I Disturbi dell’Adattamento (Adjustment Disorders, AD) si presentano quando una persona che è stata recentemente esposta a una o più fonti di stress non riesce ad “adattarsi” all’esperienza, ma sviluppa una risposta emotiva e comportamentale anomala.
I sintomi di questi disturbi si distinguono da reazioni normali a situazioni difficili perché causano una marcata compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo, scolastico o in altre aree importanti della vita dell’individuo (Bachem & Casey, 2018).
Le esperienze stressanti possono essere eventi singoli, come la fine di una relazione sentimentale, la perdita del proprio lavoro o il trasferimento in un altro paese, o molteplici, come problemi finanziari o nella vita di coppia. Alcuni di questi eventi stressanti posso essere associati a transizioni tra diverse fasi della vita della persona (ad esempio, inizio della scuola, nascita di un figlio, pensionamento), mentre altri possono riguardare non solo l’individuo, ma un’intera comunità (disastri naturali, situazioni di crisi economica, ecc.). I Disturbi dell’Adattamento possono svilupparsi anche in seguito alla morte di una persona cara, tuttavia le caratteristiche cliniche presentate non devono essere riconducibili a una normale reazione di lutto.
Sintomatologia
Il quadro sintomatologico è caratterizzato da umore depresso, tristezza, preoccupazione, ansia, insonnia e bassi livelli di concentrazione. Poiché si tratta di una “famiglia di disturbi”, e non di un disturbo singolo, il DSM-5 richiede di specificare quali siano i sintomi prevalenti (umore depresso, ansia, misto di ansia e umore depresso, disturbi della condotta, o misto di disturbi emotivi e della condotta).
Nei Disturbi dell’Adattamento:
- i sintomi emotivi (la marcata sofferenza sperimentata, l’umore depresso, l’ansia, ecc.) e comportamentali (problemi in ambito sociale e occupazionale) si sviluppano a seguito di un recente evento stressante;
- si riscontrano alti livelli di sofferenza, che sono sproporzionati rispetto alla gravità/intensità dell’evento stressante;
- i sintomi si manifestano entro i 3 mesi dall’esposizione all’evento stressante;
- i sintomi non persistono per più di 6 mesi dall’evento stressante o dal superamento delle sue conseguenze (APA, 2013).
I Disturbi dell’Adattamento, a differenza del Disturbo da Stress Acuto e del PTSD, insorgono a seguito di eventi stressanti caratterizzati da qualsiasi livello di gravità, quindi non necessariamente di natura estrema. Come accennato all’inizio, questi disturbi rappresentano una risposta disadattiva a breve termine a tali eventi.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (2018), per porre questa diagnosi deve essere presente, oltre alla difficoltà di adattamento e all’impatto sul funzionamento personale, anche un ricorrente stato di preoccupazione per l’evento stressante o un costante rimuginio ossessivo sulle sue conseguenze.
Prevalenza e fattori di rischio
I Disturbi dell’Adattamento risultano molto comuni nonostante vi sia un’alta variabilità dei tassi d’incidenza stimati, che sono compresi tra il 5% e il 20% su campioni di pazienti in trattamento ambulatoriale, mentre raggiungono il 50% su campioni di pazienti che si rivolgono a strutture ospedaliere di consultazione psichiatrica (APA, 2013).
Sebbene venga rivolta molta attenzione al fattore stressante precipitante, ovvero all’evento traumatico che precede lo sviluppo della sintomatologia, alcune ricerche hanno sottolineato il ruolo cruciale che rivestono le esperienze infantili della vittima rispetto alla comparsa dei Disturbi dell’Adattamento in fasi più avanzate della vita. Quindi, uno stress in età precoce (tra cui l’abuso) rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di questo quadro sintomatologico (Hales et al., 2008).
Trattamento
Sebbene i sintomi disturbanti vadano in genere incontro a remissione spontanea nel giro di 6 mesi, è comunque consigliabile ricorrere a un supporto psicologico per diverse ragioni:
- abbreviare la durata del distress psicologico esperito;
- ridurre i sintomi cronici quando il fattore di stress è prolungato;
- rafforzare la propria resilienza psicologica in vista di stressor ricorrenti;
- prevenire la comparsa di altre condizioni più invalidanti, ad esempio l’insorgenza di un franco episodio depressivo.
Interventi consigliati sono la Terapia Cognitivo Comportamentale centrata sul trauma, l’EMDR, tecniche di rilassamento e approcci di auto aiuto (Domhardt & Baumeister, 2018).
Riferimenti
- American Psychiatric Association. (2013). Manuale diagnostico e statistic dei disturbi mentali (5a Ed.): DSM-5. Trad. it. Raffaello Cortina, Milano 2014.
- Bachem, R., & Casey, P. (2018). Adjustment disorder: A diagnosis whose time has come. Journal of Affective Disorders, 227, 243-253.
- Domhardt, M., & Baumeister, H. (2018). Psychotherapy of adjustment disorders: Current state and future directions. The World Journal of Biological Psychiatry, 19(sup1), S21-S35.
- Hales, R.E., Yudofsky, S.C. & Gabbard, G.O. (2008). The American Psychiatric Publishing Textbook of Psychiatry. Fifth Edition. American Psychiatric Association Publishing.