Disturbo dell’orgasmo femminile

Disturbo dell’orgasmo femminile

La parola “orgasmo” è presente in tutte le culture, con nomi differenti a seconda della cultura di riferimento: climax o orgasm in inglese, sukun in urdu, trupti in tamil, orgazam in serbocroato, orgazmus in slovacco, ecc.

E’ un’emozione estrema, paragonabile a una scarica di energia e tensione seguita da un profondo stato di rilassamento definito fase di risoluzione. L’orgasmo è raggiunto infatti al culmine dell’eccitazione e mette fine alla reazione sessuale, spegnendo momentaneamente il desiderio. È seguito da una pausa caratterizzata da una momentanea insensibilità erotica e rilevante solo per gli uomini chiamata periodo refrattario.

La fase dell’orgasmo consiste nel raggiungimento del picco del piacere fisico e mentale cui, come prima accennato, segue una diminuzione della tensione sessuale fino al totale rilassamento e è dato da contrazioni ritmiche dei muscoli perineali e degli organi riproduttivi.

Le forti sensazioni che si avvertono a livello mentale insieme alle modificazioni fisiche fanno dell’orgasmo un’esperienza gratificante, unica e ben riconoscibile. Chi l’ha provato, lo sa. Altrimenti è come tentare di spiegare l’arcobaleno a un non vedente. Non è possibile.

In genere l’orgasmo femminile viene spiegato come la combinazione di un’esperienza soggettiva e di modificazioni fisiologiche che avvengono all’interno della vagina e della zona pelvica. Le descrizioni femminili dell’orgasmo sono più precise rispetto a quelle maschili, ciò suggerisce quindi che le donne hanno una conoscenza migliore della propria complessa anatomia o più semplicemente sono meno reticenti nella descrizione delle proprie sensazioni.

Le descrizioni dell’orgasmo sono innumerevoli, come innumerevoli sono le donne.

Tipi di orgasmo femminile

Uno dei dibattiti maggiormente discusso nel campo della sessualità umana riguarda la natura dell’orgasmo femminile e, in particolare, la contrapposizione o complementarietà dell’orgasmo clitorideo e dell’orgasmo vaginale.

Sebbene il dibattito sia ancora aperto, vi è un generale accordo nel respingere la teoria del doppio orgasmo e in particolare quella freudiana (teoria del trasferimento) secondo cui l’orgasmo clitorideo sarebbe ‘infantile’ e l’ orgasmo vaginale più soddisfacente e maturo.

Questa credenza è molto forte e può creare serie difficoltà a vivere appieno la propria sessualità: i miti sono difficili a morire per cui nelle donne e nelle coppie si innescano ancora oggi drammatiche ricerche dell’orgasmo vaginale in quanto considerato superiore o migliore.

L’incapacità di raggiungere l’uno o l’altro tipo di orgasmo è stata spesso considerata erroneamente una prova di inadeguatezza, dalla quale derivano ancora oggi molte emozioni negative, dal disagio alla tristezza, all’angoscia depressiva e al senso di colpa per entrambi i partner.

Eppure sembra proprio che la stimolazione genitale non sia davvero essenziale per l’orgasmo! Molte donne infatti riescono ad avere una risposta orgasmica anche al bacio, alle semplici carezze sul corpo o alle sole fantasie o in sogno (Società Italiana di Medicina; Istituto Asper, 2004). Prova di questo è che anche le donne infibulate raggiungono l’orgasmo.

Descrizione del disturbo

Si parla di disturbo dell’orgasmo femminile quando vi è un persistente o ricorrente ritardo, o assenza, dell’orgasmo dopo una fase normale di eccitazione sessuale.

Il disturbo dell’orgasmo femminile è classificato in:

  • permanente: la donna non ha mai raggiunto l’orgasmo da sola o con il/la partner con qualsiasi tecnica di stimolazione;
  • acquisito: la donna ha sviluppato il disturbo dopo avere provato in passato l’orgasmo;
  • generalizzato: lo scarso desiderio sessuale è presente costantemente e al variare dei partner;
  • situazionale: lo scarso desiderio sessuale è presente con un/a solo/a partner o solo in determinate circostanze.

D’altronde, non vi sono dati precisi sulla percentuale di donne che raggiunge l’orgasmo.

Uno dei migliori studi è il National Social and Health Life Survey condotto agli inizi degli anni novanta. Questo studio è stato condotto su 1749 donne (eterosessuali, lesbiche e bisessuali) statunitensi di età compresa fra i 18 e i 59 anni. I problemi orgasmici risultarono il secondo problema più frequente, con il 24% delle donne che riferì di non avere avuto orgasmi, per almeno molti mesi o più, nel corso dell’ultimo anno (Laumann e coll., 1994; Laumann e coll., 1999). I due più grossi studi e risultati riportati sono quelli di Stanley (1995), provenienti da un campionamento di 3450 donne in Inghilterra per opera del gruppo chiamato Mass-Observation e quelli di Laumann e colleghi (1994), raccolti in uno studio realizzato con metodi di campionamento casuale su 1610 americani. Per quanto riguarda le donne che raggiungevano “sempre” l’orgasmo i risultati erano, rispettivamente, del 18% e del 28,6%. Dunque, persino negli studi più completi, la percentuale delle donne che hanno “sempre” l’orgasmo con il rapporto sessuale è piuttosto bassa sia negli Stati Uniti sia nel Regno Unito.

