Ecco alcuni esempi di disturbi e di come la Terapia Cognitivo Comportamentale può intervenire.
Per un approfondimento su questi e altri disturbi visita la sezione: https://www.istitutobeck.com/terapia-cognitivo-comportamentale
Attacchi di panico
L’attacco di panico arriva come un fulmine a ciel sereno, improvvisamente. Le sensazioni sono così forti che spesso si ha paura di morire o di impazzire ed è per questo che le persone ne sono così spaventate. Una volta arrivato il primo attacco di panico niente è più come prima: cominciano gli evitamenti e la preoccupazione che possa di nuovo accadere così che le persone riducono le loro attività quotidiane fino a compromettere la propria qualità di vita. La Terapia Cognitivo Comportamentale ha la maggior evidenzia scientifica mondiale nella cura degli attacchi di panico in un tempo ragionevolmente breve. In terapia saranno insegnati alla persona strumenti specifici e facili da imparare a usare per tornare a vivere una vita piena e serena.
Disturbo D’Ansia Generalizzata
Tutto è fonte di preoccupazione e la mente è invasa da pensieri su pensieri dove le catastrofi sono imminenti e niente andrà per il verso giusto. Famiglia, lavoro, salute, relazioni importanti, ogni aspetto della vita è fonte di preoccupazioni portando le persone dentro un vortice da cui si sentono inghiottite e sopraffatte. Non si è più capaci di rilassarsi, si è sempre irritabili, non ci si riesce a concentrare e si arriva anche alla sensazione di impazzire. La Terapia Cognitivo Comportamentale fornirà gli strumenti giusti per imparare a reinterpretare le idee, le convinzioni e le aspettative sbagliate e irrealistiche e avere così una vita sgombra da preoccupazioni inutili.
Fobia sociale
Quando la difficoltà di stare con gli altri va oltre la timidezza. Ogni occasione sociale diventa un momento davvero difficile da gestire: essere esposti al possibile giudizio degli altri, la paura di mostrarsi imbarazzati, di apparire incapaci e ridicoli portano le persone con fobia sociale a evitare il più possibile le interazioni con gli altri. L’isolamento che ne deriva può portare anche alla depressione. La Terapia Cognitivo Comportamentale aiuterà le persone che soffrono di fobia sociale a concentrarsi sul proprio modo di pensare. Saranno così in grado di individuare con precisione le situazioni temute e di modificare i loro pensieri e comportamenti disfunzionali riguardo a esse.
Fobie specifiche
Alcuni tipi di animali, ambienti naturali, particolari situazioni o la sola vista del sangue possono scatenare in alcune persone una paura talmente intensa e sproporzionata da influenzare la qualità della loro vita. Non c’è bisogno che lo stimolo sia presente, basta anche semplicemente pensarlo o immaginarlo. La Terapia Cognitivo Comportamentale dispone di 7 specifiche tecniche per la risoluzione di questo problema.
Ipocondria
Già nella Francia di Luigi XIV Molière intratteneva la corte con il suo “malato immaginario”. L’ipocondria è caratterizzata da una intensa e continua preoccupazione di avere una grave malattia che porta la persona a mettere in atto specifici comportamenti con un conseguente dispendio di energie e di tempo. La Terapia Cognitivo Comportamentale può aiutare queste persone a interrompere i circoli di pensiero disfunzionali relativi alla salute e costruire una visione di sé non più vulnerabile alle malattie.
Disturbo Ossessivo Compulsivo
Ossessioni e compulsioni prendono il comando della vita. Pensieri improvvisi e intrusivi affollano la mente non lasciando scampo alla persona se non fare determinati gesti (rituali visibili o mentali) per poter placare quella forte ansia che essi generano. L’efficacia della Terapia Cognitivo Comportamentale nel trattamento del Disturbo Ossessivo Compulsivo è ormai scientificamente comprovata; può essere scelta come trattamento d’elezione oppure combinata con il trattamento farmacologico, in entrambi i casi con un’ottima efficacia clinica. Il fulcro del lavoro terapeutico è la tecnica dell’esposizione con la prevenzione della risposta.
Depressione
L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che nel 2020 la depressione sarà la seconda malattia maggiormente diffusa nel pianeta terra dopo i disturbi cardiovascolari. Futuro incerto e pieno di dubbi, ambiente ostile, sentimenti di senso di colpa, inadeguatezza, inutilità e mancanza di valore: queste sono le componenti che affliggono le persone depresse. Chi soffre di depressione sperimenta un opprimente senso di angoscia, perdita di interesse nelle attività che normalmente danno piacere e difficoltà nello svolgimento anche delle più semplici azioni quotidiane, a volte con conseguenze negative sul lavoro e sulle relazioni interpersonali. Sono anche presenti pensieri di morte e in generale la vita viene vista come una montagna infinita da scalare. Obiettivo della Terapia Cognitivo Comportamentale è invertire la rotta con l’utilizzo di diversi strumenti terapeutici. Uno dei più conosciuti è la riattivazione comportamentale che diventa l’input per riattivare l’individuo da un punto di vista cognitivo, emotivo e fisico.
