical residents’ emotional reactions to work events: A cognitive-energy model. Sleep, 28, 47–54.