I sopravvissuti ad abusi sessuali durante l’infanzia presentano molto spesso delle disfunzioni sessuali e problemi legati alla bassa soddisfazione sessuale (Rellini & Meston, 2011).
Alcuni dei problemi sessuali che le vittime possono sviluppare sono:
- dolore pelvico cronico;
- dolore durante il rapporto sessuale;
- disturbo dell’erezione;
- disturbi dell’orgasmo;
- ridotto interesse per l’attività sessuale;
- sensazione di non essere presenti a se stessi durante il rapporto sessuale.
I sintomi sessuali che i sopravvissuti possono manifestare a medio e/o a lungo termine vengono interpretati come frustranti e invalidanti, e sono fonte di marcata sofferenza.
Per esempio, è stato mostrato che il 63% delle donne con dolore pelvico aveva alle spalle una storia di abusi sessuali durante l’infanzia; questo dato sembra chiarire perché molte persone con dolore pelvico cronico non rispondono ai trattamenti convenzionali, in quanto il sintomo sarebbe direttamente collegato all’esperienza traumatica (Holland et al., 2000).
Numerose evidenze suggeriscono che spesso i meccanismi psicologici che determinano la messa in atto di strategie di fronteggiamento del dolore e della sofferenza da parte delle vittime di abuso sessuale infantile influenzano negativamente la sessualità.
Le vittime spesso presentano delle associazioni, dei flashback o dei ricordi collegati a specifici aspetti dell’abuso sessuale subìto. Anche solo il contatto fisico con il/la partner può innescare pensieri, emozioni e sensazioni fisiche sgradevoli, indesiderati e che producono sofferenza. Questo meccanismo riduce notevolmente i livelli di desiderio (un importante precursore dell’arousal sessuale) e, quindi, ogni forma di contatto sessuale può diventare problematica.
Le persone che hanno subìto un abuso sessuale infantile hanno la tendenza a evitare la vicinanza e l’intimità con l’altro, soprattutto quando queste implicano il contatto fisico e sessuale. Il corpo, infatti, memorizza l’abuso subìto, quindi la vicinanza dell’altro viene considerata minacciosa e l’atto sessuale può essere vissuto come una “ripetizione” attuale dell’abuso passato.
Stephenson e collaboratori (2012) hanno riscontrato che, in un gruppo di donne, l’abuso sessuale infantile mediava l’associazione tra il funzionamento sessuale (relativo alle variabili: desiderio, arousal, lubrificazione e orgasmo) e la sofferenza associata alla sessualità. Nello specifico, le donne con storia di abusi sessuali infantili (soprattutto nei casi in cui l’abusante era un membro della famiglia) presentavano alti livelli di sofferenza seppur in presenza di un buon funzionamento sessuale, rispetto alle donne che non hanno subìto abusi infantili.
Interventi psicologici efficaci in questo ambito sono gli approcci di Trauma Sensitive Yoga, di Terapia Senso Motoria, di Terapia Cognitivo Comportamentale e quelli basati sulla Mindfulness.
Riferimenti
Holland, K.L., Finger, W.W. & Cart A.M. (2000). Recognizing sexual trauma in women with chronic pelvic pain. www.medicalsexuality.org
Rellini, A.H. & Meston, C.M. (2011). Sexual Self-Schemas, Sexual Dysfunction, and the Sexual Responses of Women with a History of Childhood Sexual Abuse. Archives of Sexual Behavior, 40: 351-362.
Stephenson, K.R., Corey P. Hughan, C.P. & Meston, C.M. (2012). Childhood sexual abuse moderates the association between sexual functioning and sexual distress in women. Child Abuse & Neglect, 36(2): 180-189.