Disturbo Bipolare
Il tono dell’umore è in una costante montagna russa. Le oscillazioni che caratterizzano il disturbo bipolare sono imprevedibili, incontrollabili, prolungate, estreme, eccessive. Il cambiamento del tono dell’umore è accompagnato da altri cambiamenti, come per esempio nel modo di comportarsi o di pensare. Il funzionamento giornaliero viene così a essere compromesso causando problemi significativi anche a chi sta intorno. Oltre alla terapia farmacologica, la Terapia Cognitivo Comportamentale può svolgere un ruolo benefico fornendo sia le necessarie conoscenze per capire l’impatto della malattia sull’individuo e sulle relazioni familiari, sia gli strumenti utili per affrontare e prevenire gli episodi maniacali, ipomaniacali e depressivi.
Anoressia Nervosa
Il cibo diventa un nemico da assoggettare prima e sconfiggere poi, anche a costo della propria vita. Il disturbo porta a una percezione distorta in merito al proprio peso e alla propria forma del corpo: Il raggiungimento del peso perfetto è una meta da raggiungere ma che però non arriva mai e l’autodisciplina e il sacrificio diventano i fedeli alleati per perseguire nello scopo. Una pillola “anti-anoressia” non è stata ancora inventata. I dati empirici suggeriscono, però, che un trattamento cognitivo comportamentale ha una maggiore efficacia rispetto all’uso di farmaci. Ricordiamo che nei casi più gravi è preferibile il ricovero ospedaliero.
Bulimia Nervosa
Il cibo appare come l’unico in grado di salvarci quando le emozioni prendono il sopravvento. Un enorme vuoto si apre dentro e bisogna colmarlo oltre ogni misura. Non è la soddisfazione, però, che arriva dopo le abbuffate ma un profondo senso di vergogna, e allora le condotte compensatorie sembrano l’unica via di uscita: vomito autoindotto, uso di lassativi, diuretici o altri farmaci, digiuno e attività fisica eccessiva. E tutto questo accade almeno una volta a settimana. La Terapia Cognitivo Comportamentale di Fairburn in 4 fasi sembra essere il trattamento con maggiore efficacia.
Binge Eating
Le abbuffate rappresentano l’unico rifugio sicuro che si conosce e a cui tornare e non sono seguite da azioni compensatorie. Le persone si vergognano dei loro problemi con l’alimentazione e tentano di nasconderne i sintomi. Le abbuffate avvengono, quindi, in solitudine e nel modo più segreto possibile. Il risultato è un’altalena del peso che non sembra arrestare il suo movimento. La Terapia Cognitivo Comportamentale offre una risposta chiara e facile da mettere in pratica affinché il cibo torni ad avere il suo primordiale valore nutritivo.
Disturbi sessuali
Uomo, donna, in coppia o single, il sesso è una parte importante della vita delle persone. Come dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità (2006) la salute sessuale è: “… uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale in relazione alla sessualità”. I disturbi sessuali sono molto più frequenti e comuni di quello che si possa pensare e coinvolgono uomini e donne. Generalmente, la prognosi delle disfunzioni sessuali, ad esempio i disturbi dell’orgasmo, quali anorgasmia nelle donne, eiaculazione precoce e ritardata negli uomini, è molto buona; con le terapie sessuali brevi, infatti, si ottengono elevati tassi di successo in tempi ridotti per tutte le disfunzioni sessuali. È stato dimostrato che i migliori risultati derivano proprio dall’applicazione delle tecniche di Terapia Cognitivo Comportamentale a ogni specifico disturbo, e talvolta in associazione con la somministrazione appropriata di farmaci. Il Centro sui Disturbi Sessuali dell’Istituto Beck offre il proprio aiuto a uomini e donne, coppie e single, che necessitano di una diagnosi ed eventualmente di un trattamento per difficoltà o disagi inerenti l’area sessuale.
Insonnia
Dicono che la notte porti consiglio, ma se non si riesce a chiudere occhio le ore illuminate dalla luna possono risultare un vero e proprio incubo a occhi aperti. L’insonnia è il disturbo del sonno più diffuso ed è caratterizzato non soltanto da problematiche notturne ma anche da conseguenze negative diurne. La Terapia Cognitivo Comportamentale per l’insonnia prende il nome di CBT-I e ha come obiettivo primario quello di migliorare la qualità/quantità del sonno e i sintomi diurni correlati al disturbo (scarsa attenzione e memoria, difficoltà di concentrazione, ecc…).
Disturbi correlati a Internet
La vita contemporanea è 2.0 e sappiamo che non possiamo tornare indietro. Il problema è quando il comportamento della persona influenza la propria salute fisica e mentale, danneggia le relazioni interpersonali, interferisce con il lavoro e causa instabilità economica. Dipendenza dal sesso virtuale, dalle relazioni virtuali, dal gioco online, dallo shopping compulsivo rendono la rete una trappola da cui non si riesce a uscire. La Terapia Cognitivo Comportamentale ha sviluppato uno specifico trattamento della durata di 3 mesi per aiutare chi ne soffre.
