Conseguenze organiche : obesità

Conseguenze organiche : obesità

L’impatto dell’aumento del peso corporeo sulla morbilità (ovvero il numero di giornate di assenza dal lavoro per malattia) e sulla mortalità (percentuale delle morti in rapporto ai viventi) è così elevato che l’obesità è considerata oggi uno dei maggiori problemi per la salute pubblica.

L’obesità comporta un maggiore rischio di sviluppare diverse complicanze fisiche quali:

Malattie cardiovascolari

Chi è obeso spesso presenta contemporaneamente diabete, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia e ipertensione (la così detta Sindrome Metabolica).

L’obesità predispone l’individuo a una serie di fattori di rischio cardiovascolare tra cui:

  • Cardiopatie ischemiche;
  • Insufficienza coronarica;
  • Insufficienza venosa;
  • Ipertensione;
  • Aumento del tasso di colesterolo nel sangue.

Nella donna, l’obesità è al terzo posto tra i fattori di rischio di malattie cardiovascolari, dopo l’età e la pressione arteriosa. Il rischio di attacco cardiaco per una donna obesa è circa tre volte superiore a quello di una donna magra della stessa età. (Hubert, H.B., et al., Obesity as an independent risk factor for cardiovascular disease: a 26-year follow-up of participants in the Framingham Heart Study. Circulation, 1983. 67: pp. 968-977).

Diabete di Tipo 2 o diabete mellito non insulino-dipendente (NIDDM)

L’obesità è una delle principali cause del diabete di Tipo 2, il diabete che si sviluppa normalmente in età adulta, o diabete mellito non insulino-dipendente (NIDDM). A differenza del diabete di Tipo 1, nel diabete di Tipo 2 il pancreas produce ancora insulina; questa però è comunque insufficiente o poco efficace per le necessità dell’organismo. I diabetici di Tipo 2 sono generalmente soggetti adulti tendenti all’obesità. Il grasso in eccesso infatti fa sì che il corpo sia resistente all’insulina (ormone che aiuta l’organismo a mantenere un adeguato livello di zucchero nel sangue) così che vi è un eccesso di glucosio (zucchero) nel corpo con conseguenze negative sulla salute. In effetti, il rischio di sviluppare il diabete di Tipo 2 aumenta già con un IMC (o BMI) nettamente al di sotto della soglia di obesità (IMC = 30). Il rischio di diventare diabetici aumenta parallelamente all’IMC, soprattutto nei soggetti con una predisposizione genetica a questa malattia, e cala parallelamente alla perdita di peso. Le donne obese hanno probabilità 12 volte superiori di sviluppare il diabete di Tipo 2 rispetto alle donne con un peso normale. (Parillo, M. and G. Riccardi, Diet composition and the risk of Type 2 diabetes: epidemiological and clinical evidence. British Journal of Nutrition, 2004).

Tumori

Molti tipi di cancro sono associati al sovrappeso, tra cui:

  • Cancro del colon e del retto;
  • Cancro dell’esofago;
  • Cancro dell’ovaio;
  • Cancro dell’utero;
  • Carcinoma mammario;
  • Cancro dei reni e della prostata.

Calcoli biliari

Le persone obese hanno un rischio maggiore di soffrire di calcoli: in questi casi viene prodotta una maggiore quantità di colesterolo; questo si può depositare nella cistifellea e facilitare la formazione di calcol

Artrosi

Un peso eccessivo si tramuta in un abnorme pressione sulle giunture (in particolare delle ginocchia, dei fianchi e della parte inferiore della schiena) e ne consuma la cartilagine protettiva, irrigidendo la giuntura stessa e provocando dolore.

Si è rilevato in particolare una relazione tra l’obesità e la gonartrosi (artrosi del ginocchio) che può diventare talmente seria da obbligare la persona a dover impiantare delle protesi al ginocchio e/o all’anca.

Il mal di schiena è un ulteriore aspetto caratteristico di chi è in sovrappeso: il dolore infatti è spesso la conseguenza a ernie sulla colonna vertebrale emerse in seguito al forte peso della massa grassa.

Complicanze respiratorie

La sindrome da apnea notturna è una condizione seria in cui la persona smette di respirare per brevi periodi di tempo durante la notte e respira pesantemente. Essa è caratterizzata da tipici sintomi notturni (apnee prevalentemente di tipo ostruttive, russare, movimenti anomali e insonnia) e sintomi tipici diurni (cefalea mattutina, sonnolenza e grave compromissione della vigilanza e dell’efficienza). Si possono inoltre verificare disturbi dell’umore e deficit cognitivi quali riduzione della memoria, dell’attenzione e dell’apprendimento. La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno o OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome), caratterizzata da ripetuti episodi di completa e/o parziale e/o prolungata ostruzione delle vie aeree superiori durante il sonno, è una delle più gravi conseguenze respiratorie dello stato di obesità in quanto comporta una riduzione della saturazione di ossigeno nel sangue e, quindi, rischi di compromissione cerebrale.

Ictus (infarto cerebrale)

L’obesità addominale è un potente fattore di rischio che può provocare l’ictus ischemico in persone di entrambi i sessi, anche se giovani. L’obesità è infatti associata all’arteriosclerosi ovvero l’accumulo di depositi di grasso nelle arterie, comprese quelle del cervello. La formazione di un grumo di sangue in un’arteria del cervello può ostacolare lo scorrere del sangue in quella zona e provocare un ictus.

Problemi di fertilità e complicanze in gravidanza

Un aumento della massa corporea può essere associato a difficoltà di fertilità sia negli uomini che nelle donne. L’obesità può inoltre comportare diabete da gestazione e altri problemi nel corso della gravidanza e può aumentare il rischio di complicanze durante il parto.

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