Varianti preoccupanti

Varianti preoccupanti

Varianti preoccupanti

Photo by Papazachariasa on Pixabay

Introduzione

Nel tempo del green pass e del fine vacanze, della terza dose e del rientro a scuola, la narrativa sul così detto COVID si arricchisce del termine “variante”. Il nemico dell’umanità, per così dire, ha cambiato veste riuscendo così a eludere il potere del vaccino.

I ricercatori hanno distinto queste nuove minacce in base alla loro pericolosità, distinguendole in preoccupanti o interessanti.

A luglio 2021 erano già 4 le varianti “preoccupanti” (VOCs – Variants Of Concern) del SARS-CoV-2: Alpha, Beta, Gamma e Delta. Altre 4 sono state invece classificate come varianti “di interesse” (VOIs – Variants of Interests) meno francamente preoccupanti: Eta, Iota, Kappa, Lambda.

Tutte queste varianti hanno in comune la presenza di mutazioni sulla proteina spike, che possono rendere il virus più resistente agli anticorpi indotti dal vaccino.

La variante Lambda

Una variante su tutte ha però attirato lo sguardo del team giapponese di Kimura e colleghi (Luglio 2021).La variante Lambda è stata identificata per la prima volta il Peru, diffondendosi in Sud America. Questa variante si è dimostrata altamente infettiva e resistente ai vaccini ideati per combattere la prima versione emersa a Wuhan in Cina. Ad oggi è stata rintracciata in 26 paesi.

La variante Lambda appare resistente agli anticorpi indotti dal vaccino perché presenta tre mutazioni nella proteina spike. Tutti avranno in mente l’immagine che ritrae il coronavirus, una forma sferica decorata con numerose “punte” che fanno pensare ai motivi di una corona. Queste punte sono proprio le proteine spike, che il virus impiega per legarsi alle cellule bersaglio e per entrarvi. Il vaccino induce la produzione di anticorpi che disinnescano queste proteine impedendo al virus di diffondersi. Si capirà allora come la variante Lambda con le sue proteine spike “modificate”, sia più resistente alla neutralizzazione da parte degli anticorpi. Due altre mutazioni, chiamate T76I e L452Q sarebbero invece responsabili della maggior infettività della variante.

Nonostante la variante Lambda sia classificata fra le varianti di interesse, alcuni autori propongono che sia inserita fra le varianti “preoccupanti”.

Cosa possiamo fare

Mentre continuiamo ad apprendere di più su questo virus, su come cambia e si adatta ai nostri sforzi, rimane imperativo il bisogno di interrompere la diffusione del virus e delle sue varianti. Limitare la diffusione significa infatti diminuire le possibilità di mutazione.

Misure quali la vaccinazione, il lavaggio frequente delle mani, indossare la mascherina, mantenere il distanziamento, garantire ventilazione agli ambienti ed evitare luoghi chiusi o affollati, continuano ad essere il primo fondamentale argine al diffondersi e al mutare del virus.

Citando l’OMS: “Non dobbiamo desistere dal vaccinarsi a causa della nostra preoccupazione per le varianti del virus…abbiamo bisogno di usare gli strumenti a nostra disposizione anche mentre ci sforziamo di migliorarli. Siamo salvi sono se tutti sono salvi.”

 

 

Bibliografia

  • Kimura, I., Kosugi, Y., Wu, J., Yamasoba, D., Butlertanaka, E. P., Tanaka, Y. L., … & Sato, K. (2021). SARS-CoV-2 Lambda variant exhibits higher infectivity and immune resistance. bioRxiv.

Autore/i dell’articolo

Dott. Jonathan Righi
Psicologo iscritto all’Ordine degli Psicologi del Lazio. Specializzando in Psicoterapia cognitivo-comportamentale presso l’Istituto A.T. Beck. Collaboratore e content creator per l’Istituto A.T. Beck. È responsabile coordinatore dei volontari per la Onlus Il Vaso di Pandora – La Speranza dopo il trauma, dedicata ai sopravvissuti e alle sopravvissute a trauma. Svolge attività clinica e di ricerca specialmente nell’ambito delle minoranze sessuali e di genere e nella valutazione psicodiagnostica. Consegue un’alta formazione nella diagnosi e nel trattamento del trauma in età evolutiva. Certificato per la conduzione di gruppi secondo il modello Coping Power Program. È membro fondatore di Peter Boom – Associazione Arcigay Viterbo È Socio Aderente della Società Italiana di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale (CBT-Italia).

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