Dipendenza sessuale
Si parla di dipendenza quando c’è la percezione di incontrollabilità. Pornografia, masturbazione, chat e linee telefoniche erotiche, prostituzione, cinema erotici, esibizionismo o voyerismo, pratiche feticiste, zoofilia, sesso online, partner sessuali multipli sono i comportamenti che caratterizzano questa dipendenza. Il più delle volte il comportamento sessuale compulsivo è una strategia utilizzata per alleviare le emozioni negative e generarne di positive. Quando, l’effetto anestetico si esaurisce, la persona sperimenta emozioni negative come rabbia, senso di colpa, tristezza o vergogna, che placa riperpetuando nuovamente comportamenti sessuali in un circolo disfunzionale che sembra non avere fine. La Terapia Cognitivo Comportamentale è una delle opzioni terapeutiche più efficaci per il trattamento della dipendenzasessuale identificando modalità alternative, e più sane, con le quali emozioni e situazioni difficili possono essere gestite.
Dipendenza affettiva
Per queste persone il detto “meglio soli che mal accompagnati” non è valido. Il dipendente affettivo si divide tra il “non poter vivere con” e il “non poter vivere senza”. Le emozioni del partner hanno più importanza rispetto alle proprie, la stima di sé dipende dall’approvazione dell’altro, prendere una posizione o una decisione diventa difficoltoso e causa forti sensi di colpa e la paura di essere abbandonati è talmente intensa che la maggior parte dei comportamenti hanno la funzione di evitare la solitudine e il rifiuto. La Terapia Cognitivo Comportamentale per la dipendenza affettiva si compone di diverse fasi che vanno dalla consapevolezza della dipendenza al lavoro di ristrutturazione delle credenze disfunzionali legate al proprio senso di scarso valore, passando anche per una migliore gestione delle proprie emozioni e il cambiamento delle aspettative irrealistiche rispetto all’amore.
Gioco d’azzardo patologico
Il gioco smette di essere un momento ricreativo e di relax e pervade ogni aspetto della vita. La perdita delle relazioni, del lavoro, delle opportunità di carriera, la possibilità di mettere in atto una serie di condotte illegali (come falsificazione, furto o frode) ne sono il risultato. La Terapia Cognitivo Comportamentale può aiutare la persona a vincere la partita in cui è in gioco la sua vita attraverso quattro fasi di intervento: aumentare la consapevolezza del paziente sulla propria condotta, identificare e cambiare gli errori di pensiero che determinano il comportamento, sviluppare comportamenti alternativi per la regolazione delle emozioni intense, gestire l’ansia e lo stress.
Disturbo da Stress Post Traumatico
Ci sono avvenimenti nella vita tali per cui niente è più come prima. Il disturbo da stress post traumatico si configura come un disturbo complesso ed eterogeneo. L’Istituto Beck dedica una intera sezione ai diversi tipi di trauma e alle implicazioni in termini di conseguenze e di interventi terapeutici. Verranno infatti illustrate le principali conseguenze fisiche, psicologiche, emotive e relazionali del trauma, i sintomi, la comorbilità, i principali approcci terapeutici.
Disturbi di personalità
La personalità è una combinazione di pensieri, emozioni e comportamenti che rendono ogni persona unica. E’ il suo modo di vedere, comprendere e relazionarsi con il mondo esterno, così come pure il modo in cui vede se stessa. La personalità inizia a formarsi durante l’infanzia e nello sviluppo normale, i bambini imparano con il tempo a interpretare con precisione i segnali sociali e a rispondervi in modo appropriato. Nei casi in cui situazioni problematiche interne o esterne al nucleo familiare alterano l’iter evolutivo, è possibile che si generi un disturbo della personalità. Esistono 10 disturbi di personalità e sono tutti caratterizzati da: pensiero distorto, risposte emotive problematiche, eccessiva o ridotta regolazione degli impulsi, difficoltà interpersonali. Il disturbo di personalità pervade ogni aspetto di vita della persona conducendola quindi a una vita di sofferenza e incomprensione. La Terapia Cognitivo Comportamentale offre diversi approcci al suo interno per la cura di questi disturbi: non soltanto gli strumenti standard da anni consolidati ma anche la Dialectical BehaviorTherapy, la Schema Therapy o la Terapia Metacognitiva Interpersonale.
Sindrome del colon irritabile
Molte persone soffrono di questo disturbo ma in pochi chiedono aiuto. Dolori addominali, alterazioni nell’evacuazione, mal di testa, mal di schiena sono solo alcuni dei sintomi più comuni. L’umore ne risente e spesso ansia o depressione insorgono in breve tempo. Oggi tutte le ricerche scientifiche in merito sottolineano la necessità di affiancare un trattamento psicoterapeutico al trattamento medico. La Terapia Cognitivo Comportamentale è risultata essere di grande aiuto per la riduzione dell’intensità e della frequenza dei sintomi sia psicologici sia fisiologici, la riduzione dei dolori addominali, la riduzione del numero di volte in cui la persona deve correre in bagno, il miglioramento della qualità della vita e dello stato d’ansia e di depressione, nonché una migliore gestione dello stress.
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