Gravi condizioni di trascuratezza ed esperienze traumatiche, avvenute fin dai primi mesi di vita, possono far insorgere il Disturbo Reattivo dell’Attaccamento (RAD Reactive Attachment Disorder) o il Disturbo da Impegno Sociale Disinibito (DSED Disinhibited Social Engagement Disorder). Il DRA e il DSED sono due diversi quadri sintomatologici che hanno molti aspetti in comune, soprattutto per quanto riguarda l’eziologia. Entrambi i disturbi, infatti, condividono il requisito diagnostico di trascuratezza sociale (ovvero l’assenza di accudimento adeguato durante l’infanzia; APA, 2013) e insorgono a causa di un ambiente caratterizzato da abusi e dall’impossibilità di sviluppare una relazione di attaccamento con il caregiver (p.e., per i frequenti cambiamenti dei caregivers affidatari).
La differenza sostanziale risiede nei due diversi costrutti di riferimento: inibizione vs disinibizione.
- Il RAD è espresso come un disturbo internalizzante con sintomatologia depressiva e comportamento ritirato;
- il DSED è caratterizzato da disinibizione e comportamento esternalizzante (APA, 2013).
La manifestazione principale del RAD è l’evitamento dei caregivers, infatti il bambino cerca raramente il loro sostegno e conforto quando prova disagio e ne risponde in misura minima quando viene offerto (APA, 2013).
Questi bambini non sono interessati ai giochi tipici dei coetanei, tendono a isolarsi e, quando sono frustrati, spesso mettono in atto dei comportamenti aggressivi verso chi li circonda. Sono bambini che sorridono molto poco, perché le uniche emozioni che sperimentano sono negative. Oscillano, infatti, tra tristezza, ansia, timore e irritabilità (Sperry et al., 2015).
In un contesto connotato da umiliazioni e mancanza di conforto/sostegno/protezione da parte dei caregivers, questi bambini sviluppano ben presto una visione di sé, degli altri e del mondo basata su contenuti di inadeguatezza personale. Quindi, in presenza di tali esperienze precoci, il ritiro e l’evitamento sono delle risposte protettive al dolore e alla sofferenza.
I bambini con DSED manifestano una serie di comportamenti (verbali o fisici) eccessivamente familiari e privi di inibizione nell’approccio e nell’interazione con gli adulti sconosciuti, tanto che non mostrano alcuna reticenza ed esitazione ad allontanarsi con loro (APA, 2013).
Manifestano una generale e marcata felicità quando entrano in contatto con gli estranei, aspetto che, invece, può essere del tutto assente nei confronti dei caregivers. Quando gli sconosciuti rifiutano le loro emozioni e la loro ricerca di attenzione iniziano a manifestare elevati livelli di ansia e frustrazione.
I comportamenti sociali disinibiti si estendono anche in adolescenza e si rivolgono al gruppo dei pari, con il quale si instaurano ben presto delle relazioni superficiali e caratterizzate da conflitti.
Questi bambini non presentano rimorso, colpa o dispiacere quando feriscono o deludono le persone intorno a loro.
Il comportamento disinibito si instaura perché i bambini, dal momento che i caregivers non soddisfano i loro bisogni emotivi e non li proteggono, iniziano a cercare, con una modalità amicale ed eccessivamente familiare, altri che possano farlo.
Il RAD è meno frequente rispetto al DSED e alcuni studi hanno mostrato che nei bambini istituzionalizzati i sintomi del RAD, una volta che erano stati collocati in altri contesti, diminuivano in maniera significativa; questo miglioramento della sintomatologia, al contrario, non è stato riscontrato nei bambini con DSED (p.e., Zenah & Gleason, 2010).
Uno studio abbastanza recente di Jonkman e collaboratori (2014), inoltre, ha mostrato che alcuni bambini presentano un quadro sintomatologico “misto” (cioè caratterizzato sia da sintomi del RAD che da sintomi del DSED) che tende a permanere nonostante vengano collocati in contesti con migliori condizioni di accudimento. Gli autori hanno ipotizzato che i problemi psicologici dei bambini con sintomi misti siano molto più gravi e difficili da trattare.
Per il trattamento del RAD e del DSED si raccomandano interventi di TCC e basati sulla Mindfulness specificatamente rivolti ai bambini e ai caregivers, per aiutare il bambino a sentirsi al sicuro e supportato nell’ambiente che lo circonda e per migliorare le sue relazioni con gli altri.
Riferimenti
American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders: DSM-5. Washington, D.C.: American Psychiatric Association.
Jonkman, C.S., Oosterman, M., Schuengel, C., Bolle, E.A., Boer, F. & Lindauer, R.J. (2014). Disturbances in attachment: inhibited and disinhibited symptoms in foster children. Child and Adolescent Psychiatry and Mental Health, 8: 21.
Sperry, L., Carlson, J., Sauerheber, J.D. & Sperry, J. (2015). Psychopathology and Psychotherapy: DSM-5 Diagnosis, Case Conceptualization and treatment. Third edition. New York: Taylor & Francis.
Zeanah, C.H. & Gleason, M.M. (2010). Reactive attachment disorder: A review for DSM-V. Washington, D.C.: APA.