Leggere è una questione di attenzione: l’uso dei videogiochi per il trattamento della dislessia

Leggere è una questione di attenzione: l’uso dei videogiochi per il trattamento della dislessia

Uso dei videogiochi

Photo by Corey Motta on Unsplash

La dislessia, insieme alla disgrafia, alla disortografia e alla discalculia, rientra nell’ambito dei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e si manifesta con una compromissione della capacità di lettura, in particolare nell’accuratezza, nella velocità e nella comprensione del testo. Il disturbo si manifesta in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma può costituire una limitazione importante per le normali attività della vita quotidiana.

L’intervento terapeutico e didattico può attenuare i sintomi della dislessia in modo significativo che spesso sfociano in vere e proprie patologie psicologiche come ansia e depressione.

In casi di profili di dislessia lieve, attraverso interventi mirati e effettuati all’interno della finestra evolutiva, è possibile ricondurre la performance di lettura all’interno dei parametri di normalità con un significativo impatto sul benessere psicologico del bambino. Il concetto di finestra evolutiva rimanda al periodo in cui l’intervento didattico-terapeutico è mediamente più efficace nell’attenuare i sintomi del disturbo, che nel caso specifico, rientrano tra il secondo anno di scuola primaria e la fine della scuola secondaria (7-13 anni)

Attualmente, nonostante non esista una credenza unanime sull’eziologia del disturbo, assume particolare rilievo il filone che la riconduce a deficit di tipo attentivo: si ipotizza che il core-deficit del disturbo sia un inadeguato funzionamento dell’attenzione selettiva visuo-spaziale (AVS), che nei soggetti dislessici si traduce nell’incapacità di concentrare l’attenzione su piccole porzioni del campo visivo.

Dobbiamo però ricordarci che i bambini di oggi sono nativi digitali e gli esercizi carta e penna, che fino a qualche anno fa erano la base del trattamento, adesso risultano poco accattivanti e spesso sono la causa dell’interruzione precoce dell’intervento: di schede bastano già quelle che vengono usate a scuola.

Negli ultimi anni si è così fatta avanti l’ipotesi che particolari tipologie di videogiochi, detti action video-games (AVG) possano favorire lo sviluppo di abilità coinvolte nel processo di lettura. A seguito di studi neuroscientifici che utilizzavano videogame già esistenti sul mercato, l’Università degli studi di Salerno, in associazione con l’Università degli studi di Oberta di Catalunya e di Bergamo, ha avviato nel 2015 un progetto volto alla creazione di un videogioco chiamato Letter Ninja, per favorire lo sviluppo della rapidità di lettura in soggetti dislessici per la scuola primaria e secondaria attraverso lo sviluppo dell’attenzione spaziale visiva.

Lo scopo del gioco è quello di identificare bersagli visivi, seguendo la traccia dei bersagli in movimento, con un supporto per il calcolo dei tempi di reazione. Il gioco presenta anche un modulo di reportistica automatico, grazie al quale vengono registrati i dati di gioco per analizzare l’andamento delle performance del soggetto e controllare l’evoluzione dei risultati; grazie a questo modulo viene restituito anche un feedback visivo sull’andamento delle partite.

Vari studi esplorativi, condotti nel 2017, hanno testato la validità del videogame coinvolgendo studenti con certificazione di dislessia. Dall’analisi dai dati emersi, si evince come in tutti i soggetti coinvolti sia presente un miglioramento nella rapidità di lettura: studenti della scuola secondaria hanno ottenuto un incremento significativo, seppur minore rispetto ai soggetti della scuola primaria, indice di un’efficacia che va scemando con il trascorrere degli anni.

I dati rilevati sembrano accreditare l’ipotesi che l’utilizzo di videogame specifici possa produrre dei miglioramenti nella rapidità di lettura in soggetti dislessici attraverso il training dell’attenzione visuo-spaziale. L’utilizzo di videogame e di altri sussidi didattici, basati su forme di interazione analoghe, seppur ancora poco conosciuti, potrebbero essere in futuro un importante strumento per docenti e terapeuti per favorire lo sviluppo di una normale competenza della lettura nei bambini dislessici soprattutto nella scuola primaria.

 

Riferimenti:

  • American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (DSM-5). American Psychiatric Pub
  • Di Tore, M. Lazzari, CIC Jordi, M. Sibilio (2017). Didattica e dislessia: un uso vicariante dei nuovi media per favorire la lettura. CQIA RIVISTA 7 (20), 50-67
  • Sibilio (2013). Una didattica semplessa per i disturbi specifici dell’apprendimento. DSA, Elementi di didattica per i bisogni educativi speciali. Etas, RCS Libri, Milano

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