Avversione sessuale (ripugnanza nei confronti dell’attività sessuale)

Avversione sessuale (ripugnanza nei confronti dell’attività sessuale)

Desiderio sessuale

Il desiderio è una delle componenti del funzionamento erotico e è definibile come la fase che prefigura e rafforza il piacere sessuale. Il desiderio innesca l’eccitazione, è strettamente connesso al piacere erotico (un atto di norma è tanto più piacevole quanto più è desiderato) ed è, come il piacere, un fenomeno prevalentemente psichico.

Il desiderio sessuale è caratterizzato dalla presenza di pensieri e fantasie sessuali e dalla voglia di intraprendere l’attività sessuale; esso è variabile da persona a persona e può dipendere anche dalle circostanze (fase del ciclo mestruale, gravidanza, menopausa, qualità del rapporto di coppia, insoddisfazione nei confronti del proprio corpo, ecc.)

Quando le difficoltà sessuali sono legate al desiderio, si parla di disturbi del desiderio. Questi si suddividono in disturbo da avversione sessuale, descritto qui sotto, e disturbo da desiderio ipoattivo.

Descrizione del disturbo da avversione sessuale

Chi soffre di disturbo da avversione sessuale prova ripugnanza nei confronti dell’attività sessuale. Di conseguenza, l’ansia prodotta dal pensiero di potersi trovare in situazioni sessuali fa sì che si evitino tutti (o quasi tutti) i contatti sessuali genitali con il partner.

Il disturbo è in genere conseguente ad abuso sessuale, abuso fisico o trauma. L’avversione al contatto genitale può essere:

  • Generale: si sperimentano panico e repulsione in conseguenza di sensazioni, pensieri, sentimenti o situazioni di natura sessuale ed erotica;
  • Specifico: avversione allo sperma, al pene in erezione, ai genitali (propri o del partner), alla nudità, al piacere, all’eccitazione, all’atto della penetrazione, ecc.

Le principali caratteristiche del disturbo sono quindi:

  • Ripugnanza persistente o ricorrente nei confronti dell’attività sessuale oppure evitamento della stessa;
  • Difficoltà nelle relazioni sessuali: si evita il contatto sessuale genitale con il partner sessuale, si evita di toccarsi e baciarsi, vi è scarso (o nullo) desiderio per l’attività sessuale;
  • Provare ansia (fino a veri e propri attacchi di panico), paura o disgusto quando si è coinvolti sessualmente.

Il disturbo da avversione sessuale può essere suddiviso in:

  • Generalizzato: la reazione di avversione sessuale è presente costantemente e al variare dei partner;
  • Situazionale: la reazione di avversione sessuale è presente con un solo partner o solo in determinate circostanze;
  • Permanente: la persona ha da sempre presentato un atteggiamento di avversione e di disgusto per il sesso;
  • Acquisito: la reazione negativa agli stimoli di natura sessuale dipende da apprendimenti culturali ed esperienze personali che hanno condizionato il soggetto fino a provocare il rifiuto della sessualità.

Cause

Tra le possibili cause vi sono:

  • esperienze sessuali traumatiche: quali abuso sessuale e/o fisico, aborto;
  • educazione familiare e/o religiosa rigida e sessuofobica: convinzioni che rendono difficoltoso il rapporto con il proprio corpo, con la propria sessualità e con il sesso in generale;
  • informazioni sessuali inadeguate: aspettative erronee o negative riguardo al rapporto sessuale;
  • problemi relazionali quali l’infedeltà;
  • pressioni subite in relazioni precedenti;
  • paura della gravidanza;
  • stress esterni: preoccupazioni di tipo economico, problemi di salute, preoccupazione per le implicazioni di una malattia (propria o di una persona cara) e/o paura di una ricaduta, dolore per la perdita di una persona cara, difficoltà sul lavoro, apprensione per i figli e i propri cari, ecc.;
  • stress interni: derivanti dal modo di pensare e di interpretare le situazioni, mancanza di problem- solving per trovare soluzioni adeguate, influenza dello stress sugli ormoni;
  • omofobia interiorizzata;
  • abuso di alcool e droghe;
  • depressione.

Trattamento

Il trattamento viene pianificato in base alle cause del disturbo, ma in genere prevede:

  • Psicoeducazione: conoscenza dell’anatomia sessuale e del ciclo di risposta sessuale (fasi del funzionamento erotico), miglioramento della consapevolezza del proprio corpo (esplorazione visiva e cinestesica), comprensione dei fattori fisiologici e psicologici coinvolti nel rapporto sessuale, esame delle credenze e dei miti comuni inerenti il sesso, ecc.;
  • Esposizione graduata: si porta la persona ad affrontare situazioni “sessuali” ansiogene sempre più intense fino ad imparare a gestirle;
  • Psicoterapia individuale: intervenire sui condizionamenti socio-culturali ricevuti, sui pensieri e sulle credenze (convinzioni disfunzionali) circa la sessualità e il contatto sessuale; affrontare eventuali traumi; diventare consapevoli del proprio rapporto con la corporeità e l’emotività.

Nel caso di abuso sessuale o di altre esperienze traumatiche, il trattamento non può ovviamente prescindere da programmi di intervento più ampi. Inizialmente, infatti, il trattamento è indirizzato alla gestione e al superamento del trauma; l’intervento si concentra sugli aspetti sessuali solo quando gli aspetti disturbanti conseguenti a tali traumi sono stati trattati adeguatamente. Nel caso in cui le cause siano riconducibili a problemi nel rapporto di coppia, è indicata una terapia di coppia che, potendo scegliere tra le numerose tecniche cognitivo-comportamentali e sessuologiche, si focalizza principalmente, ma non esclusivamente, sull’ambito sessuale.

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