Per quanto riguarda invece la realtà italiana, sebbene l’orgasmo sia generalmente considerato il momento culminante del rapporto sessuale, solo il 34,7% delle intervistate (Indagine Censis, 2000) ha dichiarato di averlo in ogni rapporto sessuale; la quota maggiore di esse, il 38,7% dichiara di averlo spesso. L’area di problematicità si compone del 6,6% di intervistate che dichiara di avere raramente un orgasmo e del 2,6% per cui il rapporto sessuale non porta mai all’orgasmo (Indagine Censis, 2000).

Cause mediche e farmacologiche

Il disturbo dell’orgasmo può essere secondario a:

  • malattie endocrine: Malattia di Addison (insufficienza surrenale);
  • malattie dell’ipofisi: ipopituitarismo;
  • transezione completa del midollo spinale (pazienti paraplegici e tetraplegici);
  • antidepressivi MAOIs (Inibitori delle Monoamine-Ossidasi): Parmodalin (Tranilcipromina), Nardil (Fenelzina);
  • antidepressivi triciclici: Anafranil (Clomipramina), Tofranil (Imipramina), Trittico (Trazodone), Laroxil (Amitritiptilina );
  • antidepressivi SSRI (Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina): Eutimil (Paroxetina), Seroxat (Paroxetina), Sereupin (Paroxetina), Daparox (Paroxetina);
  • neurolettici tipici: Largactil (Clorpromazina), Prozin (Clorpromazina), Talofen (Promazina);
  • anfetamine e cocaina.

Cause psicologiche

II disturbo dell’orgasmo femminile è riconducibile a diversi fattori tra cui:

  • traumi sessuali pregressi: abuso sessuale e/o fisico, aborto;
  • educazione familiare e/o religiosa rigida e sessuofobica:  convinzioni che rendono difficoltoso il rapporto con il proprio corpo, con la propria sessualità e con il sesso in generale;
  • informazione sessuale inadeguata: aspettative erronee o negative riguardo al rapporto sessuale;
  • timore di perdere il controllo: la paura di dire o fare qualcosa di sconveniente e/o di lasciarsi andare durante i rapporti sessuali non favorisce il rilassamento e lo stato di abbandono necessario per sperimentare l’orgasmo;
  • scarsa conoscenza della propria sessualità e del proprio corpo: assenza di una storia di masturbazione, ecc.;
  • inadeguato rapporto con il partner: la scarsa intimità e/o l’alta conflittualità sfocia in una maggiore rigidità durante i rapporti;
  • difficoltà verso le novità: alcune donne, in presenza di partner nuovi, presentano un’iniziale incapacità di lasciarsi andare;
  • ansia da prestazione:la donna insegue continuamente l’orgasmo come dimostrazione di normalità, di amore per il partner, ecc. così che l’ansia finisce per inibire l’orgasmo e mantenere il disturbo;
  • omofobia interiorizzata;
  • depressione.

Trattamento

Il trattamento prevede:

  • Psicoeducazione: conoscenza dell’anatomia sessuale e del ciclo di risposta sessuale (fasi del funzionamento erotico), miglioramento della consapevolezza del proprio corpo (esplorazione visiva e cinestesica), comprensione dei fattori fisiologici e psicologici coinvolti nel rapporto sessuale, esame delle credenze e dei miti comuni inerenti il sesso, ecc.;m
  • Training per la riduzione dell’ansia e tecniche di rilassamento;
  • Training di abilità sessuali;
  • Tecniche di sensibilizzazione focalizzata: la donna, da sola e insieme al partner, impara a toccarsi nel modo che preferisce al fine di raggiungere l’orgasmo;
  • Diminuzione del supercontrollo involontario del riflesso orgasmico: protocollo basato sugli esercizi di esplorazione del corpo (Protocollo di intervento “Becoming orgasmic”; LoPiccolo e Lobitz, 1972),
  • Ristrutturazione cognitiva: messa in discussione dei meccanismi di ‘censura’ adottati nel tentativo di “non perdere il controllo della situazione” che non permettono di raggiungere l’orgasmo;
  • Miglioramento della comunicazione e dei rapporti interpersonali all’interno della coppia: durante l’attività sessuale, le donne e i loro partner hanno spesso difficoltà a facilitare l’eccitazione, mediante la comunicazione reciproca del tipo di stimolazione preferita, con il risultato che spesso i partner non si sentono in sintonia l’uno con l’altra;
  • Terapia di coppia (se necessaria): eliminare rabbia, rancori, conflitti o altre problematiche all’interno della coppia che non permettono una buona vicinanza fisica e/o emotiva;
  • Uso di fantasie sessuali associate agli esercizi di Kegel: questi esercizi servono per tonificare e rafforzare i muscoli che formano il pavimento pelvico (muscoli pubo-coccigei); la salute e il benessere di questi muscoli giocano un ruolo vitale nell’eccitazione sessuale e nell’orgasmo, come pure in altre funzioni corporee; l’impiego degli esercizi di Kegel per aumentare il tono della muscolatura vaginale non sembra contribuire molto alla produzione dell’orgasmo però l’accoppiamento di tali esercizi con l’uso di fantasie sessuali sembra essere maggiormente efficace delle sole fantasie

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