I vaccini causano l’autismo? Una credenza ancora solida
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Sebbene i vaccini costituiscano una delle difese più efficaci contro alcune malattie, molti vengono ancora valutati negativamente. Una delle principali cause di negatività che circonda l’adozione della vaccinazione è nata da una pubblicazione del 1998 del dott. Andrew Wakefield, un ex medico britannico che ha erroneamente collegato il vaccino MPR (morbillo, parotite e rosolia) all’autismo. Il documento in finale è stato ritirato dai coautori e dalla rivista The Lancet, dove lo studio era stato inizialmente pubblicato. Nonostante ciò, l’idea che i vaccini possano causare l’autismo è ancora in circolazione e le persone continuano ad essere esposte in maniera massiccia a questa disinformazione.
In alcuni paesi europei, circa una persona su cinque infatti crede che “alcuni vaccini causino l’autismo nei bambini sani”. In particolare, in Francia la percentuale della popolazione che crede vi sia un legame tra vaccini e autismo è del 65%, in Gran Bretagna del 55%, in Italia è del 52%. Anche nei paesi in cui la maggioranza della popolazione non crede al legame tra vaccino e autismo, spesso la percentuale di persone che vi crede è solo appena sotto: in Svezia è il 49% e negli Stati Uniti e in Germania è il 48% (Ipsos MORI, 2017).
Perché i vaccini spaventano?
Alcune ragioni spingono le persone a credere che vi sia un legame tra vaccini e autismo, nonostante numerose prove lo smentiscano (Bobby Duffy, 2018).
- In primo luogo, la questione dei vaccini muove corde emotivamente salienti, dal momento in cui riguarda la salute dei propri figli. Tali questioni attivano i centri emotivi in maniera più forte, tanto da rendere difficile un ragionamento razionale che consideri l’ampiezza delle fonti di informazione.
- In secondo luogo, vi sono da considerare questioni legate alla complessità medica. In particolare, ci si riferisce alla comprensione della distinzione tra pericolo, ovvero il potenziale danno, e il rischio, ovvero la probabilità che tale esito negativo si verifichi effettivamente. Esiste infatti, ad esempio, un’incredibilmente piccola, ma reale possibilità che il vaccino possa aggravare un disturbo mitocondriale sottostante, che è stato collegato all’autismo regressivo in una minuscola frazione di bambini. Si potrebbe dunque legittimamente addurre come prova del fatto che si tratta di un pericolo, ma essendo estremamente raro, il rischio è effettivamente inesistente. Tuttavia, questo punto risulta difficile da comunicare.
- Un ulteriore aspetto riguarda la disinformazione a cui si è esposti attraverso i media. Una percentuale che va dal 10% al 24% dei siti presenti sul web espone una posizione negativa verso l’utilizzo dei vaccini. Per effetto di un “aggiornamento asimmetrico” (Cass Sustein, 2016) le persone tendono ad assimilare con più facilità le informazioni che si adattano alle proprie opinioni e ignorare le contro prove.
- Anche la narrazione di tutte queste fonti contribuisce a sostenere la credenza: ci sono molte affermazioni di casi di studio individuali che sostengono un collegamento vaccino-autismo ed elevano queste narrazioni al livello di prove rappresentative. Accade dunque che spesso le informazioni aneddotiche dei genitori si tramutino in informazioni basate sulla scienza. Con il rischio che la storia narrata prenda il sopravvento sui dati di realtà.
Lo studio recente
I ricercatori dello Statens Serum Institut, Copenhagen, Danimarca, hanno utilizzato un registro della popolazione danese per valutare se il vaccino MPR aumenti il rischio di autismo nei bambini. Lo studio di coorte è stato realizzato includendo i bambini nati in Danimarca dal 1999 al 2010. Dei 657.461 bambini inclusi nell’analisi in un decennio di follow-up, 6.517 sono stati diagnosticati con autismo. Lo studio ha messo a confronto bambini vaccinati con MPR e bambini non vaccinati con MPR, in sottogruppi caratterizzati da differenze di sesso, rischio di autismo, storia di autismo tra fratelli, altri vaccini somministrati durante l’infanzia.
I risultati, pubblicati su Annals of Internal Medicine, non hanno evidenziato nessun aumento del rischio di autismo dopo la vaccinazione MPR.
Nello specifico, nessun aumento del rischio è stato osservato nei sottogruppi di bambini raggruppati in base alla storia di autismo nei fratelli, in base alla presenza di fattori di rischio relativi all’autismo o sulla base di altre vaccinazioni infantili già effettuate.
Inoltre, i risultati hanno messo in luce come, nell’analisi dei sottogruppi, le ragazze che hanno ricevuto la vaccinazione MPR hanno mostrato una diminuzione del rischio di autismo dal 16% al 21%.
Conclusioni
Lo studio di coorte recente, realizzato a livello nazionale su tutti i bambini nati in Danimarca da madri nate in Danimarca negli ultimi 10 anni, ha messo in luce come il vaccino contro la parotite, il morbillo e la rosolia (MPR) non aumenti il rischio di autismo e non provochi l’autismo nei bambini suscettibili. I risultati dello studio, in linea con studi precedenti, confutano l’esistenza di una possibile relazione causale tra vaccini e autismo, relazione che costituisce una pericolosa credenza ancora diffusa.
RIFERIMENTI
- Duffy B. (2018). Autism and vaccines: more than half of people in Britain, France, Italy still think there may be a link. The conversation
- Hviid A., Hansen J.V., Frisch M., et al. (2019). Measles, mumps, rubella vaccination and autism a nationwide cohort study. Annals of Internal Medicine;170:513-20